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Accade tutto l’altra sera durante il match tra i campioni del Paris S. Germain e la mediocre formazione turca del Basaksehir (mai sentita prima d’ora e capace di prendere 7 pere nel doppio confronto con Neymar e compagni). Ma andiamo al minuto 16 del primo tempo quando il quarto uomo Costantin Coltescu (designato dall’UEFA) tale è costretto a richiamare l’attenzione del primo arbitro, il signor Hategan, anche lui turco per fare espellere un calciatore in panchina.

Prima considerazione da fare è l’atteggiamento grave del giocatore che, nemmeno in campo, si merita l’espulsione al 16° del primo tempo (bell’esempio di sportività l’amico…). L’arbitro accorre nei pressi della poco educata panchina turca ed il quarto uomo, crocifisso come un razzista dai politicamente corretti esclama: “Tipul acesta negru” per indicare il calciatore, tra il folto gruppo che compone i panchinari. Tradotta correttamente la frase sarebbe: “Quel ragazzo nero”. E così è stato riportato a verbale.

Apriti cielo, un finimondo, proteste veementi e partita addirittura sospesa per razzismo. Chiunque, come nel mio caso, abbia fatto l’arbitro sa che durante una partita ci sono momenti concitati che precedono delle decisioni importanti. Nel caso di un’espulsione di uno dei tanti componenti della panchina è necessaria una comunicazione rapida e tempestiva tra 4° uomo e arbitro, che non porti a fraintendimenti e soprattutto a scambi di persona. C’è da tenere conto che i calciatori in panchina, tutti bardati per il freddo parigino, non erano identificabili con un numero di maglia e quindi il povero quarto ufficiale, che ha tutto il mio appoggio morale, ha optato per comunicare all’arbitro il ragazzo nero visto che bianco non era. Altrimenti avrebbe potuto dire il ragazzo bianco, o il ragazzo con la barba, o il ragazzo con i capelli rossi (ma aveva la berretta l’amico educato che al 16° del primo tempo senza aver toccato il pallone si fa già cacciare per un insulto all’arbitro…. di questo nessuno ha parlato).

Appare evidente che il povero quarto uomo sia tutto tranne che un razzista. Ma la cosa più ridicola è l’atteggiamento dell’UEFA che apre un’inchiesta per razzismo nei confronti della quaterna di giudici (gli altri che c’entrano nel caso???). Questo arbitro, che ha speso una vita di sacrifici, allenamenti, e insulti (quanti cornuto si sarà preso nella sua onorata carriera???), verrà probabilmente sospeso o addirittura radiato per l’incredibile ed immotivato clamore mediatico della vicenda.

Quando arbitravo ricordo i giorni delle designazioni: Juve – Roma la arbitra il Pelato, riferendosi a Collina (che non era pelato per scelta ma per una malattia che lo colpì alcuni anni prima). Ebbene noi arbitri, spinti da grande passione e non da questo ridicolo vittimismo, non abbiamo mai abbandonato i terreni di gioco, non abbiamo mai chiesto l’apertura di un’inchiesta. Una volta a calcio giocavano gli uomini… adesso a quanto pare i tempi sembrano cambiati se davanti al ragazzo nero si scatena questo putiferio.

Si vede ovunque il razzismo, anche dove non esiste come in questo caso, tutto in nome di quel regime chiamato politicamente corretto di cui onestamente ne ho piene le tasche. Io sto con il quarto uomo Costantin Coltescu e non certo con il calciatore del Besaksehir, perché uno che al 16° del primo tempo si fa espellere dalla panchina per proteste, può essere bianco, nero, verde, rosso, pelato, cappellone, con la barba, con i baffi, con i tatuaggi, per me rimane un idiota, che tradotto per i politicamente corretti significa “Persona che rivela o denota una sconcertante stupidità”.


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