Negli ottavi di finale di uno degli appuntamenti clou del tennis mondiale (US Open a Flushing Meadows) abbiamo assistito ad un evento più unico che raro. Il campione serbo Novak Djokovic, dopo aver finito il turno di servizio e nel rendere una palla avanzata ai raccattapalle, l’ha scagliata con forza verso la linea di fondo colpendo involontariamente alla gola un giudice di linea (una donna).
Attimo di panico. Il giudice si accascia al suolo. Il tennista corre in suo aiuto e si scusa prontamente del gesto istintivo tutt’altro che intenzionale, e dopo l’intervento del medico e qualche attimo di paura l’arbitro di linea si rialza senza conseguenze. Dopo un breve colloquio fra il direttore di torneo e l’arbitro di sedia quest’ultimo informa il serbo che la sua partita e quindi anche il torneo finiscono. Squalificato.
Il numero uno del tennis (classifica ATP) prova a spiegare che si è trattato di una gesto involontario, propone pure la cessione di un set in suo favore per provare a continuare il match, ma la arbitro è irremovibile e ricorda al serbo che il regolamento parla chiaro in caso di comportamenti del genere.
Detto, fatto. Djokovic incassa il colpo, stringe la mano al suo avversario ( lo spagnolo Carreno Busta) a cui ha regalato il passaggio del turno e si avvia verso gli spogliatoi cupo in volto. Tutto questo nel giro di 5 minuti. Così funziona negli sport “british”, dove la disciplina e il rispetto vengono prima di ogni cosa. A New York sotto i riflettori internazionali una decisione si è presa in pochi minuti, senza deroghe né pietismi di ogni genere.
Così si educano i bambini davanti allo schermo verso un’educazione civica tanto citata da noi negli ultimi tempi, ma mai applicata. Ci viene solo il dubbio che se tale avvenimento fosse accaduto la settimana prossima al master Bnl di Roma. Vista la nostra propensione ai metodi democristiani in tutto e per tutto di sicuro il dibattito in campo sarebbe durato molto di più e trasferito poi nei talk show settimanali. Altri mondi!
“Chiedo scusa agli US Open e a tutti coloro che sono stati colpiti dal mio comportamento: sono desolato“, ha scritto il numero 1 al mondo del tennis e grande favorito del torneo che aveva lasciato lo stadio senza presentarsi in conferenza stampa. “Mi sento davvero triste e vuoto dopo quanto accaduto. Ho chiesto notizie sulla guardalinee e il torneo mi ha detto che grazie a Dio si sente bene. Sono estremamente dispiaciuto di averle causato così tanto stress. E’ stato del tutto involontario“, continua il serbo. “Per quanto riguarda la mia squalifica, devo fare un’introspezione e lavorare sulla mia delusione per trarne una lezione per andare avanti e progredire come tennista e come essere umano“, conclude Djokovic.