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Nella tradizione napoletana c’è una frase che solitamente viene impiegata in occasione del Capodanno ed è: “Buona Fine e Buon Principio”.  Augurarsi una buona fine di un anno che è stato davvero intenso e drammatico viene quasi spontaneo come a voler chiudere, come suggeriva una copertina del Times, con una “riga rossa” questo 2020.

Tuttavia, se ci pensiamo bene, non sarebbe ragionevole cancellare 12 mesi di vita perché, dentro la drammaticità della pandemia, sono accaduti anche tanti fatti che hanno mostrato il grande cuore e coraggio delle persone nell’affrontare questa sfida epocale.

Michael Jordan, in una delle serie TV più viste quest’anno, lancia questo messaggio: “Nella mia vita ho sbagliato più di novemila tiri, ho perso quasi trecento partite, ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l’ho sbagliato. Ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto”. Così chiediamo ad una campionessa come Linda Rossi di accompagnarci in questa fine d’anno ed inizio di quello nuovo.

Cogliamo nella ricchezza di queste risposte davvero tanti spunti motivazionali per chiudere questo 2020 ma, soprattutto, iniziare il nuovo anno con la consapevolezza che dare il meglio di sé stessi è un aspetto fondamentale nella vita come nello sport perché si può sperimentare la soddisfazione e la gioia non solo della realizzazione personale ma, in particolare, di quella comunitaria.

  1. Guardando alla sua esperienza umana e professionale di quest’ anno che provocazione le suscita questa frase di Jordan?
    Quando si vede un atleta vincere una medaglia importante, quando si vorrebbe essere lì al suo posto, quando si immagina la sua vita piena di successi e di fama, si vede solo una parte. Jordan racconta di sé, ma in realtà racconta anche ciò che vive quotidianamente ogni atleta. In quelle parole ci sta tutto lo sport, ma anche la vita che è fatta di soddisfazioni, ma anche di impegno, spesso di sacrifici. Ecco, le soddisfazioni e i successi torneranno per tutti noi, prima o dopo, dipende da quanto siamo capaci di imparare dai nostri sbagli e quanto avremo davvero voglia di vincere… il Covid è un avversario forte, ma non invincibile!
  1. Nel primo lockdown importanti restrizioni sono state imposte anche agli atleti professionisti come lei: questa “lontananza forzata” le ha fatto amare ancora di più il suo sport?
    Il primo lockdown e poi il diffondersi della pandemia in tutto il Mondo ha cancellato molti appuntamenti sportivi che avevo a calendario: il primo è stato il Mondiale Universitario di pattinaggio di velocità su ghiaccio in Olanda, poi su ruote il Campionato Europeo in Portogallo e infine il Campionato Mondiale in Colombia. Ho dovuto accettare, ho dovuto pazientare, ho dovuto rimanere focalizzata sui miei obiettivi più alti. L’autodisciplina e l’amore per il pattinaggio sono stati i miei più grandi alleati in questo periodo.
  1. Recentemente ha ricevuto un importante premio; cosa significa per lei anche in vista del nuovo anno?
    L’avviso dell’assegnazione della Medaglia d’Argento al Valore Sportivo mi è arrivato per posta. Quando ho visto l’onorificenza ricevuta dal CONI e la firma del presidente Giovanni Malagò per i risultati ottenuti lo scorso anno, mi sono passati davanti agli occhi tantissimi ricordi. Le vittorie, i luoghi, le situazioni. Questo riconoscimento è per me un ulteriore motivo a riprendere da dove eravamo rimasti… dallo sport agonistico, come espressione di vita tornata alla normalità.

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Autore

Alessandro Grazioli

Marito e papà di 4 bambini, laureato in Giurisprudenza presso l’Università Statale di Milano, Business Unit Eticapro, Consigliere Comunale, scrittore di libri per l'infanzia, divulgatore e influencer sociale su Socialbg

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