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Sempre secondo il risultato che produce l’azione possiamo distinguere quattro diverse classi del Karma:

Atti oscuri con risultati oscuri

Si tratta di atti dannosi, che violano uno o più precetti. Incidono nelle nuove esistenze provocando intensa sofferenza. Ad esempio i vizi capitali, l’avidità, l’ira, l’invidia, l’orgoglio, la lussuria, la pigrizia e l’odio. Ma anche l’egoismo, la gelosia, la crudeltà, la disonestà, la calunnia, la violenza, i comportamenti distruttivi verso se stessi e gli altri, l’attaccamento alle cose materiali, l’ignoranza. Occorre precisare che ci sono diverse correnti del buddismo che possono essere considerate più “oscure” di altre. Ad esempio, alcuni praticanti del Tantra buddista adottano pratiche sessuali rituali che possono sembrare oscure ai non iniziati. Tuttavia, questi praticanti sostengono che tali comportamenti siano un percorso verso la trasformazione interiore e la consapevolezza, ed escludono l’abuso e la violenza.

Atti brillanti, o puri, con esiti brillanti

Sono le azioni che nelle vite successive portano alla felicità e alla pace interiore. Ci sono molti atti brillanti nel buddismo, alcuni dei quali elencati di seguito:

  1. Dare: Nel buddismo, il dare non è solo un atto di generosità materiale, ma anche un gesto di compassione e saggezza. Ciò significa donare non solo beni materiali, ma anche il tempo, l’energia e l’aiuto spirituale.
  2. Compassione: La compassione è la capacità di percepire e sentire la sofferenza degli altri. Questo è un atto brillante nel buddismo perché porta alla positività e alla felicità.
  3. Preghiere ed esercizi spirituali: Il buddismo insegna che il praticante deve esercitare la meditazione e altre forme di esercizio spirituale per raggiungere la saggezza e la pace interiore.
  4. L’auto-onestà: Il buddismo insegna all’auto-onestà, che è l’atto di guardare dentro di sé e affrontare i propri limiti e le proprie paure.
  5. La rinuncia al proprio ego: per i buddisti l’ego è la radice del dolore e della sofferenza. Pertanto, la rinuncia al proprio ego è un atto brillante che porta alla saggezza e alla libertà.
  6. La gentilezza: La gentilezza, la comprensione e il sostegno sono importanti poiché possono alleviare il dolore e creare un senso di unità e armonia.
  7. La pazienza: La pazienza aiuta a sviluppare la capacità di resistere alle difficoltà mentre si cerca la pace interiore e la saggezza.
  8. La saggezza: La saggezza aiuta a sviluppare una comprensione più completa del mondo e di sé stessi. Essa è essenziale per raggiungere la libertà e la pace interiore.

Atti sia oscuri che brillanti con esiti misti

Tali atti sono quelli che sono allo stesso tempo dannosi e benefici. Appartengono a questa categoria la maggior parte delle azioni che compiamo ogni giorno. L’esistenza umana sperimenta continuamente sia il piacere che il dolore, tanto che a volte è difficile distinguerli. Fanno parte di questo gruppo anche tutte le azioni compiute con l’intento di ottenere un godimento sensuale in questa vita, oppure una specifica rinascita.

Atti né oscuri né brillanti, con nessun esito

La quarta categoria di atti è chiamata “atti né oscuri né brillanti, con nessun tale esito”. Comprende tutte quelle condotte che implicano la rinuncia a compiere azioni che lasciano una traccia, dolorosa o piacevole, nelle vite successive. Una tale azione, contrariamente a quelle delle prime tre categorie, è priva di sé. Sono esempi i comportamenti caratterizzati dalla pigrizia, dall’indolenza, dall’apatia, dall’ozio, dall’ignavia, dall’accidia, dall’indifferenza verso se stessi e il prossimo, dalla negligenza, dalla disattenzione.

Da questo quadro si comprende come la responsabilità personale vada ricondotta sempre alle vite precedenti per una piena comprensione ed, eventualmente, distruzione degli atti medesimi, siano essi positivi (kusala) o negativi (akusala).

La (spietata) legge del Karma ci pone di fronte a molti interrogativi certamente leciti. Da un lato il nostro innato senso di giustizia morale vuole che chi compie il bene venga premiato, così come chi si comporta male sia punito, dall’altra la nostra esperienza ci pone davanti agli occhi situazioni in cui persone virtuose sono perseguitate da gravi difficoltà e sventure, mentre criminali e malvagi spesso vivono ricchi, beati ed in pace con loro stessi. La risposta che è in grado di dare un senso a tutto ciò ce la fornisce proprio la legge del karma. Ogni azione non produce sempre effetti immediati, ma porta un frutto, buono, cattivo o neutro, immediato o dilazionato nel tempo, in una sequenza illimitata di esistenze. Per questo, l’intuizione morale buddista ci rassicura dicendo che se l’ordine visibile non sembra la conseguenza di una data causa, ci deve essere un’altra sede in cui la nostra necessità di giustizia verrà soddisfatta. Questa è la legge del Karma, solo grazie ad essa possiamo rassicurarci che ogni azione moralmente rilevante non scompare nel nulla, ma alla fine incontra la sua giusta ricompensa, il bene con la felicità, il male con la sofferenza.

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Enrico Valente

Enrico Valente è nato a Torino nel 1978 dove si laurea in giurisprudenza nel 2004. Da oltre vent'anni si dedica allo studio e alla ricerca filosofica e da alcuni anni affianca la passione per la scrittura alla traduzione di saggi e romanzi. Con ”L'arte di cambiare, da bisogno a desiderio dell'altro” la sua opera di esordio, vince nel 2021 il primo premio al Concorso nazionale di filosofia ”Le figure del pensiero”, nello stesso anno riceve per la medesima opera la menzione d'onore al Premio di arti letterarie metropoli di Torino e arriva finalista al concorso di Città di Castello. Attualmente è impegnato alla preparazione di una collana intitolata ”Incontri filosofici” dedicata ai grandi protagonisti della filosofia che sta ricevendo un notevole riscontro da parte del pubblico ed è in corso di traduzione all'estero. Il suo primo numero “Il mio primo Platone” è arrivato finalista al concorso nazionale di filosofia di Certaldo (FI) 2022.

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