Sono stati presentati oggi gli orti collettivi della Malpensata che sono parte di un progetto complessivo di riqualificazione delle aree verdi del quartiere, previsto nel programma nazionale per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie “Legami urbani”, comprendente tre interventi: il bosco, l’area cani e gli orti.
“Le opere realizzate – dichiara l’Assessora al Verde pubblico Marzia Marchesi – sono il frutto delle indicazioni ricevute dalla cittadinanza in un percorso di progettazione partecipata durante il quale sono emersi, come elementi determinanti, la sensibilità alla coesione sociale e la necessità di rinnovamento e sicurezza. Questi orti che si presentano con un’immagine completamente nuova, semplice e con arredi poco convenzionali, rappresentano un esempio che coniuga valorizzazione del verde pubblico con un’idea di quartiere inclusivo non solo in relazione alle scelte progettuali, ma anche nel patto di collaborazione tra Comune di Bergamo e Fondazione Opera Bonomelli, che impegna gli ospiti del Nuovo Albergo Popolare nella loro cura.”
Gli orti, che si sviluppano in un’area rettangolare di via Mozart – via Leoncavallo, sono stati quindi progettati e realizzati con particolare attenzione al tema dell’inclusione e condivisione a partire dalle soluzioni dedicate alle esigenze delle persone diversamente abili che possono accedere a tutte le zone principali (sosta, compostaggio, casetta con servizi igienici e ricovero attrezzi), a tutti i settori e ai tavoli di coltivazione. La convivialità è particolarmente garantita dal pergolato, arredato con poltroncine formate da due pallet ricostruiti con legno di larice e un tavolino basso con pallet sovrapposti sempre in legno di larice, che permette una piacevole sosta all’ombra; e dal lungo tavolone dell’area di sosta, alle cui spalle sono posti alcuni pannelli in legno con disegni di fiori perenni da taglio o di piante officinali.
Completano l’allestimento verde alcuni cespugli di Rosa White Perpetual, Rubus idaeus e Campsis grandiflora, e una filiera di alberi da frutto a spalliera (pero, albicocco, susino nero, susino bianco, ficus carica, diospyros kaki).
“Quella dell’orto comunitario è un’esperienza che realizza concretamente quel principio di coesione, solidarietà, messa in rete di conoscenze e competenze così importante per rendere il quartiere un luogo sempre più ricco di relazioni e una comunità sempre più “umana”. – afferma l’Assessora alle Politiche sociali Marcella Messina – Quella dell’orto della Malpensata rappresenta in più un’occasione per sperimentare modelli di condivisione e co-gestione tra cittadini residenti nella zona e persone in condizioni di svantaggio e fragilità che, in uno spazio naturale integrato nel contesto cittadino, possono incontrarsi e integrarsi tra loro. L’esperienza del coinvolgimento degli ospiti del Nuovo Albergo Popolare nella gestione di questi orti, che ha mosso i primi passi in questi mesi, si dimostra già molto positiva e costruttiva nel suo obiettivo di “rigenerazione” individuale e sociale.”
“Piantare, coltivare, raccogliere sono attività che ci riportano a contatto con la terra, alle nostre origini e ci aiutano quindi a riscoprire “nel fare” i nostri valori fondamentali e la libertà. – racconta il direttore del Nuovo Albergo Popolare Giacomo Invernizzi – Gli orti della Malpensata sono un luogo agricolo e sociale importante, un luogo bello da vedere e da vivere i cui prodotti potranno essere valorizzati nell’ottica della condivisione. Il progetto, che ci vede impegnati nella cura di questo spazio verde, rappresenta per i nostri ospiti un’opportunità importante per intraprendere un percorso relazionale e occupazionale da protagonisti.”
La Fondazione Opera Bonomelli sarà quindi l’ente gestore degli orti. La cura del territorio e la promozione della produzione e della raccolta di ortaggi permetterà di creare relazioni tra i cittadini che abitano la Malpensata. L’attività sarà portata avanti con il coinvolgendo degli ospiti della struttura e delle realtà del quartiere con l’obiettivo di far vivere a tutti questo bene comune in modo positivo.
Gli obiettivi specifici della Fondazione sono: mantenere curata e bella la zona; renderla vivibile in modo positivo dalla cittadinanza; monitorare la presenza di persone con fragilità che potrebbero stazionare per lungo tempo, incontrarle, conoscerle ed orientarle presso i servizi del territorio.
Per perseguire questi obiettivi, la Fondazione si occuperà della pulizia dello spazio in collaborazione con chi è incaricato della cura del verde, dell’incontro e conoscenza delle persone fragili, dell’orientamento delle persone fragili presso i servizi del territorio, di riportare periodicamente la situazione dell’area all’amministrazione. Questo impegno prevede il coinvolgimento di due persone che possano svolgere un tirocinio lavorativo di circa 20 ore settimanali, monitorate e accompagnate da un educatore per 10 ore settimanali che possa svolgere in modo competente anche la fase di aggancio, ingaggio e orientamento delle persone fragili incontrate. Oltre a questo, si aggiunge la disponibilità di un referente della Fondazione di incontrare in modo più approfondito le persone che graviteranno nella zona per comprendere la possibilità di accoglierle presso i servizi dell’Opera Bonomelli.