Dopo l’ultima collaborazione dell’Accademia Carrara con gli istituti museali internazionali ( I Musici di Caravaggio dal Metropolitan Museum of Art di New York (visibili ogni venerdì 15-19, sabato e domenica 10-19) la pinacoteca di Bergamo annuncia l’esposizione del capolavoro di Tiziano Marte, Venere e Amore (1555-1560).
Quindi grazie alla disponibilità del Kunsthistorisches Museum di Vienna, che ha concesso fino ad ottobre l’esposizione dell’opera, le due grandi tele di Tiziano e Caravaggio si incontreranno incastrandosi perfettamente nell’itinerario della Carrara. E come dice il direttore del museo Cristina Rodeschini, i due dipinti amplificheranno senso, rimandi e suggestioni.
La mostra “Tiziano e Caravaggio in Peterzano” sarà visitabile dal 4 settembre al 26 ottobre.
Marte, Venere e Amore è l’abbraccio tra gli opposti: l’uomo e la natura; il guerriero che depone la spada e l’elmo sconfitto dall’amore e Venere che si abbandona all’amante. L’amore svolazza nell’aria, ma dovrà rassegnarsi per una volta e deporre arco e freccia. I due amanti sono già innamorati, non c’è bisogno del suo intervento, dal loro incontro nascerà, non a caso, Armonia.
A rendere il tutto ancora più incantevole è il dipinto di Tiziano. È un Tiziano degli ultimi decenni di vita: un disegno poco definito, una pittura quasi “di macchia”, un paesaggio rappresentato in modo sommario, con atmosfere inquiete. Noi abituati a un Tiziano nitido e luminoso, abituati all’armonia e alla quiete, è difficilmente riconoscibile in questi contorni disfatti che fanno apparire la sua opera come “non finita”. Ma questo è il Tiziano maturo, che si prepara verso l’ultima parte della sua carriera, e forse anche verso la sua morte. Lui morirà circa quindici anni dopo il dipinto Marte, Venere e Amore, il 27 agosto del 1576, a Venezia nella sua casa, si dice di febbre ma probabilmente di peste.