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Nella sua Cronologia, Apollodoro di Atene fissò la data di nascita di Platone all’ottantottesima Olimpiade, nel settimo giorno del mese di Targellione, ossia alla fine di maggio del 428 a.C.

Figlio del dio Apollo?

Platone nacque ad Atene da genitori aristocratici: il padre Aristone, gli impose il nome del nonno Aristocle (anche se secondo lo stesso Diogene Laerzio sulla sua nascita esiste una leggenda secondo cui il filosofo sarebbe stato in realtà figlio del dio Apollo). Fu suo maestro di ginnastica, a chiamarlo per scherzosa allusione, vista la sua larghezza delle spalle “Platone” (dal greco πλατύς, platýs, che significa “ampio” o largo). Platone praticò infatti il pancrazio una sorta di lotta e pugilato assieme. Secondo altri, invece, il nome era da attribuire all’ampiezza della sua fronte.

Platone fin da piccolo seppe distinguersi per un intelletto acuto e per la memoria prodigiosa. La sua educazione, almeno inizialmente, fu soprattutto artistica. Studiò musica, pittura e letteratura, segnalandosi in particolare nella composizione poetica e drammatica. Già nel periodo della giovinezza venne in contatto con la filosofia, come dimostra il fatto che ebbe Cratilo tra i suoi maestri (a sua volta allievo di Eraclito e al quale dedicherà un dialogo).

L’incontro con Socrate

Fondamentale fu l’incontro con Socrate che seppe influire in modo determinante sul suo pensiero. Al suo maestro Platone si mantenne fedele per tutta la vita, tanto da diventare l’unico riferimento del filosofare (la devozione sarà tale che in moltissimi suoi scritti la figura del maestro verrà quasi idealizzata). L’intera sua produzione, lontana dal comporsi in un sistema, volle essere un continuo approfondimento interpretativo della speculazione filosofica del maestro (possiamo quindi dire che se Socrate ha piantato il seme Platone ha curato e fatto crescere la pianta).

Socrate però, dopo la parentesi del governo, oligarchico e filo-spartano, dei Trenta Tiranni, fu accusato dal nuovo governo democratico di empietà (si disse che aveva inventato nuove divinità) e di corruzione dei giovani e condannato a morte nel 399 a.C. (nell’apologia di Socrate l’allievo descrisse il processo del maestro, pronunciò la sua difesa, denunciò la falsità di chi l’accusava di corrompere i giovani). La morte del maestro rappresentò per Platone la prova più evidente del degrado in cui versava il mondo greco, causato dal completo distacco tra politica, sapere e giustizia. Da questa consapevolezza nacque in lui l’idea, che svilupperà nel dialogo della Repubblica, secondo la quale soltanto un governo di filosofi avrebbe potuto realizzare uno Stato giusto.

I viaggi e la fondazione dell’Accademia

Nel 388 Platone fece il primo di diversi viaggi nell’Italia meridionale. Si stabilì a Taranto, dove frequentò la scuola dei pitagorici, e si recò poi a Siracusa: qui le sue idee politiche suscitarono l’irritazione del tiranno Dionisio il Vecchio, che ritenendolo un pericoloso oppositore lo fece imprigionare e vendere come schiavo. Riscattato dal filosofo Annicèride e tornato fortunosamente ad Atene da uomo libero, Platone vi fondò nel 387 l’Accademia, la prima grande scuola filosofica della antichità, una scuola che attraverserà i secoli e che, anche se verrà soppressa da Giustiniano nel 529 d.C., avrà profonde ripercussioni su generazioni di filosofi.

Nel 367, dopo vent’anni dedicati allo studio e all’insegnamento, la passione per la politica si ridestò nell’animo di Platone, anche perché Dionisio il Giovane, succeduto al padre, manifestando interesse per le sue teorie, lo invitò a Siracusa, ma proprio come già era successo col padre, anche questa esperienza non ebbe l’esito sperato.

L’anziano filosofo fece così altri due viaggi nella città siciliana, che si conclusero con un completo fallimento (venne nuovamente imprigionato) e che per poco non gli costarono la vita. La riforma politica di Platone venne fortemente osteggiata dalla fazione tirannica che vide nel filosofo ateniese, e nella sua eloquenza, una minaccia alla propria esistenza, o, addirittura, un nuovo tentativo di conquista da parte di Atene. Rientrato nella sua città natale nel 360, Platone rimase alla direzione dell’Accademia sino alla morte, avvenuta nel 347 a.C.

