È passato qualche giorno dal drammatico incendio che ha distrutto la Torre dei Moro, il grattacielo ubicato a Milano in via Antonini e sono, pertanto, ancora vive nella nostra memoria le devastanti immagini che mostrano come, in poco tempo, i 16 piani dello stabile siano stati ridotti in una struttura annerita. Ancora ignote le cause; ciò che fa destare ancora più clamore è il fatto che non si trattasse di un fabbricato datato visto che era stato inaugurato soltanto dieci anni fa.
Sicuramente le indagini faranno il loro corso e verranno indentificate le responsabilità; tuttavia, è utile porsi una domanda: ma quanti incendi accadono in Italia e, soprattutto, quali sono gli strumenti con i quali i titolari delle abitazioni possono prevenire questi eventi e, qualora purtroppo accadano, tutelarsi evitando così di ritrovarsi in condizioni analoghe a quelle delle famiglie del condominio milanese rimaste senza nulla?
Leggendo l’annuario statistico del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, consultabile al sito www.vigilidelfuoco.it, si possono ricavare molti dati preziosi, un quadro statistico della situazione in Italia. Analizzando i dati emerge, ad esempio, che tra le tipologie d’interventi effettuati dai vigili del fuoco una percentuale concerne situazioni connesse ad incendi ed esplosioni:
E i luoghi in cui si registra una percentuale significativa di questi eventi sono proprio, purtroppo, le abitazioni:
Con quali strumenti è possibile quindi tutelarsi? Probabilmente ognuno di noi avrà qualche nozione teorica relativa alla “prevenzione incendio” ma spesso ciò che ci “sostiene” nel non approfondire adeguatamente questo tema è una forma mentis scaramantica che può essere riassunta nell’affermazione “tanto a me non può capitare”.
Purtroppo, questi dati ufficiali ci dicono che non è così ed ecco quindi che, per il drammatico episodio dell’ incendio della Torre di Milano, appare come un elemento rassicurante il fatto che la struttura era assicurata con una importante compagnia di assicurazione con un massimale elevato che, al netto dei riconoscimenti delle varie responsabilità, potrà essere certamente uno strumento di tutela sociale per le famiglie colpite dall’incendio.
Spesso le polizze assicurative vengono viste come “tasse da pagare” e, pertanto, ci si assicura il meno possibile limitando, ad esempio, la tutela della casa ad una polizza “incendio e scoppio classica” collegata al mutuo di casa che, però in caso di evento, salvaguarda principalmente solo il credito della banca.
Tutelare la propria famiglia e la propria abitazione rappresenta, inoltre, anche un atto dal grande valore civile atteso che esiste una garanzia dal nome “ricorso terzi da incendio” che copre anche i danni che possano essere arrecati agli appartamenti dei nostri vicini in caso di evento che colpisca la nostra abitazione.
Un condominio, quindi, in cui tutti siano assicurati è la prima forma di “buoni rapporti di vicinato” dando vita così ad una rete di protezione “condominiale” che, in caso di danno, possa fare sentire tutti meno soli.
Articolo interessante scritto molto bene e che affronta un argomento poco approfondito che merita attenzione
La risposta che purtroppo mi viene in mente è : “nessuno”.
Una risposta che deriva dalla lettura di decine di commenti (qui su Linkedin, non su altre piattaforme social!) relativi proprio all’evento in questione.
Si tira in ballo la colpa del costruttore (da mettere in prigione o espropriare di tutti i suoi beni), lo “Stato” che ora ha il dovere di tutelare gli sfollati senza abitazione, la “mancanza di regole” che permette questi disastri.
E i commenti che riguardano le assicurazioni? Ci sono, ma, beh, sono come al solito caratterizzati da sfiducia e diffidenza (“troveranno un cavillo per non pagare”, “chissà se e quando riavranno qualcosa, dopo le perizie”, eccetera).
Sono oltre 20 anni che opero nel settore assicurativo, ma ancora mi stupisco (in senso negativo) della reazione delle persone di fronte a sinistri che distruggono vite e patrimoni faticosamente costruiti in anni di sacrifici. La propensione alla protezione assicurativa è ancora estremamente bassa.
L’insegnamento, quindi? Mi spiace, ma credo sia quasi nullo.