“Musica e psicologia“, il nuovo libro del Maestro Brena Antonio è un saggio che esplora diverse angolature della musica, tra filosofia, psicologia ed estetica. Brena, con il suo essere compositore, direttore d’orchestra e giornalista, ci consegna uno scritto dove la musica è definita come “la più terapeutica” ma anche “la più contagiosa” delle pandemie, capace di un’allenza formidabile con l’uomo. Nello scrivere Brena attige agli studi universitari in composizione al Conservatorio e alla laurea in Psicologia, con una tesi sulla Psicologia musicale.
Brena sostiene che la musica non sia solo piacere e godimento individuale, ma una lingua, una comunicazione e una componente socio-politica che attraversa la storia e le caratteristiche di un popolo. Il Maestro (bergamasco doc, classe 1951) esamina l’interazione tra la musica e la psicologia, sostenendo che i dati emozionali e cognitivi della psiche sono contigui e consustanziali con la musica.
Nel libro si lancia un messaggio affinché anche in Italia la musica diventi patrimonio di tutti attraverso una adeguata formazione, a partire soprattutto dall’infanzia.
La lettura, godibile e dal taglio giornalistico, si divide in quattro parti. La prima affronta il rapporto tra “Musica e pensiero”, riprendendo gli studi di Anna Freud sulla “relazione sonora madre-bambino“, sin dalla fase fetale. La seconda parte tratta della pedagogia della musica, esaminando come la musica possa essere un mezzo educativo e formativo. La terza parte, la più corposa e centrale, tratta i diversi aspetti e applicazioni della musicoterapia. La quarta parte offre una sintetica panoramica sulla musica “nel corso del tempo e delle vicende umane“.
Appare evidente come la musica sia considerata una forma di cura lenitiva in grado di riaccendere i ricordi nei malati di Alzheimer e di sollevare la condizione del paziente. Il saggio include anche una panoramica sulla storia della musica e sulla sua importanza nella vita umana. Il libro, che conta 151 pagine e costa 18 euro, è ricco di dati, informazioni e osservazioni che allargano l’orizzonte sulla musica. Preziosa la presentazione del libro curata da Remo Morzenti Pellegrini.
Un aspetto interessante del libro è la sezione dedicata alla musica e alla sua relazione con Covid-19. Una ricerca del MIT di Boston ha “tradotto in musica la proteina spike responsabile dell’epidemia“, generando una melodia di circa due ore “stranamente rilassante e rassicurante“. La musica è in grado di evocare emozioni, stimolare la memoria e generare una sensazione di benessere. Oliver Sacks, medico e neurologo, sosteneva che la musica “è il più completo farmaco non chimico”.