Nascono ovunque musei: qualcuno dà il via, altri proseguono, magari a distanza di tempo, come per il Museo geologico di Caprino Bergamasco. I reperti sono stati depositati da poco in una stanza del palazzo comunale, ora viene su iniziativa della Cooperativa Liberi sogni di Calolziocorte in collaborazione con il Comune. E’ intitolato a Luigi Torri, l’ispiratore.
Luigi Torri frequentò l’Esperia di Bergamo. Lavorò a Lecco poi alla Breda di Milano. Nel frattempo cominciò a salire sulle montagne e a portare a casa sassi. Lo chiamavano “chèl di sass”. La moglie era una “baggiana”, nata al di là dell’Adda. I due si amalgamavano. Lei sapeva fare di tutto in casa, dalle tende alle coperte. Assecondava la passione del marito. Vivevano da spartani, pietre in ogni angolo. In pensione Torri vi si dedicò anima e corpo. Un amico che lo aveva invitato in Calabria gli regalò un libro di paleontologia, lo studio dei fossili. Le raccolte divennero metodiche. Per noi profani le rocce si assomigliano, le distinguiamo dal colore, forse ne osserviamo la stratificazione o l’inclinazione. Lui aveva un quadernetto. Usciva e annotava di quel che trovava: dove, quando, come, il contesto, la vegetazione, le analogie con altri ritrovamenti. Si fece amico di qualche professore universitario, a Milano, a Pavia, a Bergamo. Imparò da loro e a parlare come loro, con una terminologia precisa.
Partiva la mattina e tornava la sera, lo zaino carico. “L’ho visto inzuppato d’acqua trascinarsi con zaino e borsone”. Alto di statura e forte scendeva e risaliva per vallette, lungo pendii, negli avvallamenti, tra i ghiaioni. Batteva le grotte, le gallerie di Valcava dove operai e tecnici conoscevano la sua passione. Rientrava la sera e al mattino ripartiva. Aveva riempito la casa di pietre di quarzo, calcite, marmo, rocce vulcaniche, stalattiti, secrezioni di barriera corallina.
Duecentotrenta milioni di anni fa qui come in tutta la zona pedemontana c’era il mare. Le rocce sono affiorate, sovrapposte, amalgamate, piegate, spaccate e dal vuoto affiorava magma o si riempiva d’altro.
Nella carta geologica sono illustrate a vari colori le composizioni. A Caprino Bergamasco più colori, segno di diversità di rocce; in pianura a tinta unica perché fatta di materiale di riporto trascinato a valle dai fiumi. Torri trovò non solo segni di esseri acquatici ma pure tracce di mammut, ossa di cervi ormai estinti. Capitò in cave ancora nascoste da vegetazione dove rinvenne archibugi e spade segni di utilizzi in tempi recenti. Scoprì in un fossile una specie di stella marina che gli ha meritato il nome nella classificazione scientifica.
Molto conservò e trasmise al Museo, molto diede a studiosi, agli istituti di ricerca o regalò ad appassionati e amici. Tanti si avventuravano tra le rocce senza una specifica preparazione finendo per martellare a vanvera. Una legge oggi consente la raccolta per motivi di studio e di ricerca.
Luigi Torri ha contribuito a dare un’idea del territorio e del suo passato. Torri aveva operato come rappresentante di tessuti, sul finire della stagione della bachicultura e della produzione della seta che aveva dato ai suoi abitanti soddisfazioni e fatiche. La conca di Celana era punteggiata di alberi di gelso. Si faceva seta di buona qualità che trovava mercato a Como, la città della seta. Questo spiega la bacheca conservata nel Museo che illustra le lavorazioni, dal baco al tessuto, che lui aveva costruito a scopo didattico.
Chi ci ha accompagnato è diventato geologo dietro l’esempio di chi aveva fatto strada nella geologia partecipando anche ad una spedizione in Antartide. “Ci portava per sentieri e in grotte. Faceva parlare i sassi. Si è fatto proseliti così che non c’è paese della bergamasca che ne abbia tanti quanti ne ha Caprino”. Da bambini favoleggiavamo di uomini primitivi in caverna e di dinosauri vaganti nelle paludi del piano. Quando la maestra apriva l’armadio dove si conservava qualche minerale o fossile, la curiosità ci spingeva dopo la scuola a risalire il torrente in esplorazione e alla ricerca di pietre luccicanti e polveri d’oro. Ha partecipato qualche ragazzo alla visita, accompagnato dal genitore previdente. Abbiamo bisogno di esempi concreti per orientarci nella vita. Il seme resta sotto la neve da cui nascerà, come dice il proverbio, pane.
Link utili:
Comune di Caprino Bergamasco
Mangiare a Caprino Bergamasco
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