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La famiglia italiana media non si origina più da un matrimonio. O meglio, lo prevede sempre meno. Nel 1950 si sono unite in matrimonio, in Italia, 356˙079 coppie, il 97,7% della quali l’hanno fatto in chiesa. Nel 2019 i matrimoni sono stati 184˙088, praticamente la metà, e di essi il 47,4% è stato celebrato in chiesa. Questi dati sono stati pubblicati da Roberto Volpi su la Lettura de il Corriere della Sera dello scorso 3 maggio, e derivano dalla lettura da lui fatta di 8 libri di saggistica sul tema del matrimonio in Europa e nel nostro Paese.

Volpi individua un periodo di svolta nella quantità di matrimoni nel periodo che va dal 1970, quando fu approvata dal nostro Parlamento la legge sul divorzio, al 1974, quando ci fu il referendum su quella legge – vinto da coloro che volevano mantenere in essere la legge. Nel quadriennio 1971÷1974 si raggiunse il picco massimo dei matrimoni celebrati, sempre oltre i 400˙000 l’anno con un picco di 418˙944 – con una percentuale sempre oltre il 91,6% di coppie che si sposavano in chiesa.

Dopo di allora la diminuzione è stata costante, con un ulteriore punto di svolta nel 2018 quando i matrimoni religiosi sono scesi al 49,9% e quelli civili hanno quindi superato la metà. In termini statistici, questa diminuzione è sintetizzata da un numero: quello dei matrimoni ogni 1˙000 abitanti: nel 1950 erano 7,6, nel 2019 sono stati 3,1. Diversa anche l’età. Nel 1950 ci si sposava poco oltre i 20 anni, nel 2019 l’età media dei neosposi è stata di 37 anni e quella delle neospose di 34. Ho usato il prefisso «neo» perché non sempre a sposarsi sono celibi e nubili – una certa quantità di persone si sposa per la 2ª o 3ª volta, e in quel caso le età sono ancora più mature.

Inoltre ho dovuto fare un altro sforzo retorico per non scivolare sul genere, e forse non ci sono riuscito… neospose, neosposi, ehm. Ma le leggi dello Stato si stanno adeguando alle richieste di matrimoni e convivenze sperimentate dalle persone vere. La famiglia è un istituto dalla lunghissima tradizione nella specie umana, ma il matrimonio è, come dire, sempre meno «tradizionale»!


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Guido Tedoldi

Nato nel 1965 nel milieu operaio della bassa Bergamasca. Ci sono stato fino ai 30 anni d’età, poi ho scelto di scrivere. Nel 2002 sono diventato giornalista iscritto all’Albo dei professionisti. Nel 2006 ho cominciato con i blog, che erano tra gli avamposti del futuro. Ci sono ancora. Venite.

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