Ne parlano tutti ogni giorno di queste ondate di calore che negli ultimi anni si stanno intensificando nel periodo estivo. Sono il tormentone quotidiano di politici, scienziati, ma anche del popolo comune che si arrovella fra chi si mostra lassista e chi invece prospetta scenari futuri molto cupi.
Il problema esiste e se guardiamo le statistiche di temperature e precipitazioni degli ultimi vent’anni le differenze ci sono soprattutto nel continente europeo. Ma la vera questione sul tavolo sono le proposte per cercare di invertire la rotta o quantomeno limitare il fenomeno. Che la selvaggia industrializzazione degli ultimi due secoli abbia incentivato questo cambiamento pare sia assodato. Fattore che è aumentato ancora di più con la caduta del blocco comunista e l’inizio di un’industrializzazione ancora più massiccia da parte dei paese orientali.
Il nodo della questione è che tale sistema economico ha tolto da condizioni di fame e povertà una buona fetta della pianeta. Quindi come fare per non rinunciare a comfort, cibo, servizi e tentare di ridurre l’inquinamento mondiale? All’ultimo vertice sul clima pare che la maggioranza dei responsabili di tale questione (Cina e India) fossero assenti ingiustificati. Da qui la difficoltà di riuscire a trovare accordi unanimi. Noi europei, invece, pare che vogliamo dare l’esempio avendo varato le normative per auto e case green che entreranno in vigore fra qualche anno, anche se non si capisce ancora come la cosa possa essere sostenibile da parte dei redditi bassi.
In tutto questo caos dove ognuno tira l’acqua al suo mulino e spiana il veto nei confronti degli altri, spuntano i roboanti fini ecologisti di casa nostra. Quelli dell’immancabile “Ma è sostenibile?” Si perché sono quelli che incontri al bar, al lavoro, in vacanza, e ti dicono che per il bene del pianeta e di chi verrà dopo bisogna fare qualcosa perché non si può andare avanti così. Di solito sono persone con reddito alto che hanno l’auto elettrica o almeno ibrida e decantano sbrodolanti peana per la bici elettrica (ma non sanno o fanno finta di non sapere che le batterie le producono in Cina con le centrali a carbone). Altresì, sostengono la bioedilizia, ma spesso hanno la seconda casa in montagna con la stufa a legna e la bombola per il fornello a gas.
E per finire magari hanno bollette della luce molto alte perché guai se al figlio manca l’ultimo modello di PS5 e se non funziona il condizionatore in camera per passare il tempo nelle vacanze estive senza sudare. E vengono a dirti che il problema è la politica. Ecco questa categoria di persone, che sono talebani dell’ecosostenibile, ne fanno solo una questione di immagine fine a se stessa. Fanno proclami e descrivono le abitudini standard (di cui sono complici) come male per il pianeta e sono la causa del surriscaldamento. Ma non offrono nessuno spunto di soluzione. Credo che sia chiaro a tutti che in un contesto di economia globale dove tutto è collegato e la ricchezza singola procapite è legata a intricati meccanismi di mercato non si riuscirà mai a trovare un accordo globale su questi temi.
Il senso civico non è un qualcosa che si ottiene promulgando una legge. Così come le strumentalizzazioni di chi va dietro alle mode solo per lavarsi la coscienza è solo propaganda politica. Di passaggio pure quella.