Si dice che il segreto del successo delle vendite del Maggiolino fosse dovuto ad una campagna di marketing basata sull’antico “stratagemma dell’autolesionismo”: partendo dal presupposto che nessuna persona di buon senso si danneggerebbe da sola, la fiducia nei confronti del persuasore può aumentare di molto nel momento in cui gli mostri concretamente di danneggiarsi. Ecco perché i primi slogan legati a questa vettura non esaltavano i pregi ma i difetti (es. “brutta solo fuori” oppure “rimarrà brutta più a lungo” …), creando un immediato rapporto di fiducia con i potenziali clienti che erano così, indirettamente, portati a vedere il numero elevato di vantaggi.
Pensando quindi a quanto sta accadendo a Roma in questi giorni e, facendo tesoro di alcuni preziosi feedback pervenuti da amici e lettori a seguito del mio precedente articolo, cogliamo l’occasione per una intervista all’on. Stefano Benigni di aiutarci a capire il momento storico che stiamo vivendo:
- Una strategia basata sul mostrare le proprie debolezze può funzionare solo se esse sono realmente trascurabili: le contestazioni sollevate dall’onorevole Renzi all’esecutivo hanno effettivamente un peso specifico così significativo oppure sono pretestuose?
In questi mesi purtroppo il Governo ha perso la grande opportunità di mettere a posto le tante cose che non hanno funzionato in questi anni. Un esempio? L’ultima manovra finanziaria, condita di sovvenzioni a pioggia e soldi spesi male: aumentiamo il nostro debito fino al 160% del PIL solo per finanziare ammortizzatori sociali e sussidi. Tutto questo non è abbastanza, il nostro Paese necessita di riforme strutturali, coraggio e lungimiranza a partire da una drastica riforma del fisco e una riduzione della burocrazia, investimenti strategici legati a infrastrutture, sanità, istruzione e formazione. Solo così possiamo ridare speranza ad un Paese in ginocchio. Tuttavia non credo che una crisi al buio o un voto anticipato dal risultato incerto possano garantire la stabilità che serve al Paese. - Leggendo molti commenti sui social emerge una sfiducia nei confronti della politica in quanto si lega ogni manovra in atto nel cercare una nuova maggioranza solo alla paura di ciò che si potrebbe perdere a seguito del cambiamento: è proprio così oppure c’è in atto qualcosa di virtuoso in queste dinamiche parlamentari?
Non dobbiamo dimenticare la cosa più importante: siamo nel pieno di una pandemia globale con 2 milioni di morti, una crisi non solo sanitaria ma anche sociale ed economica. Abbiamo dovuto rinunciare alle nostre abitudini, ai nostri affetti, alla nostra libertà di muoverci. Molti cittadini anche al proprio lavoro, con il rischio di veder stravolto il proprio futuro. Una parte della politica – a sinistra ma anche a destra – intanto è impegnata a fare propaganda, a racimolare consensi sulla pelle degli italiani quando invece servirebbero serietà e coesione per affrontare e superare al meglio la fase più drammatica degli ultimi decenni. - Dall’inizio della pandemia la strategia comunicativa del governo è caratterizzata dal voler persuadere qualcuno a fare qualcosa ponendo la prospettiva di una perdita qualora ciò non venga fatto; oggi l’efficacia di questo approccio sembra non funzionare più con comprensibile dissenso da parte della popolazione ad ogni restrizione; ma cosa realmente può ricreare una clima collaborativo tra i cittadini e le istituzioni e, soprattutto, tra i parlamentari stessi al di là del partito di appartenenza?
Solo superando le ideologie potremo affrontare questa Pandemia e far ripartire – insieme – il Paese. Abbiamo più di 200 miliardi da investire con il Recovery Plan per fare ripartire gli investimenti e l’economia, una cifra pari alla somma di 10 leggi di bilancio (che arriva una volta sola), una campagna vaccinale che dovrà raggiungere almeno il 70% della popolazione, la scuola che deve ripartire nella totale sicurezza, i ristori affinché nessuno sia lasciato indietro. Non è una missione impossibile ma occorre un Governo serio, non litigioso, di responsabilità nazionale, dove ognuno mette un pezzettino di idea buona, senza guardare al consenso ma pensando al futuro delle prossime generazioni.
Nel ringraziare l’on. Stefano Benigni per la sua disponibilità cogliamo, in queste sue parole, un elemento non trascurabile: l’immedesimazione nel punto di vista dell’altro può essere davvero quella pratica virtuosa che ci potrebbe consentire di trasformare le avversità in occasioni conquistando, sia noi cittadini una stabile e profonda serenità al di là delle restrizioni e/o delle rinunce (purchè siano ben motivate). Sono il primo a riconoscere che questa pratica dell’immedesimazione può risultare come qualcosa di difficilmente digeribile in questo momento storico; proprio per questo la sfida è quindi cercare, nella nostra quotidianità, qualcuno che testimoni già oggi con la sua vita i vantaggi derivanti da questa posizione e stare con lui/lei. Infatti quando il cammino è faticoso, il primo passo per affrontarlo è condividerlo con qualcuno.