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L’economia non può prescindere dal senso di responsabilità e di solidarietà. L’aspettativa di vita è cresciuta nei secoli. Mediamente si vive fino a 73 anni. Le nuove sfide della società impongono una nuova visione. L’emergenza ambientale, il riscaldamento climatico, le nuove disuguaglianze e da ultimo la pandemia richiedono cambiamenti nell’industria, agricoltura, trasporti, costruzioni, ricerca di materiali. Serve una nuova organizzazione del mercato e del lavoro che argini il ricorso alla delocalizzazione, che attenui la tendenza alla specializzazione e alla ricerca dei “talentuosi”, che dia un nuovo senso del lavoro e del vivere.

Serve una visione generativa della società, un’economia che tenga conto della salute, dell’istruzione, della qualità di relazione, del benessere di tutti. “Ciò che facciamo deve contribuire a rendere felice qualcun altro” diceva lo psicanalista Erikson. La società deve diventare un luogo dove i cittadini si educano reciprocamente e pazientemente sviluppano l’arte della cooperazione e della fiducia. Cooperazione, soddisfazione e resilienza, e più il capitale sociale aumenta e con esso la salute e il benessere.

La generatività si concretizza in azioni, in una progettualità che abbia come obbiettivo il bene comune, una cittadinanza attiva, imprese responsabili, la costellazione di istituzioni intelligenti e democratiche.

Adam Smith sosteneva che “non dalla benevolenza del macellaio o del fornaio ci aspettiamo la nostra cena ma dal reciproco loro interesse” ma Hume controbatteva: “il tuo grano è maturo oggi, il mio domani, ma oggi  non lavorerò per te perché non ho alcuna garanzia che domani mostrerai gratitudine nei miei confronti. Ti lascio lavorare da solo oggi e tu ti comporterai allo stesso modo domani. Poi il maltempo sopravviene e entrambi finiremo per perdere i raccolti, semplicemente per mancanza di fiducia”.

La fiducia significa attenzione ai bisogni degli altri, capacità di relazione, benessere di tutti gli operatori d’impresa, valorizzazione dell’utile sociale.

Compito degli economisti è quello di informare, spiegare, indicare. Si tratta di calibrare gli indicatori di benessere, far nascere imprese con un nuovo modello, pensare ad una cittadinanza responsabile. Le nostre scelte contano e fanno vincere o perdere le aziende. Premiamole se fanno bene e rispettano l’ambiente, se i prodotti sono sostenibili per l’ambiente. Le spingeremo alla ricerca di prodotti compatibili. Oggi si parla di investimenti orientati su società produttive che rispettano l’ambiente. Possiamo mettere nel nostro portfolio certe società ed escluderne altre. Solo pochi anni fa sembravano operazioni avveniristiche. Operatori informati e coordinati incidono.

I segnali incoraggianti di responsabilità sociale d’impresa ci sono. A Firenze si è svolto lo scorso anno il Festival dell’economia civile che ha raccolto progetti, pratiche, sperimentazioni in atto. Si è formata una rete di 42 organizzazioni tra sindacati, società cooperative, banche etiche, associazioni di consumatori con lo stesso obbiettivo di un’economia civile e sostenibile. Si sta formando da anni una rete che fa interfacciare consumatori e produttori. Sono prodotti fattibili che il consumatore può richiedere tenendo conto non solo del prezzo e del territorio ma anche della distanza, della filiera di lavorazione, della modalità di lavorazione, della considerazione per chi lavora, delle modalità di trasporto e di vendita.

In tempo di covid si è promosso il lavoro a distanza, lo smart working. E’ una modalità che richiede regole. Il tempo liberato può tradursi in nuove opportunità per le aziende e per i lavoratori. Di fatto la pandemia non ha messo tutti sullo stesso piano e per molti la soddisfazione di vita ha subito un arretramento.

Occorre costruire politiche di salvaguardia per i più deboli, garanzie per i lavoratori che intervengono quando l’occupazione è a rischio. Nell’attuale economia di mercato operano spesso aziende che perseguono i profitti e delocalizzano per sfuggire ai controlli dello Stato.


Sintesi di Mauro Malighetti della lezione di Leonardo Becchetti all’auditorium del Liceo Mascheroni di Bergamo (18 gennaio 2021) nell’ambito della programmazione di Noesis


di Leonardo Becchetti:

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