Una testa d’uovo austriaca (tale Karl von Ettmayer) che si interessa del dialetto bergamasco e ci scrive pure un volume per palati accademici dal titolo “Bergamaskische Alpenmundarten”. Diciamo subito che non è roba recente. Il libro del crucco romanista (esperto di letterature romanze) è stato pubblicato a Lipsia nel lontano 1903. Però il destino, si sa, ha le sue strategie per palesare ciò che sembrava dimenticato. Fatto sta che GianMaria Brignoli (presidente dell’associazione culturale Tèra de Bèrghem nonché sindaco di Paladina) scorge per caso una copia del trattato sulla scrivania di Giovanni Milesi quando, pochi anni fa, fungeva da assessore alla Cultura della Provincia di Bergamo. Si scopre, con l’aiuto di Velio Moioli (autore del libro “Abbozzo di una Grammatica Bergamasco-Italiana”) che i linguisti e filologi tedeschi della Belle Époque godevano assai nell’approfondire le lingue romanze.
“Dopo aver appurato che del Bergamaskische Alpenmundarten non esiste una traduzione né in italiano, né in nessuna delle principali lingue europee – spiega Brignoli – ho chiesto all’amico e socio Claudio Ferrini (sindaco di Valbrembo, ndr.) di tradurre tale lavoro. Sarà presentato il 5 ottobre (ore 17.30) nella sala polifunzionale del Comune di Paladina con il titolo “Dialetti Alpini Bergamaschi” (Franco Cesati Editore) con in copertina un dipinto del pittore di Seriate Domenico Rossi”. All’opera ha contribuito anche il Dipartimento di Lettere, Filosofia, Comunicazione dell’Università degli Studi di Bergamo. Non a caso la lettura critica del volume è stata affidata a Federica Guerini, professoressa associata di Glottologia e linguistica del nostro ateneo.
“Ho cercato – spiega Guerini nelle pagine del libro – di trasformare la traduzione del Bergamaskische Alpenmundarten in un’opportunità di crescita e di condivisione delle conoscenze rivolta agli appassionati di lingue e dialetti locali che non fossero in possesso di una competenza del tedesco tale da permettere loro di avere accesso al testo originale”. “Il testo – riprende Guerini – si concentra quasi esclusivamente sulla descrizione del sistema fonetico-fonologico del bergamasco, secondo una tradizione tipica della dialettologia scientifica ottocentesca, che incoraggiava minuziose descrizioni della fonetica storica di un certo dialetto (o gruppo di dialetti)”. “Si sono potute dare gambe adeguate – conclude Brignoli – a questo interessante studio, inedito in lingua italiana, che riguarda così da vicino il nostro dialetto bergamasco”.
(pubblicato su BergamoPost cartaceo il 27 settembre 2019)