A Serina la Parrocchia di S. Maria Annunciata e l’Oratorio, con il parroco don Vittorio Rossi, hanno promosso un momento di confronto e riflessione sui temi delle tecnologie come raccontato nel libro “(De)generazione digitale”, Funtasy Editrice. L’incontro, condotto dal giornalista Roberto Alborghetti, si è tenuto presso il Teatro Oratorio, in via della Caneva 6.
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Grazie, grazie a don Vittorio. Ci rincontriamo perché poi
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lo ricordavo prima, don Vittorio è stato forse uno dei primi sacerdoti
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parroci a quando uscì questo libro per per i ragazzi
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mi invitò a Paladina e per due domeniche con i genitori perché
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era 2018. Eh, poi immaginate dal 2018 al 2025 cosa cosa è accaduto. E immaginiamo
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poi quello che io immaginavo. Allora, se io se mi avessero detto il
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2 ottobre del 2000 quello che che sta accadendo
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al 2 ottobre del 2025, io non avrei creduto, benché sia, voglio dire portato
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come giornalista uno che scrive a immaginare,
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ma quello che è accaduto in questi 25 anni ad una velocità incredibile, io
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sinceramente Non lo immaginavo. Qui sì, ogni 6 mesi c'è qualcosa di di nuovo,
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c'è qualcosa che viene avanti, ma adesso dobbiamo dire la velocità si è fatta
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ancora supersonica, no? E è proprio la velocità, la caratteristica
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della tecnologia, perché la tecnologia è quello strumento che ci vuole continuamente veloci,
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veloci, veloci, veloci. Il problema è che la velocità non ci
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consente di pensare. La velocità non ci consente di fermarci un attimo e dire
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"Vediamo cosa sto vivendo, vediamo dove stiamo andando, vediamo cosa ho visto, vediamo cosa ho letto."
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E parlava del bombardamento delle immagini. al Medioevo una persona,
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diciamo, un cittadino, una cittadina, noi diciamo italiani che eravamo anche
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fortunati nel medio dei perché perché noi avevamo grandi artisti che
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illustravano la vita dei santi, la vita degli eroi, la vita dei grandi condottieri.
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Stato per dire, noi facciamo due passi anche per Serina sotto la bellissima casa 500 del 100 della
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casa parrocchiale, no? troviamo questi affareschi, troviamo anche ho visto in
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altri punti di Serena e queste immagini che ci hanno lasciato coloro che ci
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hanno preceduto. All'epoca medievale un ragazzino
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se vedeva nel corso di un anno 40 immagini artificiali, tra virgolette
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artificiali perché sono immagini prodotte dalla fantasia di qualcuno, dal pittore che affrescava
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che affrescava la volta di una chiesa, dal quadro del santo. Quelle erano le immagini artificiali che vedeva un
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bambino. Ne vedeva, hanno calcolato, una quarantina all'anno.
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se viveva in una grande città, ad esempio Bergamo,
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se voi salite da Porta Sant'Agostino, quella la chiamavano la porta dipinta perché da lì fino a arrivare a dove oggi
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c'è la funicolare era tutto affrescato e dunque lì probabilmente le immagini che
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vedeva un bambino erano qualcuna in più rispetto alle 35:40.
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Voi immaginate oggi quante immagini vede un ragazzino anche di 7 8 9 anni, dal
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momento in cui si sveglia fino al momento in cui va va a corarsi,
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han calcolato che il bombardamento è continuo a scuola. Comunque
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c'è un momento forse di pause, però vede immagini riprodotte, che so sulla LIM,
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vede immagini riprodotte sui libri e meno male che si guardano ancora i libri
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su carta perché l'occhio percepisce la carta, percepisce il dipinto in maniera
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diversa da come percepisce uno schermo, un computer o addirittura
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lo schermo di un telefonino. Il bombardamento è continuo, ma non è
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solo un bombardamento di immagini, è un bombardamento di suoni, un bombardamento
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che costringe e ci costringe, perché vi ci metto dentro anch'io,
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a dedicare più tempo.
