Quarantaquattro ritratti di filosofi significativi, dai presocratici a Wittgenstein, descritti con l’aplomb divertente di Armando Massarenti, responsabile del “Domenicale” del “Sole24Ore.
Un compendio godibilissimo del pensiero contemporaneo in 242 pagine, edite da Guanda (13,50 euro) dal titolo “Il filosofo tascabile”. L’abbiamo intervistato in occasione della presentazione del libro (2009), in collaborazione con l’associazione Noesis, allo Spazio Ubik di Bergamo.
Una nuova storia della filosofia?
Assolutamente no. Altrimenti sarebbe diventato un libro di una noia mortale come sono spesso i manuali di filosofia. Se il libro ha uno scopo è quello di non far addormentare il lettore.
Che comincia col trovarsi di fronte a una sorpresa. Infatti ad aprire il défilé dei pensatori non c’è Talete, ma Anassimandro. Perché?
Innanzitutto perché Anassimandro critica Talete, il suo maestro. Tutto ciò è rappresentativo della nascita di quello che Popper chiama “il razionalismo critico”. Anassimandro è assolutamente rivoluzionario sotto questo aspetto. Ha ribaltato la visione cosmologica del tempo di un sopra e un sotto con la Terra sostenuta da un gigante.
Anassimandro, in pratica, manda in pensione Atlante?
Di fatto sì. Scrivo nel mio libro che il nostro presocratico “ha ridisegnato profondamente la mappa del cosmo fatto di Cielo sopra e Terra sotto, con un cosmo aperto, fatto di una Terra che vola, circondata dal cielo”. Un’intuizione geniale che ha gettato le fondamenta della rivoluzione moderna di Copernico.
Parlando di Parmenide si menziona Popper, raccontando Socrate si cita Schopenhauer, spiegando Platone incontriamo Feyerabend. Salti in lungo in campo filosofico?
Anche se il libro è una carrellata di ritratti che attraversano 2500 anni il mio approccio è per problemi. Questo rende agevole passare dall’antichità ai giorni nostri (la filosofia è fatta di continui riferimenti) e recuperare quel pensiero critico che menzionavo prima, tipico del pensiero greco.
Cosa è rimasto oggi di quel modo di ragionare?
La filosofia greca è attualissima per ciò che riguarda l’etica delle virtù di Aristotele senza dimenticare la versione moderna di Hume. Recuperandole si va correggere uno dei difetti individuato nelle filosofie morali moderne ovvero un eccesso di astrazione. Gli strumenti che ci servono per capire cosa è la vita morale hanno bisogno dell’etica antica.
Un libro come il suo a cosa serve?
A mettere in moto il meccanismo della curiosità e del ragionamento in proprio. Un modo per incentivare il lettore a vestire i panni dello speculatore filosofico. Socrate, per mezzo di Platone, diceva che una vita senza ricerca non ha senso. (Bruno Silini)