“L’amicizia e la verità sono cose care, ma è cosa santa onorare di più la verità”
(Etica nicomachea)
Una introduzione alla filosofia di Aristotele che sia adeguata ad un’opera che si propone di delineare le linee essenziali del suo pensiero, non può sottrarsi dal cominciare dal confronto con quello che fu il suo grande maestro, Platone. E per comprendere meglio similitudini e divergenze tra questi due giganti dell’antichità e approcciare in modo più consapevole il loro pensiero, ritengo opportuno iniziare dal contesto storico nel quale ciascuno di loro ha vissuto.
Anche se gli anni che separano Platone da Aristotele furono pochi, il tempo storico sembra aver subito un profondo cambiamento. La crisi delle polis, e il loro progressivo asservimento all’avanzata della potenza macedone, apparve irreversibile. La nuova cornice storico-politica non tardò a riflettersi sul clima di interesse e di fiducia nelle istituzioni politiche che in epoca Aristotelica segnò probabilmente il suo minimo storico. Se infatti prima i cittadini mostravano interesse e partecipavano in qualche modo al governo del paese, in epoca aristotelica, sentendosi esclusi dalla gestione della cosa pubblica, finirono per perdere quella passione politica che rappresentò la molla del platonismo.
Visto il differente quadro socio-politico nel quale hanno vissuto i due filosofi, non stupisce come la politica, che per Platone era la finalità della sua filosofia, per Aristotele passò in secondo piano. Se, infatti, in Platone prevale il momento politico-educativo, in Aristotele a predominare è quello conoscitivo e scientifico. Il fine della filosofia aristotelica diventa la conoscenza disinteressata della verità, lo studio fine a se stesso delle scienze e della realtà, in tutti i suo molteplici aspetti. In sostanza il filosofo non più guida ed educatore in vista di una società giusta e razionale, resta un sapiente, uno scienziato-professore col compito di conoscere a fondo la realtà e la natura.
La diversità di scopi fu la conseguenza di una divergenza che piantava le radici nelle fondamenta delle rispettive filosofie e che può essere espressa in questi termini: Platone vide il mondo secondo un’ottica verticale, gerarchica, e distinse, in un marcato dualismo, le realtà vere da quelle apparenti, Aristotele, invece, secondo un’ottica orizzontale e unitaria. Per questo a differenza del maestro, che ordinava le tecniche e le scienze in base alla loro importanza, scelse di mettere tutte le forme di sapere scientifico sullo stesso piano. L’insieme di queste discipline costituisce l’enciclopedia del sapere, in cui si rispecchiano i molti aspetti dell’essere.
Questa rinnovata prospettiva pianta le radici nel mutato contesto culturale nel quale visse Aristotele. Un quadro culturale caratterizzato dalla presenza di una molteplicità di scienze in espansione, che, dopo essere riuscite a resistere al tentativo platonico di essere ricondotte in un sistema piramidale, rivendicano a gran voce la loro dignità e la propria autonomia. E la filosofia può discostarsi dalle altre discipline perché, priva di un qualunque scopo, non si cura di organizzare il sapere, di dare un ordine al discorso (Platone) ma, piuttosto, di interrogarsi sul senso delle cose; per questo, lungi dall’assegnare un valore, un ordine di importanza alle forme della conoscenza, preferisce interrogarsi sull’essere e sulla realtà in quanto tale.
Una delle più importanti obiezioni che Aristotele mosse al suo maestro riguardò il rapporto stabilito fra idee e realtà sensibili che venne sostanzialmente capovolto. Come può essere, si chiedeva Aristotele, che le idee delle cose possano nascere prima delle cose stesse? Fu così che con audacia l’allievo stravolse il caposaldo del maestro (e con esso il dualismo ontologico su cui si basava la sua dottrina) e la priorità non appartenne più alle idee ma alle cose sensibili, alle sostanze prime e individuali. Non più, quindi, le cose ad essere copie e imitazioni delle idee ma le idee ad essere dipendenti dalle cose.
Un’altra fondamentale critica che Aristotele mosse a Platone, e ai sostenitori delle idee, è che, proponendosi di conoscere le cause delle realtà sensibili, essi hanno introdotto altre realtà (le idee) in numero uguale o anche superiori a queste, così che in luogo di ricondurre le realtà sensibili a un numero più limitato i cause, come si procede quando si vuole organizzare una molteplicità di dati, finirono per ricondurle ad un numero persino maggiore. Ciò è dovuto per Aristotele all’errore di voler porre idee anche là dove non ci sono sostanze e persino alle realtà eterne. Anche la celebre teoria “del terzo uomo” con la quale in sostanza ci si accorge dell’assurdità di creare idee dalle idee, concepita dallo stesso Platone, ha messo in luce tutte le carenze della sua dottrina. Queste criticità e altre ancora hanno appunto comportato, e Aristotele ne è convinto, che anziché spiegare le cose, riconducendo la molteplicità individuale all’unità dell’universale, la teoria delle idee ha ottenuto il risultato esattamente inverso, cioè la loro moltiplicazione all’infinito, rendendole in tal modo del tutto inaccessibili all’intelletto.
