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Libertà e necessità, due temi venuti in auge nella modernità, oggi un po’ offuscati. La libertà che è valore eminentemente umano si declina come capacità di fare e come assenza di costrizioni. La necessità è qualcosa che si pone come legge al di sopra della volontà dell’uomo. Può essere divina e benevola Provvidenza in una visione teologica, oppure implacabile e dura Natura come la considera Leopardi, cui tenta di opporsi con propositi di poesia e bellezza nell’immagine della ginestra sulle falde del Vesuvio che ingentilisce e profuma il deserto attorno.

La filosofia moderna nasce da un atto di libertà. L’uomo di Cartesio si afferma in quanto essere pensante, sostanza spirituale, di contro alla realtà materiale. Cogito ergo sum, mi affermo pensando; guardo il mondo, lo determino e trovo un senso.  Ma perché il pensare sia costruttivo deve avere un metodo. Non va lasciato vagare. E’ una libertà che va regolata. Sotto il controllo della ragione io sarò capace di costruire un orizzonte di senso.

Alla parola latina libertas è riconducibile l’idea di bene. L’uomo è libero se persegue il suo bene fino in fondo, capace di esercitare la propria coscienza, responsabile delle proprie azioni. Ne dà una limpida testimonianza Piero Martinetti, uno dei pochissimi docenti che rifiutò di giurare allo Stato fascista che avrebbe vincolato la sua libertà di pensare. Gli costò la cattedra di docente universitario.

Cartesio deve però fare i conti con la propria visione metafisica sull’uomo oscillante tra libertà assoluta e i vincoli che il corpo pone. L’uomo è intelletto, conoscenza, anima, res cogitans; ma anche corpo, passioni, pulsioni, materia, res extensa. Il pensiero riconduce l’uomo in cielo, a Dio; il corpo lo riporta in terra, all’inesorabile morte. L’uomo è libero in quanto possessore di un attributo divino ma è pure necessitato dalla costrizione del corpo. La nostra è una lotta tra la libertà della ragione e le indomabili passioni. Tra l’anelito alla libertà assoluta e la necessità del corpo meccanico resta un irrisolvibile conflitto. Il limite del corpo ferma il desiderio di assolutezza dell’uomo. Cartesio resta bloccato nella stessa dicotomia, anima e corpo, che c’era nella filosofia di Platone e di Agostino.

Risolve il dualismo Spinoza, a modo suo. Tutto è unico corpo, unica sostanza, Deus sive Natura, con infiniti attributi di cui noi conosciamo soltanto, perché ci costituiscono, il pensiero e il corpo. Non esiste libertà ma solo necessità. Domina la Natura con le sue rigide leggi. Se l’uomo non può liberarsi da questa catena può assecondare la propria natura esercitando l’intelletto. Vedendo in verità, mi libero dalla coercizione e sono libero.

Sia con Cartesio che con Spinoza restiamo nel campo della metafisica, qualcosa che va al di là della nostra esperienza. Kant pone il problema in modo nuovo, parla di autonomia ed eteronomia. L’uomo è soggetto autonomo cioè capace di darsi una legge come dovere morale; è eteronomo perché vincolato al mondo fenomenico, alle cose. Davanti al mondo io posso cercare le leggi fisiche che lo governano e mi governano, oppure vederne una finalità, un senso morale o estetico, contemplarlo. “Due cose mi riempiono di ammirazione, il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me”.

Dino Formaggio(La fenomenologia della tecnica artistica, 1953) fa l’esempio dell’artista che crede di essere libero nello scolpire la statua, preso dal suo progetto; poi si accorge della durezza del marmo, delle venature, del colore, della materia, insomma di tante cose che lo condizionano.

Il pensiero contemporaneo si avvale di un nuovo concetto, quello di modalità.  Oltre la relazione di necessità che noi abbiamo con il mondo o quello di adeguamento c’è quello della possibilità o modalità. Si tratta di un dialogo di cui il soggetto si arricchisce e nel quale emergono le sue potenzialità. Con la nostra intelligenza e la nostra abilità possiamo far risaltare qualcosa che c’è in noi e nella materia che abbiamo davanti. In qualche modo noi siamo creatori della nostra esistenza.


A cura di Mauro Malighetti (sintesi di una lezione di Elio Franzini (Rettore dell’Università degli Studi di Milano) Libertà e necessità nel pensiero moderno, del 16 marzo 2021 nell’ambito della programmazione di Noesis).


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