Siamo maestri nelle figure di merda a livello planetario. La minchiata di coprire la Venere capitolina e altre nudità eburnee durante il passaggio del presidente iraniano Hassan Rohani ha fatto il giro del mondo alzando l’asticella del PIM (Prodotto d’Ilarità Mondiale). Invece di spendere soldi pubblici per imballi temporanei, alle richieste di Teheran di oscurare le statue senza veli si poteva proporre al successore di Mahmud Ahmadinejad una semplice benda nera (come quella di Zorro ma senza fori) che gli evitasse di guardare ciò che la sua religione non gli permette ma che rappresenta, per la nostra cultura, l’ABC
Non è che se ho un ospite a casa che non sopporta di evacuare il suo eccesso intestinale nel water ho l’obbligo di allertare l’idraulico per sostituirlo con una turca. Rohani è stato anche dal Papa. Hanno chiacchierato in un clima disteso chiedendosi preghiere reciproce. Credo che ce ne vorranno davvero tante. Ma fortunatamente la Segreteria di Papa Francesco ha ritenuto eccessivo dare una mano di bianco alla Cappella Sistina e a tutto il ben di Dio che grandi artisti hanno prodotto nei secoli.
Massimo Gramellini sulla Stampa la chiama “sottomissione”. Per Mario Giordano (Libero) si tratta di “una vergogna definitiva per il nostro Paese”. Pierluigi Battista (Corriere della Sera) scrivere che “Era lui, il presidente Rouhani, che avrebbe dovuto adattarsi per non offenderci, e non il contrario”. Va bene il rispetto, ma c’è anche la dignità che è un altro modo per definire il rispetto per se stessi. (Bruno Silini)