Biondi immobiliare

Immaginate una ragazzina nata e cresciuta in campagna che trascorre le giornate occupandosi delle faccende di casa, coltivando la terra e recitando le preghiere, una giovane donna il cui destino sembra già scritto, lo stesso di qualsiasi altra ragazza della sua età e della sua medesima estrazione umile: sposarsi, mettere al mondo dei bambini ed allevarli, passare le giornate tra le quattro mura domestiche. Questa ragazzina si chiama Giovanna, un nome molto comune nella Francia medievale.

Giovanna, una mattina, mentre si trova da sola nei prati della sua città natale, Domrémy, un piccolo villaggio nella Lorena, avverte una misteriosa voce proveniente dal cielo, una voce che le proclama un messaggio di speranza per la Francia, distrutta dall’invasione inglese durane la guerra dei cent’anni. Giovanna, inizialmente, si spaventa, teme di aver sentito le parole del diavolo, ma poi, quando l’evento si ripresenta, si tranquillizza e si emoziona, si convince che tali voci non sono diaboliche, hanno al contrario un’origine divina. Il messaggio che riceve è importante, è un’esortazione, un invito a combattere per liberare la Francia dalla dominazione inglese e portare il Delfino Carlo VII al trono. Giovanna, però, è una ragazzina molto religiosa, e ripudia la guerra, non ha mai impugnato un’arma e non sa nulla di tattiche militari, ma scopre di amare il suo paese, la Francia, e di essere disposta a qualsiasi cosa pur di salvarlo e liberare la sua gente dagli invasori.

Così, senza avvisare la sua famiglia, fugge di casa e riesce ad ottenere un colloquio con l’erede al trono diseredato, Carlo VII, al quale afferma che è in missione divina, che vuole e che è pronta a dare un grande contributo determinante alla causa francese. Quelle che sembrerebbero le parole di una pazza dalla bocca di Giovanna hanno una forza travolgente. Il Delfino le assegna la guida di un esercito e il compito di difendere il villaggio di Orléans assediata dagli inglesi. Il compito è davvero importante, la città rappresenta l’ultimo baluardo contro l’inarrestabile avanzata nemica, per questo l’ipotesi di una sconfitta non è in alcun modo contemplata. Giovanna si prepara indossando un’armatura e, per camuffare il suo sesso, si fa tagliare i capelli come quelli di un uomo.

Grazie al suo coraggio, alla determinazione, e alla sua incredibile capacità di trascinare le truppe, la giovane riesce a liberare la città dal nemico, che, clamorosamente sconfitto, è costretto alla ritirata. Raggiunto l’obiettivo, la ragazza non si ferma, con i suoi uomini riesce ad attraversare la regione della Loira, saldamente controllata dagli inglesi, per raggiungere Reims dove presiede l’incoronazione del Delfino che prende il nome di Carlo VII.  Fu così che, grazie a lei, la ruota della storia sembra finalmente girare nel verso giusto e l’umore dei francesi raggiunge vette insperate. L’ottimismo, verrà meno quando, poco dopo, Giovanna sarà improvvisamente catturata da sostenitori inglesi, ai quali sarà consegnata per essere processata per eresia. Pur riuscendo a difendersi con incrollabile determinazione, la ragazza, verrà condannata a morte e bruciata viva nella piazza del mercato di Rouen.

Su Giovanna d’Arco sono stati consumati fiumi di inchiostro. Le fonti non mancano certo. Oltre a giornali, libri, lettere, trattati e poesie, si sono conservati gli atti del processo, le testimonianze dei lunghi interrogatori che subì. Inoltre disponiamo di altrettanti documenti che descrivono l’altro grande processo che la riguardò (oltre, ovviamente, a quello che la portò alla condanna): il “processo di annullamento“, convocato dai francesi venticinque anni dopo la sua morte per revocare la condanna e ripristinarle la reputazione. In esso sono presenti non solo le testimonianze delle persone che l’hanno conosciuta da vicino, ma sono anche riportate le dichiarazioni della stessa Giovanna che parla del suo sentire voci, della sua santa missione, della educazione ricevuta a Domrémy, e dell’incredibile avventura che l’ha vista protagonista dopo aver lasciato la sua cittadina di campagna. Aneddoti personali, dei suoi amici e della sua famiglia che ci hanno consentito di ricostruire la sua infanzia e la sua vita prima che diventasse celebre.

Va comunque precisato che le fonti a noi giunte potrebbero non essere del tutto attendibili. Se gli atti del primo processo (1430-1431) sono probabilmente viziati dalla necessità di condannare la giovane eroina, gli atti del processo di riabilitazione non sono sempre affidabili per il motivo opposto, ossia l’intendo di riabilitarne la figura, assecondando una fama popolare già acquisita. Dobbiamo fare una curiosa precisazione riguardante il suo nome: ella infatti non è mai stata chiamata “Giovanna d’Arco” dai suoi contemporanei, nonostante quello fosse il cognome del padre. Questo poiché nel suo paese di nascita, Domrémy, era tradizione assegnare ai figli maschi il cognome del padre, e alle femmine quello della madre. Jeanne avrebbe potuto eventualmente chiamarsi Romée, come la madre, ma bisogna tenere presente che nella Francia medievale i cognomi non erano molto usati, e non avevano la stessa importanza che hanno oggigiorno.  Già poche settimane dopo il suo arrivo a corte, si preferì chiamarla “Jeanne la Pucelle”, tradotto dal francese “Giovanna la pulzella”, un nome ricco di simbolismo che suggeriva non solo la sua verginità, ma anche la sua sua purezza e la sua posizione di serva di Dio (eletta) e la sua vicinanza alla Vergine, alla quale professava una devozione speciale.

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Enrico Valente

Enrico Valente è nato a Torino nel 1978 dove si laurea in giurisprudenza nel 2004. Da oltre vent'anni si dedica allo studio e alla ricerca filosofica e da alcuni anni affianca la passione per la scrittura alla traduzione di saggi e romanzi. Con ”L'arte di cambiare, da bisogno a desiderio dell'altro” la sua opera di esordio, vince nel 2021 il primo premio al Concorso nazionale di filosofia ”Le figure del pensiero”, nello stesso anno riceve per la medesima opera la menzione d'onore al Premio di arti letterarie metropoli di Torino e arriva finalista al concorso di Città di Castello. Attualmente è impegnato alla preparazione di una collana intitolata ”Incontri filosofici” dedicata ai grandi protagonisti della filosofia che sta ricevendo un notevole riscontro da parte del pubblico ed è in corso di traduzione all'estero. Il suo primo numero “Il mio primo Platone” è arrivato finalista al concorso nazionale di filosofia di Certaldo (FI) 2022.

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