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Il nostro tempo, praticamente chi vive in contatto con la tecnologia è gran
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parte assorbito proprio da dalla tecnologia stessa, da questi strumenti.
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Voi qui, prima di commentare questo numero, però mi piacerebbe ricordare, ma
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sempre a proposito di questi cambiamenti, mi ricordo che ero un ragazzo che stava
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iniziando a fare il suo mestiere di giornalista. Io lavoravo alla domenica del popolo, poi la nostra domenica prima
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di passare all'Eco di Bergamo e mi mandarono uno dei miei primi compiti, mi
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ricordo che arrivai qui con la M 500 gialla a Serina, no? A intervistare
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perché m'ha detto "Vai a Serina, fai dei servizi sull'estate". estate, poi
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anche all'epoca era frequentata, c'era tanto turismo e allora l'idea è stata di
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andare a trovare due persone anziane. Mi ricordo forse il parroco mi disse "Vai a
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intervistare". Noi due signori. Pensate che sono andato a vedere prima ancora questo articolo. Maddalena e Pietro
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Gerardi erano due fratelli, non erano sposati, vivevano insieme, ma l'articolo era
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tutto, pensate un po' la coincidenza, tutto un confronto su quello che era già
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alla fine degli anni 70 il contrasto con la modernità, cosa stava venendo avanti,
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la televisione, il cinema, la radio e queste due persone anziane, perché lui
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aveva più di 90 anni, lei era mi pare 8asettenni.
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Letteralmente dicono siamo rimbambiti. Proprio è scritto così, ci
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rimbambiscono. Io dico poveri noi perché all'epoca la
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televisione tu dovevi fare il gesto di accenderla,
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ma oggi il cellulare ce l'hai lì sotto mano, non devi neanche fare la fatica di di
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accenderlo perché lo teniamo acceso tutto il giorno. Wi-Fi ci fonda immagini tutto il giorno,
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tablet, PC, tutto ormai è diventato immagine. Non c'è più la il la scelta
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perché tutto quello che ci viene addosso è qualcosa che tante volte noi nemmeno
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Allora, stavo dicendo che davvero quell'articolo di questi due anziani di
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Serina mi faceva sorridere, no? Perché poi era un litigio dietro l'altro.
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simpatico, molto ironico, addirittura se la prendevano con la lavatrice. Tu che
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hai voluto comprare la lavatrice, sè fermata, s'è bloccata? E la televisione
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che l'accendi? Cosa vai a vedere? Eh, il mondo è cambiato. Il mondo è cambiato.
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In questi 25 anni è successo la rivoluzione. Siamo dentro una rivoluzione.
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E a me piace spesse volte quando incontro i ragazzini dico siamo dentro quello che può essere definito un caos
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alla pari di quello che avvenne quando si formò questo mondo, no? da un grande
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Big Bang, dicono, no, questa grande esplosione e poi tutto era per aria, era un grande
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caos che poi piano piano viene sistematizzato. Ecco, noi siamo all'interno di questo
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grande caos, non sappiamo cosa accadrà, alcune ricerche già però ce lo dicono.
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Non sappiamo che cosa prevedere da qui a al domani cosa potrà succedere. Voi
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vedete, insomma, si parlava di intelligenza artificiale. Tu accendi, ti
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arriva un video di un capo di stato che sta dicendo una cosa e dice "Oh, ma che assurdità!" però la dice lui. Poi
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scoprite che non è un video, ma è un prodotto di un'intelligenza artificiale,
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di questo deep video, per cui eh la prendono la voce, viene alterata, la
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voce viene riprodotta sulla stessa tonalità, la stessa voce viene
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riprodotta tale e quale, viene addirittura sincronizzata con le labbra.
