Si intitola Le impronte del signor Neanderthal il nuovo libro del professor Remuzzi di Bergamo, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. Com’è cominciata la vita? Come si è evoluta per arrivare fino a noi? Come e perché è stata ricreata in laboratorio? La si può rendere immortale? Sono domande alle quali cerca di rispondere il libro edito da Solferino e che non possiamo non farci. Domande a cui la scienza continua a dare risposte nuove e sorprendenti. Nel giro di pochi anni è cambiato tutto; oggi non solo il Dna si può estrarre e sequenziare con risultati assai affidabili ma questi studi aprono prospettive inimmaginabili.
Cominciamo a capire, pese esempio, chi erano davvero i nostri antenati e che rapporto c’era fra loro e i nostri cugini più prossimi, come si sono spostati da una parte all’altra della Terra, e come si sono incrociati. E come quelle migrazioni – così simili a quelle di oggi – ci abbiano consentito di prendere dai Neanderthal il buono (i geni capaci di difenderci da certi batteri e virus) e qualche volta il meno buono (la predisposizione a certe malattie). Sono solo alcune delle maggiori rivelazioni che negli ultimi anni stanno rivoluzionando la conoscenza dell’uomo, della sua storia e del mondo che ha popolato: dalla nascita della vita sulla Terra al sogno (impossibile) dell’immortalità.
Tra geni e cellule, Covid e vaccini, creatività e studi sul cervello, uno dei maggiori rappresentanti della ricerca in Italia guida il lettore attraverso i più recenti e affascinanti sviluppi della scienza moderna spiegando come solo un rinascimento della ricerca possa contribuire a disegnare un futuro migliore per la nostra specie e il pianeta in cui viviamo. Il nuovo libro del professor Remuzzi di Bergamo non poteva non parlare di Covid e vaccini, con l’idea che anche le cose peggiori possono portare qualcosa di buono.
“Perché la maggior parte delle persone infettate da Coronavirus – scrive Remuzzi – ha soltanto sintomi lievi, può starsene a casa e con un po’ di aspirina o qualcosa del genere dopo qualche giorno guarisce? E perché invece altri hanno disturbi più importanti tanto da essere portati in ospedale, dove qualcuno finisce in rianimazione e qualcuno muore? La risposta potrebbe venire dal Dna“.