Una storia che ha dell’inverosimile. Due giovani che s’incontrano, si amano, ma che la guerra, la Grande Guerra, divide. Lui è chiamato alle armi, lei attende il suo ritorno. Ma notizie non se ne hanno. Probabilmente il fidanzato è morto, ma la certezza non c’è. Passano gli anni.
Un giorno il segretario comunale del paese di Brignano d’Adda, dott. Alberto Paini, si reca per incombenze d’ufficio a parlare alla superiora dell’asilo infantile. Ammesso alla presenza della suora riconosceva in lei la figlia di un industriale di Milano. Giovane colta, intelligente, sportiva, amante in particolar modo della montagna, alcuni anni or sono, durante una delle innumerevoli escursioni, alle quali prendeva pure parte sovente il dottor Paini, la signorina era stata protagonista di un pietoso fatto. Staccatasi momentaneamente dai compagni di gita, sulle pendici dell’Altissimo di Nago, la giovane si era soffermata a raccogliere mughetti che fiorivano numerosi. Improvvisamente lancia un grido. Il dott. Paini accorreva in suo soccorso constatando che la signorina, raccogliendo i fiori, aveva messo allo scoperto qualche resto di uno scheletro.
Scavata pietosamente la terra, lo scheletro, mancante del teschio, veniva ricomposto piamente; fra i miseri resti il dott. Paini raccoglieva una piastrina di riconoscimento sul quale appariva leggibilissimo il nome del glorioso caduto. Apprendendolo, la giovane veniva colta da malore: il nome del Caduto era quello del fidanzato della signorina, scomparso sull’Altissimo durante una sanguinosa battaglia.
Dopo il pietoso episodio la giovine era scomparsa dagli ambienti sportivi e mondani, in cui era conosciuta e stimata, né più di lei avevano avuto notizia gli escursionisti che l’avevano avuta compagna ardita in tante liete ascensioni. Colpita profondamente dalla tragica sorte del fidanzato e dall’eccezionale ritrovamento dei suoi resti gloriosi, la signorina aveva voluto ritirarsi dalla vita secolare per dedicarsi ad opere di carità, vestendo l’abito monastico.