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tu hai davanti magari la figura del Papa che ti dice una cosa che è completamente contraria proprio a quello che noi
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quando ascoltiamo un Papa non ascolteremmo, insomma, no? Guardate che così questi messaggi, questo materiale
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circola in abbondanza. Il problema è capire, intercettare,
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pensare se quello che mi sta dicendo sta persona è vero o non è vero. Questa poi è la sfida che soprattutto i nostri
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ragazzi, i nostri bambini, le nostre bambine, perché il vero problema di
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questa tecnologia frastornante, di questo bombardamento, sono soprattutto i minori.
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Il ragazzino di 8 9 10 11 12 anni non ha
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la struttura cerebrale di un ragazzo adulto. Perché si dice la protezione dei
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minori? Perché si sa che fino a 18 anni una persona è nel pieno del suo sviluppo
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fisico e psicofisico. Per cui un tu non puoi violentare un
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bambino con delle immagini. Oggi sti ragazzini hanno libero accesso
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a tutto. Se i genitori non affiancano questi ragazzini, guardate che stiamo crescendo
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dei ragazzini che crescono in maniera mentalmente disturbata, ma non è per la
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la colpa è loro, proprio perché
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è un tema che riguarda davvero, riguardava gli Stati. Vi dico solo questo. C'è stata una convenzione nel
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2007. Io parlavo del 2000. Nel 2007 c'è questa convenzione di Lanzarote per il
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contrasto all'apedo pornografia onine e alle problematiche della protezione dei minori. Impegnava gli stati
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di tutto il mondo, perché era una conferenza internazionale, a dotarsi di leggi per il contrasto di questi
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fenomeni. L'Italia promuove, approva al Parlamento la prima legge dopo 5
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anni. Voi immaginate la velocità della tecnologia dal 2007 al
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2012, cos'era già cambiato, non e poi il contrasto
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alla soprattutto alla pedopornografia è uno è uno dei temi a livello internazionale.
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ancora non abbiamo risolto il problema base, l'accesso dell'età.
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E voi immaginate che non abbiano invece già le chiavi per poter adottare questa
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legge? No, certo che ci sono, ma non le vogliono applicare perché tutto il business va andrebbero in crisi. Ma
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sapete il giro d'affari della pornografia a livello mondiale? altro che una finanziaria del governo,
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moltiplicatela per cinque, sono miliardi, miliardi che andrebbero in fumo con
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l'applicazione solo di una cosa semplicissima, l'accertamento della tua
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età digitale. È inutile che gli stati anche europei, scusate, eh, io su queste
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cose sono molto accalorato proprio perché basta volere
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le cose, perché la tecnologia c'è, abbiamo gli strumenti per arrivare a
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quello. Il problema, ripeto, è la protezione dei minori.
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Se un adulto vuol fare, vuol vedere, vuole diventare cretino, rimbambirsi davanti a dei video, liberissimo di
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farlo. È adulto e alla maggiore età. Poi c'è tutto da discutere, poi vediamo come
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si comportano gli adulti e li vediamo sui social. Ma il nostro obiettivo è
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proteggere i minori, ragazzi. Papa Francesco chiamava era lo definiva l'emergenza proprio di oggi. Proteggere
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la cucciolata accade nel mondo animale e non nel mondo umano.
