Le pagine del terzo libro del giornalista bergamasco Roberto Alborghetti su Papa Francesco (Nessuno resti indietro, edito da Velar) accompagnano il lettore dentro le esperienze vissute da Jorge Mario Bergoglio a Buenos Aires.
Un libro che insegue i passaggi esistenziali del futuro Papa figlio di emigranti italiani: da studente-lavoratore, addetto alle pulizie, novizio gesuita, docente, rettore, vescovo ausiliare fino a diventare arcivescovo primate e poi cardinale. Vengono descritti il lavoro-schiavo senza tutele, i laboratori clandestini, la tratta delle persone, lo sfruttamento dei minori, la disoccupazione, il tritacarne dell’economia speculativa che s’annida nella capitale argentina. “Analizzando quelle vicende – precisa Alborghetti – ho compreso perché questo Papa insiste sulla necessità di un nuovo umanesimo del lavoro in cui l’uomo e non il profitto sia al centro, dove l’economia sia ancella e non sovrana”.
Un’opera che richiama la forte vicinanza di Papa Francesco nei confronti dei tanti giovani che non lavorano chiamati “i nuovi esclusi del nostro tempo”, privati della loro dignità. Alborghetti, seguendo la prospettiva bergogliana del rigetto della cinica economia dello scarto, ricostruisce le vicende della strage ferroviaria dell’Once, del massacro di quasi 200 giovani nella discoteca Cromañón, dello sfruttamento minorile in circa 3.000 fabbriche tessili abusive. Emerge la sensibilità totale di Papa Bergoglio per le problematiche del lavoro. E della sicurezza sul lavoro. “Con Nessuno resti indietro – conclude Alborghetti – ho voluto portare un contributo originale ed inedito per comprendere i temi centrali della dottrina sociale di un Papato, certamente straordinario, che ha posto all’agenda mondiale l’urgenza di rivedere e riformare un sistema che produce ingiustizia”. (Bruno Silini)
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