Per questo, Aristotele sentì fin da subito il bisogno di fondare una sua scuola indipendente dall’Accademia, e la chiamò il Liceo. Queste due scuole diedero origine al più celebre dualismo della cultura occidentale, quello tra platonici e aristotelici. Ritengo che l’immagine maggiormente evocativa delle loro filosofie è data dallo splendido affresco dipinto da Raffaello nel 1509, Scuola d’Atene. Il grande pittore italiano colloca i due filosofi al centro della scena: Platone leva la mano in alto, indicando il cielo (il luogo delle idee e della verità), mentre Aristotele la stende davanti a sé, indicando la terra (luogo della natura e delle sostanze prime). Due modi opposti di guardare la realtà e cercare la verità delle cose.
STORIA DELLA FILOSOFIA. TUTTE LE LEZIONI PUBBLICATE
Lezione 1: Le origini della filosofia in Grecia. La scuola ionica
Lezione 2: Eraclito, filosofo del Panta rei
Lezione 3: Pitagora, non solo filosofo ma taumaturgo e astronomo
Lezione 4: Parmenide e le vittime dell’illusione dei sensi
Lezioni 5: I paradossi di Zenone. Vi dicono qualcosa Achille e la tartaruga?
Lezione 6: Anassagora e i semi originari della materia
Lezione 7: Empedocle e le quattro radici: fuoco, aria, terra e acqua
Lezione 8: Democrito, padre della fisica
Lezione 9: La sofistica. Come si monetizzava nell’antichità con la filosofia
Lezione 10: Protagora. L’uomo è misura di tutte le cose
Lezioni 11: La filosofia di Gorgia su essere, conoscenza e comunicabilità
Lezione 12: La tragedia greca con i quasi filosofi Eschilo, Sofocle ed Euripide
Lezioni 13: Eschilo, padre della tragedia greca
Lezione 14: Sofocle e l’innovazione della tragedia greca
Lezione 15: Nella tragedia greca di Euripide stranieri e servi entrano in scena
Lezione 16: La filosofia di Socrate così spaventosa per politici e potenti
Lezione 17: Socrate e il rifiuto di filosofare per iscritto
Lezione 18: Socrate. Le affinità con i Sofisti e con Platone
Lezione 19: Antropocentrismo filosofico di Socrate
Lezione 20: Socrate e la consapevolezza della propria ignoranza
Lezione 21: Ironia come metodo
Lezione 22: La maieutica di Socrate per un genuino punto di vista sulle cose
Lezione 23: Il tì èsti di Socrate (che cos’è?) e la nascita della parola concetto
Lezione 24: Il significato della virtù per Socrate, non dono ma conquista
Lezione 25: La scienza del bene e del male e l’arte del saper vivere
Lezione 26: La religione in Socrate
Lezione 27: Le scuole socratiche: megarica, cinica e cirenaica
Lezione 28: Introduzione alla filosofia di Platone
Lezione 29: La vita di Platone, filosofo e lottatore
Lezione 30: I primi dialoghi di Platone e l’influenza di Socrate
Lezione 31: L’Iperuranio e il concetto di idea in Platone
Lezione 32: Platone. Il rapporto tra il mondo sensibile e il mondo delle idee
Lezione 33: La teoria della reminiscenza di Platone
Lezione 34: Platone e l’immortalità dell’anima
Lezione 35: Verità e opinione per Platone
Lezioni 36: Platone. Le passioni, ostacolo alla verità
Lezione 37: Il mito della biga alata di Platone. La distinzione tra anima e corpo
Lezione 38: Il mito della caverna di Platone. Cosa fare per diventare filosofo
Lezione 39: Platone e il mito dell’androgino raccontato nel Simposio
Lezione 40: Platone e il mito del demiurgo introdotto nel Timeo
Lezione 41: Platone. Il mito di Prometeo
Lezione 42: Platone il mito di Theuth e del suo comodo alfabeto
Lezione 43: Saper ragionare bene. Bello e giustizia in Platone/
Lezione 44: Lo Stato giusto secondo Platone
Lezione 45: Le tre classi dello Stato nella Repubblica di Platone
Lezione 46: Il comunismo platonico e la ricerca della felicità
Lezione 47: Platone e i segreti sull’educazione dei governanti
Lezione 48: Le degenerazioni dello Stato secondo Platone
Lezione 49: Il pensiero di Platone sulla scienza e l’arte imitativa
Lezione 50: Platone. La retorica a servizio della dialettica
Lezione 51: Platone. La dialettica come scienza suprema delle idee
Lezione 52: Platone. Il concetto di essenza e il concetto di esistenza
Lezione 53: Come Platone si sbarazza del problema del nulla e dell’errore
Lezione 54: Il bene per Platone, fine supremo del nostro agire
Lezione 55: Platone. Lo scopo educativo delle leggi verso il bene e il giusto
Lezione 56: Platone. La religione e l’ordine cosmico
Lezione 57: Platone nella storia della filosofia, da Aristolele a Husserl