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Li chiamiamo animali, ma si proteggono i cuccioli, coloro che noi mettiamo al
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mondo. Andate. L'altro giorno ero nell'alta Murcia e mi raccontavano che alla sera
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ci sono questi branchi di cinghiali che scendono proprio nel nel nelle
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abitazioni, no? E soprattutto dobbiamo stare attenti quando c'è la la mamma la mamma eh
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con al seguito 5- se cinghialini perché quella lì difende con i denti, ma non
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solo con i denti. Ecco, noi non riusciamo a difendere i minori
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dai dati che vi mostrerò. È è la prima problematica che io pongo
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anche quando vado nelle scuole. Io sono in giro ormai è la mia seconda vita da
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quando ho lasciato l'eco di Bergamo. è la vera problematica
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proteggere i minori e reclamare delle leggi, delle
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disposizioni, dei dispositivi, per cui tu, ragazzino di 8 anni,
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prima di entrare in rete, prima di entrare su un sito che è vietato ai minori, devi mostrare le tue
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credenziali, devi mostrare la tua identità. ci sono. Ognuno di noi quando
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nasce, quando nasce ha un numero
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ha un numero cosa cosa basterebbe poco e adesso e dai
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e dai perché comunque ci sono anche dei movimenti soprattutto di persone, di psichiatri, neurologi, insomma che e di
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e di coloro che che lavorano nel campo della pedagogia che stanno reclamando a
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gran voce, mettete dei filtri perché così non si può andare avanti. Io
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davvero giro l'Italia, la bellezza fino a a forse fino a a 10
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anni fa era che se tu andavi in in alta valca e poi scendevi tre giorni dopo a
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Canicattì, tu notavi le differenze anche tra i ragazzi delle scuole. le notabile perché
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era l'espressione della differenza del tuo territorio, non solo il dialetto, ma proprio la capacità di raccontarti delle
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cose che fanno parte della tua vita, del tuo territorio. È sparito tutto.
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I ragazzi altoatesini rispetto a quelli della Puglia dove sono stato fino all'altro giorno, identici.
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Stanno tutti ormai 4-5 ore sui cellulari, guardano tutti le stesse
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cose, si vestono tutti allo stesso modo. Poi se passiamo all'età successiva,
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quelli del dei preadolescenti, lì diciamo che ormai la si chiama
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colonizzazione dei cervelli ormai è ad altissimo livello. Tutti scelgono le solite cose e certo è quello che si
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chiama la dittatura di questo maledetto algoritmo. Ognuno di noi che ha una sua
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vita digitale deve sapere che ha una sua carta d'identità digitale formata da
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tutto ciò che sceglie, dai siti che frequenta, per cui eh l'algoritmo
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alla fine non è che ti darà delle cose diverse, ti darà le cose che tu cerchi.
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A me impressiona molto, sapete, non quanto poi fanno i bambini, impressiona molto quanto fanno gli adulti.
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Ehm io ho smesso adesso davvero, zio, ho anch'io la pagina Facebook, giustamente
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per motivo di lavoro e i social eccetera, ma non mi soffermo più a
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leggere commenti quando si tratta di commenti che sono, come posso dire, che
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fanno capo poi a dei pregiudizi. ormai tutti, leggete un pochino, andiamo
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avanti tutti per pregiudizi politici, sociali, culturali,
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nel senso che uno la pensa in quel modo, sceglierà
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i siti, sceglierà i social, sceglierà chi seguire, sceglierà l'influencer, tra
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virgolette che risponde meglio, appunto, ai suoi si chiamano pregiudizi cognitivi
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e così non c'è nemmeno scambio di idee, non c'è è più nemmeno il confronto di
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dei. Uno prende di mira il presidente del Consiglio, badabam, uno prende di mira il presidente della Repubblica e
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badabam, uno prende di mira un ministro, il capo dell'opposizione, cioè ognuno va
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avanti sulle sue convinzioni e questo
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porta davvero ad un degrado anche del dibattito perché eh diciamo siamo
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seguiamo la nostra corrente, seguiamo la nostra onda e allora tu sei
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ti vuoi divertire, vai, devi solo avere la capacità di capire, eh il tempo di
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pensare, cosa che i social non ci danno. I social non ci dà. Avrebbero già chiuso
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tutti, eh i social sono nati proprio, è scientificamente provato e lo dicono
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coloro che li hanno creati. sono creati soprattutto per fare per
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fare creare conflitti, creare polemiche, dare sfogo
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all'aggressività delle persone. Quei siti funzionano alla grande.
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I siti dove comunque tu proponi le cose, sì, diciamo le cose, tra virgolette,
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come si usa di un tempo buone, eh, mica mica tanto sono frequentati. Eh, noi
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scegliamo le cose dove noi proviamo qualche brivido che va a finire a
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placare determinati nostri istinti. Solo che leggi certe cose,
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leggi certe cose che dico, ma vuol dire allora che anche
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noi adulti non abbiamo superato una fase, siamo ancora dei bulli che non
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hanno maturato delle proprie scelte proprio. Continuiamo a essere bullli. Guardate quando l'adulto poi fa il
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bullo. È pericoloso, è pericolosissimo, pericolosissimo. E allora e poi noi andiamo a chiedere ai
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ragazzini di comportarsi, ma i ragazzini sanno tutto quello che noi facciamo.
