Gabriele Giudici (27 anni, di Ciserano) da quando aveva 19 anni è iscritto al PD e ai Giovani Democratici, di cui è il Segretario Provinciale dal 2018. E’ laureato Architettura e in Management of built environment. Vicesindaco di Ciserano dal 2019 da un anno e mezzo lavoro come libero professionista nel settore dell’Architettura e dell’edilizia. Nel PD è componente della Segreteria e della Direzione provinciale.
Due anni decisamente complicati: pandemia, guerra, crisi energetica, ora la siccità. Come vede il futuro un giovane impegnato nella politica come lei?
Cerchiamo sempre di essere positivi, con la consapevolezza che le cose miglioreranno solo se, tutti insieme, ci impegniamo nella società, in politica e nel privato verso comuni obiettivi. Gli anni che ci lasciamo alle spalle sono stati molto complessi, ma credo che le sfide del nostro tempo siano appena iniziate, soprattutto sotto il profilo ambientale e sociale. Solo se prendiamo consapevolezza che quelle che viviamo con sempre più intensità non sono ‘’crisi’’ ma cedimenti di un sistema non più sostenibile, possiamo prendere coscienza dei problemi e agire di conseguenza.
Quali strategie avete adottato per far avvicinare i giovani alla politica e di conseguenza all’impegno pubblico?
In politica non ci sono delle ricette per avvicinare i giovani. I nostri coetanei si avvicinano se vedono impegno, idee forti e passione. Restano se l’ambiente che si offre loro per fare politica è inclusivo, stimolante e sano. Per questo il senso di appartenere ad una comunità ampia è stata la nostra azione principale in questi anni, nei Giovani Democratici.
Quali azioni hanno caratterizzato questo periodo da Segretario Provinciale dei Giovani Democratici Bergamo?
Abbiamo agito sui temi che crediamo più importanti per la nostra generazione. Abbiamo lavorato molto sulla scuola e sull’università, portando idee e proposte credibili per ampliare il diritto allo studio, per garantire una formazione accessibile e di qualità, spesso collaborando con varie realtà studentesche, tanto nelle scuole Secondarie quanto nelle Università. Ora, ad esempio, stiamo portando avanti una richiesta di riforma del PCTO-Alternanza scuola lavoro, che dal nostro punto di vista deve essere profondamente riformata: così non funziona. Abbiamo poi incentrato il nostro impegno sul lavoro: contro il lavoro povero, contro il precariato, per l’istituzione del salario minimo, contro le forme di sfruttamento, aderendo e contribuendo alla nostra proposta di legge nazionale ‘’lo stage non è un lavoro’’ e realizzando un documentario sul problema del fenomeno della logistica nella bassa bergamasca (https://www.youtube.com/watch?v=U8XCzMK2KUM). Questo tema si è poi legato all’impegno per l’ambiente. Nel 2021 è uscito un nostro libro ‘’Effetto Domino’’ (https://www.youcanprint.it/effetto-domino-gioco-dazzardo-con-leredita-dei-figli/b/db151acc-7517-5784-a4c3-04451f75d4d7? ) per sensibilizzare le coscienze verso un problema non più prorogabile. Forte è stato il nostro impegno, inoltre, per i diritti civili e per la pace: questioni che i nostri coetanei, e non solo, sentono molto, soprattutto nell’ultimo periodo.
Cosa differenzia voi giovani militanti dalla vecchia guardia del PD?
Più che marcare le differenze a noi interessa portare nel Partito una visione nuova su molti temi, che possa essere più attuale e incisiva. La giovanile di Partito non deve essere una ‘’palestra politica’’, ma un luogo di discussione che del Partito ne sia l’avanguardia, collaborando sinergicamente per i risultati.
Voi siete per il salario minimo oppure ritenete che la materia dei contratti di lavoro sia puramente prerogativa sindacale?
Noi siamo per il salario minimo. Crediamo che la contrattazione collettiva sia un pilastro del nostro mercato del lavoro e riteniamo insostituibile il ruolo che i sindacati svolgono nel nostro paese. È però innegabile che, da sola, la contrattazione collettiva non riesca più ad essere incisiva come in passato per migliorare la vita dei lavoratori e delle lavoratrici. Per questo, degli aiuti normativi, fra cui il salario minimo, non solo possono evitare molte derive del lavoro povero, ma siamo convinti possano dare anche più forza ai sindacati stessi. Il Paese ne ha bisogno, i giovani in particolare.
Come ti spieghi e come spiega ai suoi giovani quello che è successo in Parlamento qualche giorno fa con la caduta di Draghi?
La spiego per quello che è. Il Governo Draghi si reggeva su un equilibrio precario di quasi tutto l’arco costituzionale. In una situazione di maturità di tutte le forze politiche si sarebbe potuto continuare per 8 mesi con il Governo attuale, votare la finanziaria e procedere sul PNRR, parlamentarizzando i temi più politici e divisivi, dal momento che inevitabilmente sarebbe partita la campagna elettorale. La destra, sfruttando il folle errore dei 5stelle, ha preferito la speranza di più poltrone ad una sicurezza maggiore per l’Italia.
Una brutta salita per il Pd le elezioni del 25 settembre. Obiettivamente che risultato ti aspetti dalle urne?
Mi aspetto un buon risultato se la nostra campagna elettorale sarà incentrata sul coraggio delle idee. La destra, invece, mi sembra più preoccupata a farsi le scarpe a vicenda per la premiership piuttosto che pensare ad un’idea idea di Paese.
Lei ha anche un ruolo nell’Amministrazione locale di Ciserano. Non avverte una lontananza dai centri di potere politico regionale ma soprattutto nazionale?
Spesso capita che i Comuni si sentano abbandonati dai livelli superiori. Negli ultimi 2 anni sono arrivati più bandi ed erogazioni rispetto al passato, ma sulle iniziative che interessano un intero territorio spesso mancano i luoghi del confronto e le scelte vengono subite piuttosto che costruite insieme. Per questo, soprattutto in un territorio come il nostro, riteniamo che sia necessaria una riforma della legge Delrio, per poter dare maggiore legittimità politica ed istituzionale alle province. La Lombardia ha 10 milioni di abitanti, tanti quanto il Portogallo, la Provincia di Bergamo ha 1.100.000 abitanti, più di molte Regioni Italiane. Serve un livello intermedio che abbia più forza di ora.
Il sindaco Gori ha rinunciato a candidarsi. Come leggi la sua decisione?
La leggo come un gesto di serietà e di passione nei confronti della città che dal 2014 amministra. Bergamo in questi anni è cambiata, ed è cambiata in meglio. Come lui ritengo che sia importante continuare per questa strada, gettando le basi per il prossimo futuro.
Tre parole per i prossimi dieci anni decisive per l’Italia?
Ambiente, lavoro, digitalizzazione.