Decisamente più fortunato di altri parroci altre prese con il Cre è don Matteo Cella, vicario parrocchiale a Nembro. E non solo perché ha ricevuto l’inaspettata telefonata da Papa Francesco bensì per la straordinaria rete comunitaria centrata sulle attività estive per i ragazzi.
“L’oratorio mette gli educatori e la gestione organizzativa mentre il Comune concede gli spazi (scuole e palestre in particolar modo). Poi abbiamo stretto collaborazioni con associazioni sportive e con alcuni professionisti, per esempio compagnie di teatro. L’obiettivo è offrire ai nostri ragazzi il più ampio ventaglio di attività possibili. Dovendo lavorare a piccoli gruppi dobbiamo moltiplicare l’offerta di proposte ricreative e educative cercando di puntare sulla qualità. Certo la retta costa qualcosina di più per un massimo di 70 euro per un modulo di due settimane”. A Nembro il “Cre” inizia il 29 giugno e termina il 7 agosto con la possibilità per i bambini delle scuole primarie di scegliere il full-time (mattina e pomeriggio) oppure il part-time (solo pomeriggio). “Diciamo – conclude don Cella – che siamo riusciti a confezionare una proposta di sostanza grazie anche al felicissimo rapporto di collaborazione con il Comune”.
Don Matteo lavora a tempo pieno all’estate dei ragazzi e ha un buon numero di maggiorenni che gli danno supporto. In altre realtà non è così. Il parroco è magari da solo e deve abbandonare la tonaca per vestire il costume di Superman per arrivare dappertutto. C’è una domanda di fondo che il coronavirus ha portato a galla: “Ma è ancora necessario che il parroco faccia il Cre? E poi la fatica di esserci è ricambiata da un ritorno in termini di pratica cristiana comunitaria”. Don Matteo non ha dubbi: “L’emergenza ha un po’ sacrificato i tempi e gli spazi dei nostri bambini. Con il dono di una comunità solida come la nostra vogliamo ripartire concentrandoci sui più piccoli, recuperando una funzione educativa che il virus ha sospeso”.