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Negli ultimi anni i governanti di tutto il mondo hanno speso molte parole a favore delle fonti di energia rinnovabili e pulite. Poi però hanno speso molti soldi per finanziare le fonti di energia inquinanti, dal petrolio al carbone.

I conti li ha fatti il Fmi (fondo monetario internazionale) che ha scoperto nei bilanci dell’anno 2022 delle Nazioni mondiali 7˙000 miliardi di dollari americani (una cifra poco inferiore se calcolata in euro) destinata a sostenere la produzione di petrolio, carbone e altre fonti energetiche fossili.

Un’analisi l’ha fatta anche il Previdir, uno degli organi di Confindustria (leggibile al link: https://www.previdir.it/perche-e-cosi-difficile-eliminare-le-sovvenzioni-a-favore-dei-combustibili-fossili/) domandandosi perché le istituzioni non riescono a evitare di sovvenzionare le fonti inquinanti.

La sintesi di quello studio è che, essendo i soldi una quantità finita, se si spendono per il petrolio non ci sono più per le fonti energetiche pulite. E quindi si ritarda quella «transizione energetica» che è necessaria per ridurre, se non eliminare, il riscaldamento globale.

Un’altra sintesi l’ha pubblicata Luca Pagni su la Repubblica cartacea dello scorso 25 agosto.

Risulta che quei 7˙000 miliardi spesi dai governi nel 2022 per sovvenzionare il petrolio siano pari al 7,1% del Pil Mondiale. Una cifra ben più che doppia rispetto a quella destinata alle scuole (che corrisponde al 4,3% del Pil).

Uno degli effetti dell’inquinamento atmosferico dovuto ai combustibili fossili è la morte, ogni anno, di 2 milioni di persone nel mondo.

C’è di che pensare.

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Guido Tedoldi

Nato nel 1965 nel milieu operaio della bassa Bergamasca. Ci sono stato fino ai 30 anni d’età, poi ho scelto di scrivere. Nel 2002 sono diventato giornalista iscritto all’Albo dei professionisti. Nel 2006 ho cominciato con i blog, che erano tra gli avamposti del futuro. Ci sono ancora. Venite.

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