Domrémy (Francia) anno 1425
Dialogo di una tredicenne con un confidente:
«Quando la luce giunge a me, insieme a essa odo anche delle parole. Numerosi santi si manifestano, accompagnati da una miriade di angeli, ed essi mi parlano; io odo le loro voci, ma gli altri non le sentono. Mi sono tanto care, le mie voci: tra me e me è così che le chiamo».
«Giovanna, cosa ti dicono?»
«Ogni sorta di cose, riguardo alla Francia, intendo».
«Quali cose sono solite dirti?»
«Sciagure, soltanto sciagure e sfortuna e umiliazioni. Non v’era null’altro che potessero predire».
«Queste cose ti sono state dette prima che accadessero?»
«Sì. Così sapevo ciò che stava per succedere prima che succedesse veramente. Questo mi faceva sentire pesante, e preoccupata, tu lo hai notato. Non avrebbe potuto essere altrimenti. Ma c’era sempre una parola di speranza. Anzi, ancor più di questo: la Francia sarebbe stata salvata diventando di nuovo grande e libera. Ma in che modo e per mano di chi, questo non era mai stato detto. Non fino ad oggi. Ma oggi io so. Dio ha scelto per svolgere questo incarico la più piccola e umile tra le sue creature; e sotto il suo comando, la sua protezione e la sua forza, e non per mio merito, io guiderò la sua armata e riconquisterò la Francia, e porrò la corona sul capo del servo suo, che ora è delfino (così era chiamato l’erede al trono), e che diverrà re».
«Tu Giovanna? Tu, una bimba, a capo di un esercito?»«Sì. Per un attimo, o poco più mi sono sentita schiacciare al solo pensiero; perché è come tu dici, non sono che una bambina; una bambina, e ignorante, per giunta, all’oscuro di tutto ciò che attiene alla guerra, e non adatta alla rude vita di un accampamento e alla compagnia di soldati. Poi, però, quei momenti di debolezza sono passati e non torneranno più. Sono chiamata alle armi e, con l’aiuto di Dio, non mi tirerò indietro fino a che gli inglesi non libereranno la Francia dalla morsa che ora le attanaglia la gola. Le mie voci non m’hanno mai mentito, neppure oggi. Esse dicono che devo recarmi da Robert de Baudricourt, governatore di Vaucouleurs, che mi farà scortare da uomini armati e mi invierà al re. Fra un anno, a partire da adesso, verrà sferrato un attacco fulmineo, e allora sarà l’inizio della disfatta, e la disfatta seguirà, in meno che non si dica»[1]
[1] Vicari, Capire la storia, vol.1 © Zanichelli editore 2011