Sabato 28 settembre alle ore 17 al Mausoleo del Vittoriale degli Italiani, grazie al generoso interessamento del presidente della Fondazione Giordano Bruno Guerri, si svolgerà la cerimonia privata che prevede la collocazione dell’urna con le ceneri dell’eroe del Grappa bergamasco Enrico Morali, Tenente Colonnello di Fanteria, Lupo di Toscana e audace legionario fiumano. L’urna con le ceneri di Enrico Morali sarà collocata in una stele nella cripta sotto l’arca del Comandante Gabriele d’Annunzio che è posta in alto al centro.
Per tre anni Morali combatte con i fanti della Brigata Toscana, i valorosi “Lupi”. Campi di battaglia: il monte Melino, il monte Sabotino, il Faiti, il Veliki, San Giovanni di Duino, l’Hermada, Col del Rosso di Asiago. Con i “Lupi di Toscana” riporta tre gravi ferite e ottiene un encomio, una medaglia di bronzo e due medaglie d’argento. Il fratello Vincenzo, sottotenente del 10° R.F. che combatte con la Brigata Regina sul Monte San Michele, muore il 1° giugno 1916.
Nel maggio 1918 Enrico Morali è assegnato al 58° Reggimento Fanteria della Brigata Abruzzi agli ordini dal Generale Attilio Franchini che fa parte dell’Armata del Grappa comandata dal Generale Gaetano Giardino. Al comando del III Battaglione compie valorose azioni finché, la notte del 31 ottobre parte con il suo Battaglione e irrompe sul fronte del Monte Grappa catturando oltre cento prigionieri. In seguito giungono le truppe della 21ª Divisione e l’intrepida Armata del Grappa. Per questa azione e per quelle compiute nel mese di ottobre, da semplice Capitano, gli è conferito al valore l’Ordine Militare di Savoia. Già ben noto al Vate che lo aveva conosciuto nel 1916 e che gli aveva scritto un affettuoso biglietto durante la convalescenza nel 1917. Dopo la guerra Morali non ebbe esitazioni e si offrì volontario all’impresa fiumana.
Qui venne nominato addetto all’ufficio collegamento del Comandante godendo della fiducia incondizionata di Gabriele d’Annunzio. I rapporti con il poeta-eroe rimasero sempre saldi e improntati a reciproca amicizia, come testimonia la corrispondenza che i due si scambiarono negli anni: in questo contesto va collocata la scelta di traslare i resti di Enrico Morali nel luogo più sacro al culto dannunziano, insieme agli uomini più vicini al Comandante, ai più fedeli, ai più cari