Quello che è accaduto sulla votazione del Green Pass da parte di molti deputati della Lega è a dir poco imbarazzante. Da tempo assistiamo a questi cambi di direzione in base al barometro elettorale, che di questi tempi si sa, è volatile più che mai. Ma ci sono temi su quali non si può tenere sempre il piede in due scarpe per ragioni di pura convenienza politica, e fra questi si presume che il Covid19 lo sia. E invece niente. Davanti ad un pugno di consensi che sono ormai una tenue minoranza di irriducibili del “no a tutto perché il virus/vaccino è la massoneria che ci controlla etc” una forza politica che ha rasentato il 20% alle ultime politiche non è capace di tenere la barra dritta come i veri comandanti di vascello sanno fare, ma anzi corre dietro ad ogni singolo mal di pancia di quartiere.
Così facendo si tradisce il mandato per il quale si è chiamati a rappresentare dentro una forza di governo. È come se in nome della libertà individuale un uomo o una donna in regime di matrimonio si alzino una mattina e decidano di cambiare letto in nome della libertà e dei diritti personali senza nessuna conseguenza per l’unione familiare. Ma gli accordi e i contratti sono carta straccia? Se l’esempio che danno certe forze politiche è questo mi chiedo cosa stiamo insegnando ai nostri figli. A ribaltare regole, pareri e contratti da un giorno all’altro in nome della libertà personale?
Ma perché stupirsi, viviamo in un’epoca politica dove le proposte sul tavolo sono reddito di cittadinanza e quota 100. Ovvero consumare senza produrre. La cosiddetta società signorile di massa del professor Ricolfi. Ci fossero Margaret Thatcher o Helmut Kohl (uomini di destra fra l’altro) direbbero che abbiamo messo le premesse per la bancarotta di stato.
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