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Esempio le chat della scuola, che è qualcosa di devastante. Io mi auguro che
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a Serina siate in uno dei pochi paradisi, perduti o sperduti. Lo auguro
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perché continuano ad essere devastanti. Devastanti a livello scolastico,
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familiare, sociale. I genitori non capiscono e non vogliono
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capire che se tu pubblichi nella chat qualcosa che va
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a interferire proprio nel rapporto che il bambino ha con la sua scuola è una
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cosa dannosissima, dannosissima. dannosissima
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per un motivo. Tu genitore se affidi il tuo bambino a una determinata scuola, se lo porti a San Pellegrino, se lo porti a
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Serino, se lo porti che sozogno, perché tu ti fidi di quella scuola. Entrare a
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gamba tesa nelle decisioni prese da un presto, da un professore o durante le oitigare tra genitori perché mio figlio
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ha preso otto, il tuo sette, il tuo sei. Innanzitutto i figli già sanno quello
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che voi avete pubblicato, quello che noi pubblichiamo, lo sanno immediatamente,
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immediatamente il giorno dopo. Questo è provato, ma il problema che tu crei problemi
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appunto a tuo figlio, perché se tu mandi scuola a tuo figlio è
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una scelta importante. Dici a tuo figlio, guarda che io ti affido a questa scuola. Il ragazzo la sente davvero come
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una scelta importante. E allora se tu, genitore metti in discussione la scuola,
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sapete cosa finirà alla fine? che tuo figlio prima o poi,
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ed è facile, il prima, metterà in discussione anche la tua autorità di
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madre e di padre. Guardate che c'è una logica in questo, eh. E allora
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smettiamolo davvero. Io dico sempre ai genitori, usiamo le chat con
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intelligenza, con il buon senso. Non andiamo a creare già problemi a una
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scuola che ne ha già tanti, insomma. a livello di organizzazione, di gestione degli orari, di gestione
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delle varie attività, cerchiamo di dare una mano, ecco, usiamo le chat in
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maniera in maniera intelligente e soprattutto vediamo, ecco, no,
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io ho smesso di leggerle, eh, all'inizio mi divertivo, adesso basta, mi danno il
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volta a stomaco, ogni tanto c'è qualcuno che me le gira, ma davvero? E e dovremmo
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davvero far tornare un po' i genitori un po' a scuola, magari riaprire,
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lo dico anche per me, riaprire magari le scuole serali, fare qualche lezione su
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come si sta in rete è fondamentale su come gestire il nostro rapporto di
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genitori con i ragazzi. Cioè, se tornano a casa non facciamoci trovare lì assenti
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perché siamo sul cellulare. È la prima immagine che lo rientro da scuola o rientro da un'attività sportiva, no? Non
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facciamoci trovare lì col cellulare che guardiamo, manco vediamo che il figlio
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arriva e manco gli diciamo ciao com'è andata oggi? Perché questi oggetti sono nati proprio
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per toglierci il tempo. Sono nati per toglierci il tempo e per prendere il
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nostro tempo e buttarlo in quello che è chiamato il mercato dell'attenzione,
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perché il mercato dell'attenzione è costituito da miliardi e miliardi e
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miliardi. Ormai la vera industria è quella. è questa, questa è quella è
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quella del digitale. Andate a vedere quali sono le relazioni di coloro che
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governano il mondo a livello economico. C'è da rabbrividire. Io in questo
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piccolo libro che è un libro provocatorio perché insomma
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c'è scritto chiaramente che la strategia prossima ventura dell'economia mondiale
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è soprattutto quella si chiama la programmazione industriale.
