Tre sono le facoltà insite nell’anima umana: memoria, intelletto, volontà. Ne deduciamo che la prima attività dell’uomo è spirituale. Chi la nega è per deviazione ideologica, sociale o contingente. Queste poi vengono anche applicate alla realtà del mondo concreto. Le nostre doti conoscitive e percettive permettono una sola tipologia conoscitiva, quella ristretta nell’umano. Pertanto l’orizzonte della nostre conoscenze sul tutto universo, partendo dalla Terra, sono molto settoriali. Stando così le cose ci cogliamo, sebbene intelligenti, una delle tante realtà del mondo, nel significato di mundus, cioè ordinato, cosmos appunto. Noi siamo coabitanti del mondo con tutte le altre specie “di erbe e animali”, condòmini, non domini-padroni. Ciò induce ad affermare che il mondo degli animali, vegetali e minerali appoggia sul diritto autonomo di sussistenza, che significa diritto al riconoscimento della reciprocità paritaria.
Il rispetto emozionale, ad esempio, per gli animali è una devianza, perché ogni essere è dotato di diritti propri. Il contrario è disordine contro la legge del cosmos, appunto dell’ordine naturale. Se noi ci alimentiamo di erbe e animali seguiamo la legge di natura per la sopravvivenza (il pesce grosso mangia il più piccolo), ma senza maltrattamenti, senza disprezzo del verde e del suolo. Non è offesa mettere in mostra allo zoo animali per nostro depravato divertimento? E se noi fossimo messi in gabbia e sbertucciati dagli animali non sarebbe un iniquo atteggiamento? Che insensatezza cacciare per divertimento, che spregio ai diritti degli animali! Tutto questo, detto in forma esemplare, per affermare una semplice verità: siamo condòmini dell’universo. Questa è la nostra collocazione. Prendiamone coscienza. “Chi ignora sarà ignorato” (Sant’Agostino, Lettera 169)