Dall’inizio del conflitto in Ucraina, secondo l’Unicef, sono oltre 400 le scuole distrutte, per l’Onu 228 gli ospedali e 8.770 i palazzi abitati da civili. «Non dovrebbero essere un target – denunciano le Nazioni Unite – così come i bambini e le bambine in fuga con i loro parenti. Il numero delle scuole colpite si va a sommare alle oltre 700 distrutte durante gli 8 anni di conflitto nel Donbass. Un numero impressionante».
In Ucraina c’è una situazione umanitaria gravissima, tra crisi alimentare ed economica senza precedenti. «Famiglie prive d’acqua – rileva ancora l’Onu – e 850mila persone senza gas, oltre un milione senza elettricità». L’Oms riporta che nel Paese si registra quasi la metà di tutti gli attacchi contro strutture mediche commessi quest’anno in tutto il mondo. Ben 16 milioni di persone hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria, tre milioni sono bambini. Mancano cibo, acqua, beni essenziali e 2 milioni di madri e piccoli sotto i 5 anni necessitano di assistenza nutrizionale salva vita. «L’interruzione dei mercati e delle catene di approvvigionamento – sottolinea ancora l’Unicef – avrà probabilmente un impatto significativo sulla sicurezza alimentare, con punti nevralgici in cui la crisi rischia di essere simile a quelle in Afghanistan, Etiopia, Siria e Yemen».
Secondo l’organizzazione non governativa «Save the Children», in quasi tre mesi di combattimenti più di 63mila bambini sono nati nelle aree devastate, addirittura in bunker e cantine e destinati ad un futuro incerto. Le Nazioni Unite hanno individuato 180 casi di funzionari, giornalisti, attivisti, ex membri dell’esercito e civili prelevati dalle truppe russe in parti dell’Ucraina controllate dal Cremlino. Emergono prove di torture, maltrattamenti ed «esecuzioni sommarie di prigionieri di guerra» commessi «da entrambe le parti in confitto».
In particolare nelle aree intorno a Kiev le forze russe hanno preso di mira civili che «sono stati catturati, picchiati», vittime di esecuzioni sommarie e «in alcuni casi portati in Russia e Bielorussia all’insaputa delle famiglie». Amnesty International ha presentato un dossier di 44 pagine intitolato «Non tornerà. Crimini di guerra nel nord-ovest dell’oblast (provincia) di Kiev» frutto di 12 giorni di indagini sul campo. Per il segretario generale di Amnesty, Agnes Kallamar, ci sono «prove inconfutabili di crimini di guerra» commessi dai russi: sono stati documentati attacchi aerei illegali su Borodyanka ed esecuzioni extragiudiziali in altre città e villaggi tra cui Bucha, Andriivka, Zdvyzhivka e Vorzel. E noi qui a discutere del grado di nazificazione dell’Ucraina.