Dopo l’esperienza del Cre di questa estate, gli oratori sembrano pronti a ripartire con la consueta attività educativa. Da pochi giorni l’ODL (Oratori Diocesi Lombarde) ha diramato una comunicazione sulla ripresa delle attività oratoriane in Lombardia. Documento che ogni Diocesi ha fatto proprio informando le Parrocchie con allegate le pagine di protocollo generale per la gestione in oratorio del rischio Covid-19. Il documento, parecchio corposo, prende in considerazione tutte le aree, di pertinenza degli Oratori, dal cortile esterno dove i ragazzi possono sfogarsi e divertirsi, al bar e all’attività nelle aule.
Se le attività formali (quelle decise per esempio dal piano pastorale come il catechismo) recepiscono le buone prassi in merito a distanziamento, obbligo di mascherina, igienizzazione e un’adeguata informazione, la novità sostanziale è la ripresa delle attività informali che qualificano gli oratori, per dirla con la sintassi sociologica, come ambienti a bassa soglia oppure ad alta inclusività. In pratica si può giocare al pallone all’aperto senza che la necessità (come era stabilito nei mesi post lockdown) che ogni bambino si porti appresso un adulto a controllarlo a bordo campo. Le direttive si fanno meno stringenti. La partita a pallone è permessa senza accompagnatori parentali (papà, mamme, zii, nonni) purché ci sia un volontario dell’oratorio (non basta più la barista che vende caramelle) a tenere sotto controllo la situazione.
Pagine impostate sul buon senso, sull’equilibrio e sulla reciproca responsabilizzazione di tutti coloro che ruotano intorno ai 298 oratori della nostra diocesi la quale chiede una vera alleanza con le famiglie. Il patto di corresponsabilità da firmare per tutte le attività periodiche organizzate non sarà necessario per l’accesso informale al cortile degli oratori (la partitella a calcio), ma non esclude la condivisione di alcune scelte educative. “Siamo ben consapevoli – precisano dalla diocesi – che la responsabilità è un peso impegnativo da portare, ma sappiamo anche che non ci siamo mai tirati indietro quando in gioco c’è il bene dei nostri ragazzi. Dunque, applicare con attenzione i protocolli rimane la strada più efficace per non incappare in dichiarazioni da responsabilità da contagio”.
Un bel segnale di ripresa è arrivato sicuramente da Paladina dove nei mesi dell’emergenza si è continuata la ristrutturazione dell’oratorio “Don Antonio Seghezzi” inaugurato a metà settembre dal vescovo Francesco Beschi preceduto da una bella celebrazione all’aperto. C’era bisogno di un luogo capace di dare un orientamento, dove si custodisse senso e bellezza della vita, dove ci si aggregasse, dove si giocasse a pallone.