Le opere di Platone

Nel corso della sua vita Platone scrisse moltissime opere: 35 dialoghi e 13 lettere che possono essere raggruppate negli scritti giovanili, della maturità e della vecchiaia. L’insegnamento, come già per Socrate, si svolge attraverso la tecnica della dialettica, ossia, con dibattiti e accesi scambi di opinione tra l’allievo e il maestro. A differenza che per i Sofisti, che si facevano profumatamente pagare per impartire lezioni dove non era previsto un confronto, uno scambio di idee e opinioni, l’assimilazione passiva della parola per Platone non contava nulla.

L’avversione del filosofo verso la scrittura era fondamentalmente determinata dal fatto che questo metodo portasse a rigidi dogmatismi, a fossilizzare il sapere e a impigrire il lettore, mentre il dialogo ha il vantaggio di mantenersi fluido, dinamico, attivo, continuamente rivolto alla indagine, allo sviluppo delle proprie convinzioni (anche se, a dire la verità, dicono molti studiosi che nella Repubblica Platone si ponga come un perfetto dogmatico). Tutti i dialoghi scritti hanno come protagonista il suo grande maestro Socrate a cui partecipano gli stessi allievi, diretti da Platone o dagli allievi più anziani, e illustri personaggi di passaggio ad Atene.

STORIA DELLA FILOSOFIA. TUTTE LE LEZIONI PUBBLICATE

Lezione 1: Le origini della filosofia in Grecia. La scuola ionica
Lezione 2: Eraclito, filosofo del Panta rei
Lezione 3: Pitagora, non solo filosofo ma taumaturgo e astronomo
Lezione 4: Parmenide e le vittime dell’illusione dei sensi
Lezioni 5: I paradossi di Zenone. Vi dicono qualcosa Achille e la tartaruga?
Lezione 6: Anassagora e i semi originari della materia
Lezione 7: Empedocle e le quattro radici: fuoco, aria, terra e acqua
Lezione 8: Democrito, padre della fisica
Lezione 9: La sofistica. Come si monetizzava nell’antichità con la filosofia
Lezione 10: Protagora. L’uomo è misura di tutte le cose
Lezioni 11: La filosofia di Gorgia su essere, conoscenza e comunicabilità
Lezione 12: La tragedia greca con i quasi filosofi Eschilo, Sofocle ed Euripide
Lezioni 13: Eschilo, padre della tragedia greca
Lezione 14: Sofocle e l’innovazione della tragedia greca
Lezione 15: Nella tragedia greca di Euripide stranieri e servi entrano in scena
Lezione 16: La filosofia di Socrate così spaventosa per politici e potenti
Lezione 17: Socrate e il rifiuto di filosofare per iscritto
Lezione 18: Socrate. Le affinità con i Sofisti e con Platone
Lezione 19: Antropocentrismo filosofico di Socrate
Lezione 20: Socrate e la consapevolezza della propria ignoranza
Lezione 21: Ironia come metodo
Lezione 22: La maieutica di Socrate per un genuino punto di vista sulle cose
Lezione 23: Il tì èsti di Socrate (che cos’è?) e la nascita della parola concetto
Lezione 24: Il significato della virtù per Socrate, non dono ma conquista
Lezione 25: La scienza del bene e del male e l’arte del saper vivere
Lezione 26: La religione in Socrate
Lezione 27: Le scuole socratiche: megarica, cinica e cirenaica
Lezione 28: Introduzione alla filosofia di Platone

Fonte immagine di copertina: Depositphotos

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Enrico Valente

Enrico Valente è nato a Torino nel 1978 dove si laurea in giurisprudenza nel 2004. Da oltre vent'anni si dedica allo studio e alla ricerca filosofica e da alcuni anni affianca la passione per la scrittura alla traduzione di saggi e romanzi. Con ”L'arte di cambiare, da bisogno a desiderio dell'altro” la sua opera di esordio, vince nel 2021 il primo premio al Concorso nazionale di filosofia ”Le figure del pensiero”, nello stesso anno riceve per la medesima opera la menzione d'onore al Premio di arti letterarie metropoli di Torino e arriva finalista al concorso di Città di Castello. Attualmente è impegnato alla preparazione di una collana intitolata ”Incontri filosofici” dedicata ai grandi protagonisti della filosofia che sta ricevendo un notevole riscontro da parte del pubblico ed è in corso di traduzione all'estero. Il suo primo numero “Il mio primo Platone” è arrivato finalista al concorso nazionale di filosofia di Certaldo (FI) 2022.

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