Serina, estate 94. Due squadre da tre. Un portiere unico neutrale. Una sola porta, con la regola dell’uscire se l’azione precedente era dell’altra squadra. Campetto per usare un eufemismo. Portico di seconda casa in leggera salita con tanto di gradini oltre la metà campo. A lato il solito tavolo pomeridiano di scopa di zio Piero e soci. Si vede un ragazzo con la maglietta di Brolin, dall’altro io con quella di Hassler. Si parte alle 14 col rinvio del portiere. Grandi nomi da una parte e dall’altra: Stefano Luca e Mauro (il Brolin) e Daniele Damiano e io (Hassler). Ed in porta il padrone di casa Enzo. Guantoni alla Giovanni Galli e tuffi incauti da una parte all’altra sul terreno in cemento. Partono meglio loro. Stefano salta Daniele e serve Luca che di interno infila Enzo. Risposta nostra con triangolo oltre i gradini tra me e Daniele che fa sponda a Damiano il cui destro rimette l’incontro in parità. Poi d’improvviso tra l’afa di luglio che si taglia a fette, le nonne che stendono dai terrazzi e le ragazzine coetanee che si crogiolano alla fontana sul lungo torrente, si accende la luce del talento. Mauro addomestica un rinvio sui gradini, tunnel a Damiano e dribbling su di me. Enzo è lesto in uscita e gli piomba addosso ma il “Brolin” con tocco di esterno lo brucia in anticipo e insacca sul muro. Applausi dai terrazzi, le ragazzine si voltano.
Zio Piero dal tavolo delle carte dice sottovoce: “Il ragazzino è veloce di testa. Farà strada“. Nonna Maria interviene: “Il tè è pronto“. Ci vediamo tra un quarto d’ora. Ed è subito bagarre: Damiano al volo di destro obbliga Enzo a bruciare i guantoni e le ginocchia. Subito dopo ancora Mauro: gran dribbling ma Hassler non ci sta ed in takle si brucia il ginocchio, ma prende palla piena che finisce poi nel torrente. Nulla di che. 50 mila lire di pallone Adidas non vanno persi, ci pensa nonna Maria al recupero. E via si riparte. Enzo para di tutto da una parte e dall’altra. Ad un certo punto la luce si accende ancora. Damiano apre per Daniele, interviene Luca che sporca la palla sul canale di scolo dell’acqua, palla che scende verso i gradini, quasi sempre persa, invece no, non per Hassler che butta tutto il corpo in avanti e fa partire una rasoiata di sinistro ad incrociare da posizione impossibile. È il gol del pari. Stessa scena di prima. Le terrazze applaudono. Le ragazzine alzano lo sguardo. Zio Piero dal tavolo delle carte: “Il solito sinistro da posizione impossibile del Davide“. Il sole va calando. Il tavolo delle carte si svuota, ma mai senza qualche coda polemica. Anche il campetto si spopola. Tutti a casa con le solite sbucciature del dopo partita. Sono passati anni. Zio Piero al bar: “Ma ti ricordi il ragazzo con la maglietta di Brolin?” Annuisco. Certo che lo ricordo. Così come tutte quelle estati. Un pallone per amico, tanti amici per un pallone. Perché non si vive di ricordi ma i ricordi aiutano a vivere.