Secondo una famosa testata giornalistica locale negli ultimi weekend le seconde case nelle valli bergamasche sono state prese d’assalto. Tutto vero. D’altronde dopo l’estenuante lockdown e le restrizioni sulla frequentazioni di strutture alberghiere e della ristorazione, la cara vecchia seconda casa è tornata di moda e non è più considerata surplus fiscale da dannati danteschi.
Quello che facciamo fatica a capire è come questo tipo di turismo possa fare da volano all’economia. Da che mondo è mondo la ricchezza la si crea attraverso la movimentazione della moneta da un individuo ad un altro. Non si capisce in quale maniera spostando temporaneamente la residenza dalla provincia di Milano o da Bergamo città in località come Foppolo, Selvino o Serina (magari con tappa obbligata per la spesa nella grande distribuzione dell’hinterland) si possa fare crescere l’indotto locale. Nessun albergo, nessun ristorante ne trae vantaggio. Al massimo i bar, se il turista non ha voglia di fare il caffè a casa. Ma tenendo conto dell’attuale assenza dei quotidiani in tali luoghi c’è da scommettere che i gitanti faranno pure colazione in veranda. In Trentino, invece, ci hanno pensato anni fa a risolvere la questione alla radice: ossia non hanno permesso la cementificazione forsennata inserita in piani regolatori comunali al limite dell’ipertrofia edilizia. Da Riva del Garda in su, a differenza di note località brembane e seriane, il turismo è sempre stato di tipo alberghiero e non edilizio.
Questo perché non ci vuole il master alla Bocconi per capire che chi frequenta alberghi e ristoranti apre a una valanga di posti di lavoro e consente la circolazione della moneta. Fattori che non trovano respiro nel vicolo cieco del turismo da seconde case. Ma capiamo la scomodità di certe opinioni. Ammettere il fallimento totale di amministrazioni comunali che hanno cementificato e incassato nel breve periodo nella totale assenza di una visione lungimirante è la caratteristica di molti “scienziati” della politica locale. Non pretendiamo di avere in mano la soluzione ad un problema drammatico come l’uscita dalla pandemia con tutte le regole che sopportano le infrastrutture alberghiere, ma di sicuro non ci vengano a raccontare che il volano dell’economia sono le seconde case. Semmai può essere l’incipit della stagnazione.