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Nella giornata di ieri i medici di famiglia hanno dovuto far fronte, nuovamente, ad un fermo dei servizi SISS (Sistema Informatico Socio Sanitario) che si è protratto per diverse ore e che ha, di fatto, paralizzato gli ambulatori della Bergamasca. Solo considerando l’ultimo mese si sono registrate anomalie gravi per ben 8 volte (concentrate soprattutto nelle ultime due settimane e per diverse ore al giorno) che si sono tradotte nell’impossibilità dei medici di inviare impegnative dematerializzate e certificati di malattia, con numerose ore di lavoro inutilmente sprecate.

L’impatto sulla nostra attivitàprecisa Ivan Carrara, Segretario Generale Provinciale FIMMG Bergamodelle continue disfunzioni del servizio informatico regionale è a dir poco drammatico. I tentativi di contattare il call center per ottenere l’apertura dei ticket per l’invio delle certificazioni di malattia si rivela spesso infruttuoso in queste situazioni, con attese infinite che per ovvie ragioni sono incompatibili con la nostra attività ambulatoriale. Le code nei nostri studi per problemi al sistema regionale sono ormai all’ordine del giorno, con grave disagio nostro e dei nostri pazienti“.

I medici di famiglia si chiedono perché Regione Lombardia continui ad utilizzare un sistema con queste sostanziali criticità e perché le promesse circa la possibilità di lavorare da remoto, senza essere vincolati alla postazione, siano state del tutto disattese. Ogni giorno i medici di famiglia aggiungono carico di lavoro sempre crescente la difficoltà di operare su sistemi informatici dove la velocità della rete risulta essere a dir poco ridicola.

Gli speed test nei nostri ambulatori – continua Carrara – rilevano velocità di download di 4.5 Mbps e di upload intorno ai 2 Mbps. Una connessione con la normale fibra (che già raggiunge la stragrande maggioranza dei nostri studi) garantirebbe prestazioni almeno 10 volte superiori. E non è neppure concesso al medico di utilizzare una propria connessione. Questo si ripercuote sulla velocità con cui inviamo ricette al sistema regionale, scarichiamo i referti dal FSE, inviamo certificati di malattia ad INPS ed accediamo alle molte (troppe!) piattaforme che dobbiamo utilizzare quotidianamente. In tutto questo lo spazio che possiamo dedicare al nostro (vero) lavoro di diagnosi e cura si riduce ulteriormente, eroso, come già è, dalle mille incombenze burocratiche“.

Chiediamo a gran voce, ancora una volta, – conclude Carrara – che si ponga rimedio a questa criticità, che si ascoltino le voci dei colleghi che si trovano ogni giorno a dover correre un percorso con ostacoli sempre più alti, prima che diventi realtà la scelta di alcuni colleghi di lavorare al di fuori del SISS, con tutte le conseguenze che questo può portare al sistema. In caso contrario ci riserviamo ogni tipo di decisione, tra cui anche quelle più impopolari che potrebbero, purtroppo, avere ulteriori ripercussioni negative sui cittadini, in quanto riteniamo necessario richiamare tutta l’attenzione possibile per risolvere questa situazione insostenibile per noi e per i nostri assistiti“.