Un humour britannico, un atteggiamento sobrio, la consapevolezza, mai sbandierata, di aver fatto qualcosa di utile per la società. L’avvocato Pier Alberto Biressi, 94 anni, portati con straordinaria eleganza, è morto nel fine settimana. Un infortunio lo aveva costretto a un ricovero alle cliniche Humanitas Gavazzeni dove è deceduto prima dell’alba di sabato. Nell’estate 2015 aveva ricevuto una targa di riconoscimento (foto) dagli alpini di Ponteranica durante la celebrazione dell’85esimo di fondazione. Un modo per rendere omaggio ad una personalità che ha incarnato nella vita i valori delle Penne Nere, primo fra tutti l’incrollabile considerazione della patria maturata nei contesti, storicamente complicati, della sua giovinezza. L’avvocato Biressi era un alpino a denominazione d’origine controllata. E’ stato anche socio fondatore dell’Avis di Bergamo di cui era presidente onorario. La sua considerazione in paese ha raccolto un consenso trasversale seppur in un clima di accesa contrapposizione politica. Gli hanno riconosciuto “un’alpinità” rara che ha manifestato anche durante il suo mandato di primo cittadino di Ponteranica negli anni dal 1964 al 1969.
Un’elezione particolare la sua poiché determinò, per la prima volta dal dopoguerra, la capitolazione della Dc. “Il paese a quell’epoca aveva voglia di cambiare rotta – ha ricordato l’avvicato Biressi nell’ultima intervista concessa alla stampa nella sua abitazione di via Frizzoni a Bergamo – Credo che la gente mi abbia riconosciuto questa tensione propositiva a voltar pagina e iniziare un diverso modo di fare politica amministrativa”. Quelle dell’avvocato Biressi (al di là della costruzione del nuovo municipio, delle scuole e degli impianti sportivi) sono state scelte coraggiose, di forte valenza attuale, come il destinare a un fondo di solidarietà (definita allora “cassa per i bisognosi”) l’intera indennità di sindaco. Chi gli è stato vicino e l’ha conosciuto bene sa che quella scelta è stata determinata non tanto dal numero di poveri nel paese bensì da un’idealismo personale nel concepire il suo ruolo al servizio dei concittadini. Il cognome Biressi è piemontese. Papà e mamma gli hanno lasciato un’eredità che può sostanziarsi come un mix tra il rigore della Torino di fine Ottocento e la laboriosità della “Provincia Granda”. Il riconoscimento degli alpini lo aveva riempito di gioia. “Mio padre Carlo Alberto è stato presidente del gruppo” – aveva detto durante la cerimonia con un certo orgoglio filiale. I funerali di Pier Alberto Biressi saranno celebrati martedì mattina alle 10 nella parrocchia di Sant’Anna.