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la gente, il mondo sulla rete, ve lo dico in inglese perché è tratto da un
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programma proprio diffusissimo, è pubblico per quello, non ce lo nascondono, eh è il problema che
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bisognerebbe diffondere di più queste notizie perché almeno sappiamo cos'è che vogliono, eh vogliono che tu stia lì,
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stia qui tu e la tecnologia, dunque isolarsi sul tuo cellulare
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whenever, wherever and on any device. sempre ovunque e su qualsiasi
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dispositivo. Questa è la strategia economica dei prossimi anni.
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E infatti noi stiamo assistendo a un bombardamento. Ci stanno togliendo il
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tempo di doso. Vedete questo numero? Questo numero riguarda noi italiani 30
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91 15. C'è stato un istituto di ricerca che ha fatto degli incroci sul tempo
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medio che una persona nelle varie fasce d'età trascorre oggi
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sul cellulare e l'hanno proiettato, l'hanno incrociato con i dati ISTAT, che
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i dati ISTA io mi auguro che siano quelli più precisi. Allora, l'italiano medio ha
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un'aspettativa di vita di 83 anni, ok? Diciamo poi a Serino si vive di più.
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sicuramente perché si sta meglio, insomma, no? O in certe zone della Sardegna, ma davvero ci sono delle aree
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in Italia dove la vita è molto più alta. Ebbene, noi passiamo non per lavoro,
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attenzione, eh, non perché uno lavora, no, passiamo 30 anni, 9 mesi, 15 giorni
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qui assorbiti
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dai commenti, dalle chat, Facebook, Instagram, TikTok, YouTube,
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non per lavoro. io faccio davvero un'analisi e mi son detto, caspita, ma lo trovavo
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un dato un po' incredibile, no? che mi un po' e alla fine mi sono accorto che
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in questo libro uscito nel 2018 era già anticipato questo dato perché
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c'era una statistica di Telefono Azzurro, polizia postale e sempre ISTA
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che segnalava che un ragazzino, un ragazzino da tra della media tra i 10 e
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i 13 anni stava sul cellulare 3 ore e mezza al giorno.
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3 ore e mezza al giorno vuol dire che in un anno tu ragazzino, stai sul cellulare
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a fare niente. Fare niente. Provato. Il 100% del tempo
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passato dai nostri ragazzini non è per studiare niente.
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Vuol dire che quasi 4 mesi della tua vita li passi qui. 4 mesi in un anno. E quando io racconto
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queste cose ai ragazzi mi stan sapete che mi stanno a sentire perché è qualcosa che interessa
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tremendamente loro. Perché comincio col dire cosa avremmo potuto fare noi in 4 mesi della nostra vita? Cosa avresti
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potuto fare tu Giorgio, tu Mariuccia?
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e poi fai il controllo del tempo di utilizzo e negli ultimi tempi il dato dei dalle 3
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ore e mezzo ci ha aumentato in questa scuola dove sono stato in
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questa settimana di questo paesino sperduto, sperduto
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davvero eh dall'alta Murgia, il tempo medio per stare sul cellulare
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si avvicina ormai alle 5 ore medie per un ragazzino, una ragazzina.
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Guardate, questi sono problemi perché tu in queste 4 ore, 5 ore, cosa fai?
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Cosa fai? Prima di tutto non fanno i compiti,
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se li fanno molto velocemente, senza pensare e chiaramente
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il livello anche scolastico,
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se non c'è un controllo, un una sorta così di di accompagnamento,
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no, su sulle varie fasce di età, cioè se la scuola davvero non prende a carico
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questo problema che è il primo dei problemi oggi Oggi a scuola, eh, ve lo dico io. Dove vado in giro la prima cosa che
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mi fanno i presidi al telefono, lei venga perché guarda, non ne possiamo più, non ne possiamo più, ne possiamo
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più e non ne possiamo più. La prima cosa da fare è davvero istituire delle ore durante l'arco della
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settimana per cui tu aiuti il bambino. Ci sono dei dati dell'Università di
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Cocca sulla Lombardia che sono impressionanti. Bambini c'è la fascia dei bambini da 1 o
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5 anni. Vedrete poi la percentuale di quanti hanno già il cellulare. Io dico, ma genitori, dare il cellulare in mano a
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un bambino della scuola primaria, della scuola dell'infanzia, attenzione, attenzione.
