La commedia umana. Lo sappiamo, è questa la definizione più azzeccata per cercare di dare un senso a ciò che quotidianamente passa sotto i nostri occhi: intorno a noi come nel mondo. Del resto il primo a rendersene conto già nell’ottocento, in Francia, fu Balzac scrivendo appunto “La Comédie humaine” uno dei capolavori della letteratura moderna. Correggendo, ci si passi il termine, un certo Dante Alighieri che nel Trecento parlava, e soprattutto scriveva, di Divina commedia. Ma era figlio del suo tempo.
In questi due anni pandemici è successo di tutto e la commedia si è arricchita all’inverosimile di atti comici e farse tragicomiche che non fanno altro che confermare l’infantilismo esistenziale dell’unica specie esistente (autodefinitasi homosapiens) ancorché ultima arrivata nel nostro sistema solare, in grado di pensare. Di pensare si, ma anche di imporsi con violenza e incoscienza su tutte le altre specie animali, vegetali, minerali ritenute inferiori e pertanto passibili di sfruttamento, possesso, distruzione.
Al punto da sentirsi padrona e superiore ad ogni evento, salvo poi trovarsi inerme e indifesa davanti ad un invisibile quanto devastante virus. Ma “ANDRÀ TUTTO BENE” fu la prima e corale reazione difronte al nemico Covid. Con scenette tragicomiche tra un balcone e l’altro dei nostri variegati condomini, di baci e abbracci virtuali e canti solidali conditi da sbandieramenti festosi interpretati come recupero nientemeno dell’unità nazionale. Non c’era rione o quartiere e strada che non dissero addobbati da lenzuola colorate.
Invece di cogliere la minaccia (oramai definita e conclamata CORONAVIRUS) in tutta la sua evidente manifestazione dell’inefficienza umana capace di provocare la più veloce e violenta alterazione dell’ecosistema naturale al punto da provocare salti di specie letali e inizialmente inarrestabili, ci siamo lasciati andare per mesi e mesi alle solite sceneggiate scacciapensieri con buona pace di restrizioni e lockdown. Salvo poi tramutare la comica sceneggiata in tragica reazione allorché finalmente la scienza ha proposto una soluzione vaccinale anche se affrettata, dunque limitata.
Così che una minoranza di homo sapiens rumorosa e sconclusionata – ahimé però in grado di condizionare e offuscare la maggioranza paurosa più che silenziosa – si è sentita in diritto di scendere in piazza con bastoni e bandiere (e ridaje co’ sto emblema nazionalpopolare) menando e distruggendo a destra e a manca in nome di una libertà presuntivamente negata e di una dittatura sanitaria che se veramente fosse tale abbandonerebbe questi pseudorivoluzionari del vaccino malefico al loro autolesionistico destino, invece di curarli comunque come prevede l’obbligo deontologico sanitario (questo sì vera e propria benefica dittatura, ancorché gratuita. Alla faccia!). Aveva ragione Einstein considerando la pochezza del genere umano: c’è sempre qualcuno che trova problemi una volta conquistata una soluzione.
Homo sapiens… che ridere!