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Impediti nelle nostre normali abitudini da più di un anno, ora c’è voglia di ricominciare, di riprenderci la nostra libertà. Sì, ma quale? Che contenuti dare alla libertà? Gli uomini si sono differenziati dagli altri esseri viventi per la capacità di cooperare (M. Tomasiello). La cooperazione spiega l’enorme evoluzione della nostra civiltà. Basta a definire l’essere umano? La storia ha fatto balzi per grandi figure di innovatori. L’uomo è un grande innovatore: “l’uomo è la capacità di essere un nuovo inizio” (S. Agostino).

Sembra che la libertà sia collegata a questa capacità di innovare, un’innovazione che non è semplicemente causale o funzionale. Gli animali si muovono per trovare cibo, camminano per sopravvivere; l’uomo si muove anche per danzare, per gesti gratuiti, inseguendo sogni di fantasia come il bambino o costruendo algoritmi astratti come l’adolescente.

La libertà si collega al sentire dell’uomo, soggetto “patico”, che soffre di limiti e degli urti della realtà. Sentiamo le cose come piacevoli o spiacevoli, avvertiamo emozioni di buona riuscita o di pericolo, ci strutturiamo secondo preferenze.

Siamo liberi perché vogliamo, agiamo, prendiamo iniziative, non semplicemente soggetti ad eventi esterni. Altra dimensione della vita personale dell’uomo è il pensiero: conosciamo e giudichiamo, godendo dei nostri pensieri e delle nostre elucubrazioni.

Severino Boezio ha voluto sintetizzare queste capacità nel concetto di persona: sostanza individuale di natura razionale (rationalis naturae individua substantia). In quanto individuo razionale l’uomo è libero e responsabile, libero di peccare, accusabile se viola la legge, capace di agire per emozioni e ragioni, cedevole all’istinto o rispondente al vero. L’idea di individuo di Boezio sottolinea il proprio di ciascuno. La persona non è una generica etichetta applicabile ad una moltitudine, una fotocopia riproducibile a piacere. E’ piuttosto la particolarità di ciascuno, il proprio autentico (haecceitas) che caratterizza ogni uomo, che ognuno im-persona, in-carna, in-scena a suo modo.

Componente dell’individualità è la libertà, ciascuno facendo cose diverse, chi il musicista, chi il filosofo, nell’amore come nella religione o in politica.

La libertà è un agire senza costrizioni, come si proclamò con la Rivoluzione francese, l’essere non più sotto tutela. La libertà si spostò poi sui contenuti: capacità di determinarsi, in che condizioni, con quali limiti? Il libero arbitrio non scioglie da cause o motivazioni. Amo Bach e perciò vado a sentirlo in un concerto. D’altronde diverso è scivolare su una buccia di banana e andare a dormire perché si è stanchi. Si parla in questo caso di motivazione, in quanto non legata a una catena meccanica. L’azione richiede un consenso, consegue alla decisione. Le azioni costituiscono il tessuto della nostra vita ma non sono concatenazioni, pezzi accostati.

La libertà forma la nostra individualità. Decidere è iniziare. Decido confermando o dissentendo rispetto a un progetto, a una domanda. La scelta può essere sofferta, coinvolge sempre l’io. Dipende dalla situazione, dai momenti. Diverse sono le scelte di gioventù rispetto a quelle dell’età adulta, più radicali le prime, a corto raggio le seconde. Le decisioni emergono in vista di un futuro possibile e si snodano da una storia passata. L’io è come il cursore che si ferma su una parola. Mi costituisco in base alla decisione. Le mie azioni a volte sembrano senza spiegazione, gratuite, come momenti di grazia dell’artista che crea senza ben capire come e perché. Pensiamo all’iceberg che sotto nasconde molto di più. “C’è in noi un non so che di armonico” diceva Leibniz. Iniziamo, progettiamo, siamo “originaria origine in movimento”.

La libertà ritorna nel dibattito contemporaneo. La persona non è una macchina biologica. Non siamo individui composti di parti estranee. Ogni nostro momento si lega a quello precedente e anticipa il dopo e così costituiamo l’identità, la nostra vita vissuta. Siamo esseri nel tempo, vita pensante, insieme di sensi, alla ricerca di un sempre nuovo senso.


A cura di Mauro Malighetti (sintesi di una lezione di Roberta de Monticelli (docente dell’Università San Raffaele di Milano) Iniziare: la facoltà del nuovo e il libero arbitrio, del 23 marzo 2021 nell’ambito della programmazione di Noesis).


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