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Che senso ha? Che senso ha?
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Ma proprio perché il bambino non capisce il senso di quello che vede.
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A 8 anni non ha la struttura mentale cerebrale di capire determinate cose.
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[Musica] E faccio sempre un esempio che quello che riguarda me, la mia storia, perché i
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ragazzi da te quando io vado a incontrare vogliono capire come io mi comporto e allora certo che stanno lì a
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sentirti anche 2 ore, 2 ore e mezzo, come è capitato perché la preside mi dice, "Guardi, faccio una mezz'oretta
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perché tanto non resisto." Una preside che mi dice così per me è un invito a nozze.
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hanno cominciato con le domande su come io vivo la tecnologia, non finirono più, perché è quello che loro vogliono. Il
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problema è che noi non trasmettiamo neanche quel minimo di esperienze che abbiamo accumulato in questi anni.
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Qualcosa avremmo capito, no? Che se io sto troppo al cellulare non ho tempo per dedicarmi
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ad altro. Tante volte con mia moglie nasce
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proprio, cioè, ma fin dal dall'inizio nasce questo, ma anche oggi ogni tanto ridiamo e sorridiamo proprio per questo.
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Fate fate caso perché penso che capiti anche a voi. Cioè, abbiamo deciso,
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abbiamo fatto un patto quando io ho dei momenti in cui guardo il cellulare, per cortesia non parlari
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perché io non ho davvero la capacità di seguire chi mi parla in quel momento.
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Fateci caso, quando voi siete qua, state scrollando, state leggendo
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un'email, una chat o un commento TikTok o YouTube, mica sentite quello che se
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c'è qualcuno che vi parla, no? Perché questo ti assorbe, ti prende, ti porta dentro.
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Ti porta dentro e viceversa. Allora, quando io vedo che sta seguendo le sue
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ricette di cucina, manco la interrompo perché cellulare basta, però poi a un certo punto spegniamo
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e ognuno rispetta i suoi tempi perché davvero stiamo togliendo spazio alla nostra vita
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questi 30 anni. Cavolo, io dico io alla fine della mia vita, in 30 anni avrei
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potuto scrivere chissà quanti altri libri, incontrare tante altre persone, amici, parenti, zii, andare a trovare di
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più gli zii. Ecco, il mio sforzo che faccio è recuperare un po' di questo tempo, non
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essere vittima, perché il mercato dell'attenzione è
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soprattutto rubare il tempo alle persone.
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il tempo che tra l'altro quando noi siamo sul digitale ci sfugge nel suo significato anche
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proprio di minuti. Abbiamo fatto delle iniziative belle, davvero. Questo
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questi PNR che ci sono stati contro la dispersione hanno permesso anche noi come agenzia, come editrice di andare
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nelle scuole e di attivare anche dei test con i ragazzi.
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E in una scuola superiore, eravamo alle porte di Roma, il primo test abbiam detto, vabbè, ragazzi, adesso vi vi
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lasciamo un certo numero di minuti, fate il cavolo che volete
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e poi dopo ci sentiamo. Noi eravamo lì, eh, seguivamo questo gruppo di 40
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ragazzi delle superiori, delle superiori, terza superiore e poi vediamo un po'. Ok.
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Ad un certo punto, stop, ritorniamo tutti via i cellulari, non li voglio più
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vedere. Allora, prima domanda. Secondo voi quanto tempo è passato dal momento in
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cui vi ho detto fate il cavolo che volete, guardate quello che volete?
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Sapete che nessuno indicava il tempo esatto? era tutto un tempo più
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complesso. Erano passati 20 minuti, ma loro
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dicevano che non erano stati nemmeno 5 minuti.
