Quello che è successo Napoli (proteste e scontri contro le chiusure) è solo la conseguenza di un gregge che non capisce chi sia il pastore al comando. Basta dare uno sguardo fuori dall’Italia. Nell’efficiente Svizzera già da qualche giorno hanno deciso di dare priorità a chi guarda avanti e negli ospedali faranno scelte su chi curare e chi no. Come riporta La Stampa, il protocollo prevede che, in caso di sovraffollamento delle terapie intensive, la rianimazione sarà negata agli anziani malati di coronavirus.
Non credo che in Svizzera siano decisioni prese a cuor leggero. Ma l’emergenza impone delle scelte anche drastiche. In Italia, invece, il premier dice una cosa, le Regioni un’altra e i sindaci un’altra ancora. Cosa possiamo aspettarci dai cittadini poi se nemmeno chi è al comando mantiene la barra dritta per meno di mezza giornata.
Si è sempre ripetuto che questa pandemia è come una guerra, ma si è dimenticato come si affronta una guerra: ossia non come una partita di calcio con tanto di strette di mano alla fine, ma con scelte coraggiose, di puro statalismo, dove non c’è spazio per il pietismo di natura democristiana di cui non riusciamo mai a liberarci. Abbiamo bisogno di un leader che dica l’esatto opposto del “non verrà lasciato indietro nessuno” perché il popolo lo sa che non è vero e non può avere nessuna fiducia in chi non ha credibilità, e questa la si crea solo rischiando.
Invece noi assistiamo al solito festival del paraculismo più estremo, dove ognuno prima di fare una dichiarazione guarda i sondaggi elettorali e non invece il deficit pubblico che si porter ora frequenta le elementari o l’asilo. Avanti di questo passo i bambini di oggi e futuri uomini di domani saranno costretti a pagare un prezzo altissimo solo per la totale mancanza di pelo sullo stomaco dei leader mediocri di oggi.