Operazione “Milite non più ignoto” a Ponteranica grazie ad una minuziosa ricerca di un cittadino.
Alfredo Perego è riuscito nell’impresa di ridare gli onori della memoria a dieci soldati “perduti”, nella Grande Guerra. Sono Antonio Vaglieri, Martino Moroni, Pietro Gritti, Giuseppe Gritti, Antonio Beretta, Pietro Bonzi, Stefano Lorenzi, Ernesto Frigeni, Luigi Terzi e Luigi Venturi. L’ultimo della “Perego’s List” non è autoctono di Ponteranica. E’ un aviatore di Russi (Ravenna) precipitato con il suo aereo sulle colline delle Maresana.
I loro nomi sono stati aggiunti, attraverso la composizione di due lapidi, a quelli già presenti sul monumento dei Caduti posto davanti all’ingresso del cimitero in via IV Novembre. La cerimonia di svelamento è prevista domenica mattina 8 novembre alla conclusione della Santa Messa commemorativa che sarà celebrata alle 10.30 nella chiesa parrocchiale di Ponteranica alta. Un plauso particolare alla ricerca storiografica (condensata in un poderoso volume di un centinaio di pagine presentato nei giorni scorsi in sale consigliare) arriva dal sindaco Alberto Nevola.
“L’aspetto fondamentale dell’impegno di Perego – ha precisato il sindaco – sta nel fatto che i ragazzi delle nostre scuole che studiano su scala mondiale le vicende della Grande Guerra le ritrovano, calate nella realtà del loro paese, attraverso la riscoperta di antenati che portano cognomi noti sul territorio. Inoltre le pagine di Perego fanno apprezzare in maniera inequivocabile (anche se c’è la tendenza a dare per scontato il concetto) la grazia degli anni di pace che ci è dato di vivere in Italia”.
Sei mesi con addosso i panni di uno Sherlock Holmes del passato a caccia di nomi, date, episodi con l’intento di completare un puzzle fino ad oggi rimasto incompiuto. Perego non ha solo riscoperto nomi celati nell’oblio, ma dei militi noti ha ricostruito la storia dettagliata del loro essere uomini e soldati: la famiglia di origine, le date dei sacramenti, il corpo e il reggimento di appartenza, l’ultimo combattimento prima della scomparsa o della morte e il luogo di sepoltura.
“Non ho contato le ore – spiega Perego – che ho trascorso nell’Archivio di Stato, tra i registri parrocchiali della canonica e alla biblioteca Angelo Mai di Città Alta. Senza contare le relazioni intessute, per esempio, con l’Ambasciata di Albania e della Repubblica Ceca, con il Console onorario di Breslavia, il Consolato di Metz, i volontari della Fondazione “Le vie della Pace” che curano l’ossario di Caporetto in terra, oggi, slovena con il nome di Kobarid.”. “
“Mi ha appassionato – scrive il parroco don Sergio Scotti che ha firmato la prefazione del libro – vedere come questo mosaico, partito da scarne citazioni sul monumento davanti al cimitero, si è pian piano arricchito e composto a raccontare vicende e luoghi. Questa ricerca insieme alla Grande Storia ci ha svelato qualche frammento delle piccole storie di tanti ragazzi di Ponteranica che hanno pagato con la loro vita le scelte fatte dai ‘grandi’ prima di noi”. (Bruno Silini)