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Operazione Tedoldi 2.0 n.6

Questa puntata dell’Operazione Tedoldi non riguarda me bensì uno scacchista molto più forte agonisticamente: Noël Studer. Uno che ha scoperto di avere talento per il gioco già giovanissimo, quando a 12 anni d’età lo convocarono nella squadra Nazionale svizzera per il Campionato Europeo del 2008. Sei anni dopo raggiunse il titolo di IM, Maestro internazionale, e siccome aveva terminato la scuola decise di prendersi un anno sabbatico per fare l’ultimo salto verso il titolo di GM, Grande Maestro.

Per raggiungere l’obiettivo, nel 2017, ci ha impiegato in effetti 3 anni. Il percorso lo ha raccontato lui stesso sul suo blog (al link: https://nextlevelchess.blog – una traduzione in italiano l’ha pubblicata Rudy Leligdowicz sulla propria pagina Facebook, al link: https://www.facebook.com/groups/1935668013236661/user/1640267658/).

Intendiamoci, la vicenda è raccontata dal punto di vista di un ragazzino dotato. Il resto di noi spingilegno, normalmente, guarda le vicende della squadra Nazionale da lontanissimo e solo sui mass media. Tuttavia la sua vicenda può magari essere d’ispirazione.

In sintesi, nel 2009 il ragazzino Studer aveva un elo di 1918, e cominciò ad allenarsi con l’IM Oliver Kurmann e con il GM Artur Jussupow. Il suo atteggiamento era però distaccato. Si allenava poco (al massimo 2 ore al giorno) giocava per divertirsi e anche durante i tornei faceva tardi la sera con gli amici e mangiava cose non sempre salutiste al fast food.

Tutto gli veniva facile. Il suo guadagno medio in quel periodo era di circa 100 elo l’anno. Nel 2014 fu a un passo dal diventare campione mondiale under 18 e superò la soglia dei 2400 elo. Per diventare GM ne servono 2500.

Sembra un salto minimo rispetto a quello che aveva già compiuto. Invece, racconta Studer, gli è costato molto.

Ha cambiato allenatore, lavorando con il GM Boris Avrukh. Con lui ha pianificato la preparazione, cosa che prima gli sembrava quasi inutile. Ha cambiato repertorio di aperture, alla ricerca di profondità e raffinatezze cui prima non aveva mai pensato. Ha comprato libri. Ha costruito un database personale su computer.

Poi ha assunto uno psicologo, con qualche remora perché pensava che a certe figure professionali si affidassero soltanto gli psicopatici. Ma considerarlo un mental coach ha spostato le cose su un altro piano, e ha consentito a Studer di vincere le partite «sporche», quelle dove non andava in vantaggio fin dall’apertura e quindi per diversi anni aveva finito col perdere. Con il mental coach ha imparato a gestirle, ad allungarle, a «pulirle» – il che si è tradotto in un aumento di resa agonistica di circa il 10%.

Mentre faceva tutto questo lesse un aforisma di Jim Rohn: «Sei la media delle 5 persone con cui trascorri più tempo». E questo lo ha ispirato a cambiare l’ambiente umano da frequentare, ovvero a ricercare la compagnia di persone di qualità. Scacchisti forti invece di dilettanti, persone che lo incoraggiassero invece di prenderlo in giro per la decisione (inaudita in Svizzera) di diventare un professionista, sportivi che gli consentissero di condividere e avvicinarsi ai propri obiettivi.

In questo non è stato proprio integralista… ha continuato a frequentare i genitori, dubbiosi circa le sue scelte professionali, e pure alcuni amici di vecchia data. Ma insomma l’Operazione Studer è riuscita.

Anche se, ha annunciato (ne parla la pagina a lui dedicata dalla Wikipedia, al link: https://en.wikipedia.org/wiki/Noël_Studer) con il prossimo anno si ritirerà dalla carriera agonistica a causa di problemi di salute.

Ma rimarrà nell’ambiente, tentando di trasmettere la propria esperienza di vincente.

(L’Operazione Tedoldi è una cosa che mi riguarda personalmente. È cominciata da una chiacchierata fatta al Circolo scacchistico di Treviglio intorno al 2007, e da una domanda che molti giocatori si pongono: un adulto che sappia giocare già da molti anni, pur essendo una schiappa come il giorno prima di imparare il gioco a che livello agonistico può arrivare…? Secondo un’opinione consolidata il limite è 2000 elo. Io ci sto provando)

About the Author

Guido Tedoldi

Nato nel 1965 nel milieu operaio della bassa Bergamasca. Ci sono stato fino ai 30 anni d’età, poi ho scelto di scrivere. Nel 2002 sono diventato giornalista iscritto all’Albo dei professionisti. Nel 2006 ho cominciato con i blog, che erano tra gli avamposti del futuro. Ci sono ancora. Venite.

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