da “ilGiornale.it” by Roberta Damiata
Con un annuncio il presidente della Società italiana di virologia, Arnaldo Caruso, ha informato di aver isolato a Brescia una nuova “mutazione significativa” del coronavirus.
Per usare termini molto semplici, potrebbe essere definita una “variante buona”, geneticamente molto diversa rispetto a quella Sars-CoV-2 sequenziata nel periodo più caldo dell’infezione, e per fortuna estremamente meno aggressiva. Un grosso passo avanti nella ricerca, annunciato poco fa, dal professor Caruso, trovato e isolato in un tampone con una carica virale altissima, nonostante provenisse da un paziente asintomatico. Una buona notizia, se, facendo un paragone, si confrontano i due ceppi. L’esame in laboratorio ha infatti evidenziato che al Wars-CoV-2 bastavano soltanto dai 2 ai 3 giorni per distruggere in vitro tutte le cellule in coltura, mente questa variante in 6 giorni inizia soltanto ad attaccarle.
La straordinaria scoperta fatta nel Laboratorio di Microbiologia dell’Asst Spedali Civili di questa “variante bresciana” mostra un virus nuovo sia nell’aspetto che nella patogenicità. “Aspettavamo di confrontarci con i colleghi più esperti in questo campo -ha raccontato l’esperto ordinario di Microbiologia e Microbiologia clinica all’università degli Studi di Brescia – Ora lo abbiamo fatto e finalmente possiamo riferire di avere ottenuto una sequenza completa fortemente attendibile”.
Lo studio è pronto ad essere pubblicato, ed è già stato inviato ad una rivista scientifica nazionale: “Anche se questo processo ha i suoi tempi – dice il professor Caruso- Ma fin d’ora, chiunque all’interno della comunità scientifica fosse interessato alla sequenza potrà contattarmi perché siamo assolutamente pronti a condividerla. È questo che mi aspettavo già al primo annuncio, quando ho informato dell’isolamento della nuova variante: curiosità, non certo polemiche – ha tenuto a precisare – .La conoscenza di questa nuova variante, meno aggressiva e più debole, potrà aprire la strada anche alla creazione di vaccini”.
La notizia arriva in un momento in cui sul coronavirus si susseguono molte dichiarazioni, come quella del primario milanese Zangrillo che tanto scalpore aveva suscitato con la dichiarazione che “clinicamente il coronavirus non esiste più”, o quella di Giuseppe Ippolito direttore dell’istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma che aveva invece sostenuto che mancasse la prova di una mutazione dell’agente patogeno.
La cautela è quindi d’obbligo in attesa di dati più significativi e comprovati, ricordando sempre che il virus è comunque ancora in circolazione ed è fondamentale attenersi alle regola del distanziamento e all’uso dei DPI di protezione.