A fine settembre, più precisamente il 30, c’è stato il sessantesimo anniversario di una serie animata molto famosa: “The Flintstones”, meglio conosciuta in Italia con il nome “Gli Antenati”. E’ stato fatto anche un film del 1994 diretto da Brian Levant. Tra i tratti inconfondibili di questa serie ricordo in particolare l’urlo di Fred “Yabba-Dabba-Do” e la automobile che va a pedate. Quando da bambino (anni 80 – 90) parlavo con mio papà di automobili la convinzione che emergeva è che una vettura, per essere meritevole, doveva essere “veloce e potente” e questo perché rendeva l’esperienza di guida qualcosa di speciale.
Sempre ai quei tempi, poteva accadere di trovarsi di fronte a dibattiti, anche pubblici, durante il quali se qualcuno provava ad introdurre criteri diversi di progettualità dei mezzi, oggi diremmo parametri di produzione più “eco – sostenibili”, gli stessi venivano un po’ ridicolizzati con affermazioni del tipo “quelle sono le auto dei Flintstones” come ad evidenziare che si trattava di forme di mobilità ampiamente superate perché analoghe al “carretto trainato dai buoi”.
La divisione culturale quindi era abbastanza netta: da un lato l’auto moderna mentre dall’altro l’auto Flinstones. Gli anni sono passati e le discussioni sull’auto del futuro sono più attuali che mai, ma il contesto e la sensibilità delle persone è ampiamente mutato. E’ bello vedere come oggi l’attenzione verso l’ambiente sia sempre più diffusa e come anche diversi produttori del settore automobilistico stiano sempre di più rivolgendo i loro investimenti verso innovative forme di mobilità. Nel panorama attuale emergono pertanto dinamiche completamente nuove e cosi oggi le progettualità si orientano, principalmente, sue due scelte: auto elettriche oppure auto alimentate a idrogeno.
La novità di questo dialogo risiede nel fatto che siamo comunque in presenza di due soluzioni che, in ogni caso, non si presentano in maniera esclusiva, né tantomeno in competizione l’una con l’altra. Il bello del periodo storico che stiamo vivendo risiede pertanto anche nel fatto che l’antagonismo non sembra essere più un tratto distintivo delle discussioni, anche sui media, legati a questo tema ma, anzi, si ragiona su prodotti che in ogni caso cercano di impattare positivamente sull’ambiente offrendosi ai consumatori in un’ottica di complementarietà.
Al di là di quale sarà, alla fine, l’opzione più gradita ai clienti la grande opportunità culturale legata alle nuove forme di mobilità sostenibile risiede nel fatto che in tanti professionisti ci sia il desiderio di provare a sviluppare progetti immaginando nuovi mezzi di trasporto che abbiano nel proprio Dna il rispetto della natura e, di conseguenza, una superiore qualità della vita per le comunità in cui questi mezzi saranno impiegati.
Il tema della mobilità sostenibile è, però, ancora più ampio e può coinvolgere attivamente ognuno di noi, se lo vogliamo, perché il focus è il miglioramento della qualità della vita delle nostre comunità e il benessere del nostro pianeta. Abbiamo il potere, con i nostri talenti e attitudini che ci sono stati dati, di immaginare progettualità che aprano a nuove strade percorrendole, come in parte già sta avvenendo, a colpi di pedalate come dei novelli Flintstones riscoprendo l’attualità dell’urlo di Fred come nuovo clacson della nostro andare per Bergamo, l’Italia, il Mondo. Con sostenibilità.