Gianfranco Messina, giovane e talentuoso musicista milanese, sta conoscendo sempre maggiori affermazioni come compositore. Infatti a partire dal nuovo anno una serie di concerti sia in Italia che all’estero proporranno l’esecuzione di suoi pezzi, con differenti orchestre e sotto la bacchetta di vari direttori.
I concerti prenderanno il via dal primo gennaio a Lecco presso la Sala Ticozzi (h. 17) con replica il 2 gennaio a Bellano (Palasole) sotto la direzione di Sieva Borzak. Il 2 gennaio nell’auditorium di San Piero Cusico diretto dal noto maestro viennese Julius Kalmar, mentre il 5 gennaio sempre Kalmar dirige lo stesso programma (oltre a musiche di Messina anche Strauss e Brahms) al Teatro Grande di Brescia (h. 18) e in serata a Milano (h. 21) nella basilica di S. Eustorgio.
Infine lo stesso maestro Messina sarà protagonista negli Stati Uniti a Boston nella Chiesa Riformata il 9 aprile. Nella fattispecie le composizioni in programma sono Medchen Valzer, Cythere, Building.
Gianfranco Messina eccellente violinista e pianista vanta cinque lauree: in lettere presso l’Università degli Studi di Milano, pianoforte, violino e didattica della musica e composizione presso il Conservatorio Verdi di Milano e infine la laurea magistrale in musicologia e beni musicali. Da 12 anni è maestro collaboratore dell’Orchestra filarmonica italiana di Torino.
Ha anche pubblicato Elektra. Un esempio di tragedia nel primo Novecento edito da Cesed, oltre a numerosi saggi e articoli per riviste specializzate. Le sue composizioni sono state eseguite da prestigiose istituzioni musicali e concertistiche e incise in cd e Dvd, tra gli altri da Stradivarius. Per Expo Milano ha diretto la sua opera Napoleone non parla francese. Inoltre ha tenuto concerti nei Teatri Fraschini di Pavia, Petruzzelli di Bari, Filarmonico di Verona, Goldoni di Livorno, Comunale di Bologna e Modena, Grande di Brescia.
Abbiamo incontrato il maestro Messina alla vigilia di questa originale stagione concertistica
Ci parla del Maedchen Valzer che verrà eseguito in questo variegato calendario italiano e americano?
È stato composto su commissione per Capodanno 2020 quale omaggio a Strauss. Basato su politonalità e poliritmia , tra contrappunti e eccentricità stilistiche interessanti. Se ne ricava una sorta di premonizione oscura: appartiene a una lunga serie di pezzi che riprendono moduli della Belle Époque sia parigina che viennese, con un filtro che li vede come soavi danze a fianco di un abisso. Oggi come 120 fa prima le due guerre mondiali.
Dunque mi pare di capire che la sua musica si collega ai suoi studi letterari e storici tra fine ottocento e inizio novecento?
In generale la mia musica si muove nel segno di una ricerca sulla capacità comunicativa che ritrovo specialmente in quel periodo storico. Non solo nelle opere di autori parigini come Debussy, Ravel, o D’indy che ho approfondito particolarmente , ma anche nelle composizioni di autori di provenienza spagnola Come Turina e De Falla nonché nelle opere di Khoechlin e nelle composizioni parigine di Enesco.
E la sua formazione compositiva da dive proviene?
Per capire meglio le possibili un linguaggio dove le sperimentazioni o le conquiste già assodate del linguaggio odierno si fondano con modi comunicativi modali-tonali ho insistito per studiare con compositori come Vacchi , Tutino e Portera che riporto senza nessuna graduatoria di merito ma come ordine Cronologico di incontro. Questi autori avevano commissioni e tournée cogenti ,mai ho convinti a seguirmi in Conservatorio e fuori per diverso tempo, e da loro ho imparato molto , riguardo alla musica pe archi, voci, per i fiati e soprattutto riguardo al senso del comporre. Intenso è stato sicuramente l’incontro con un artigiano della composizione Come Tedde e poi con un profondo e sapientissimo costruttore di forme musicali come Sciarrino.
E questa opportunità a Boston?
Ultimamente è stata per me stimolante l’esperienza delle commissioni per le vici dall’America dove le priorità nella composizione di opere da camera Sono differenti dalle nostre , ma dove ho trovato curiosità per la musica nuova. Caratteristica che non è più facile trovare in Italia , paese attento caso mai a più alla rilettura o riscoperta di musica antica che non alla candida fanciullesca aspettativa di nuove personalità artistiche, che dovrebbe essere una delle basi per sostenere lo slancio creativo.
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