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Se tu stai su TikTok e cominci a scrollare questi video, z,
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la velocità, il ritmo che ti impongono ti fanno
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volare via il senso del tempo. Vi do un dato incredibile, ma è così.
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Sapete qual è l'ascolto medio di una canzone che i nostri ragazzi, parlo
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da dall'età, diciamo, dai teenager, dunque dai 13 ai 18 anni, secondo gli
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studi delle piattaforme da Spotify, tutte le piattaforme musicali, sapete
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quant'è il tempo di ascolto di una canzone, di un brano?
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Eh, 5 minuti,
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1 minuto, 3 minuti, 4. Allora, è sconcertante. 18 secondi.
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18 secondi. Non c'è più l'ascolto. È tutta una fruizione nervosa, una
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bulimia di suoni. Non ci si sofferma più.
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18 secondi. Gnam, gnam, gnam, mangia giù. No. E poi non ti ricordi più nulla.
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E per niente, non per niente il mercato musicale è stato completamente alterato. C'è un mio amico
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carissimo bergamasco, che si chiama Maurizio Zapatini, vocal coach di grandi voci, da Elisa a Ligabue, a Francesco
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Renga, a Tananai. Ecco, mi dice è una cosa oscena, sconcertante.
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Tutto quello che ci viene detto a livello anche di numeri è tutto un
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falso. E in televisione voi vedete
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programmi musicali, 18 milioni di visualizzazioni non
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contano nulla, perché se tu mi vedi 18 secondi, che senso ha? Che musica ho
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dato io a te? ti fa crescere quei 18 secondi ti fanno crescere, ti danno
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qualcosa. Guardate che i veri musicisti sono in crisi, ve lo dico, eh.
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La musica è stata completamente sottoposta ad un ad uno stravolgimento.
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E quando dico i ragazzi, pensate che Behoven generalmente suonava le sue
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sinfonie, le faceva durare 72 minuti, che è la durata di un CD, se vi
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ricordate il famoso CD, eh, durava 72 minuti perché l'avevano
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misurato con la più estesa sinfonia di Behoven.
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72 minuti. Hai voglia adesso tu metterli lì un ragazzino? E voi allora mi chiedete, ma perché sono
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nervosi sti ragazzi a scuola? Sapete che è difficile tenerli? Chiedete i professori.
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Secondo gli ultimi dati del Ministero, il tempo di attenzione di un ragazzo
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durante una lezione, sapete quant'è? non arriva ai 10 minuti.
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Tu, docente in 10 minuti devi sparare tutto quello che è possibile perché poi
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c'è il declino, non c'è più attenzione,
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distrazione, eh c'è il mercato dell'attenzione per provocare
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distrazione. Nella distrazione noi facciamo tutto. Comperiamo le cose
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inutili. Io vedo mia figlia e dico "Ma scusa, eh,
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non ragiona su quello che devi comprare."
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Amazon. Amazon velocità. Amazon. Amazon. Amazon. Sì, Amazon. Va bene. Amazon ti
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fa un servizio perché tante volte le altre cose non trovi. Ma che necessità sempre,
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no? Cioè, recuperiamo anche un minimo di relazione anche negli acquisti. Un paio
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di pantaloni io voglio provare un paio di scarpe, lo voglio provare, voglio vedere come mi sta, se mi sta bene, non
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voglio rimandarlo indietro con varie complicazioni. Il mercato della fretta,
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il mercato della distrazione, comprare, ingurgitare la bulimia di immagini,
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ingurgitate continuamente. E poi questi ragazzini davvero il vero
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problema è l'incapacità di capire cosa stai vedendo
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in quel momento, ma proprio perché strutturalmente il cervello
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ha in pedagogia si chiama il giusto
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momento. Noi, cioè, torniamo un po' alla nostra infanzia,
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noi crescevamo tranquillamente, cioè diciamo che il nostro percorso era
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giusto, adeguato. Io racconto i bambini che a Bergamo, anche quando vado a
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parlare i bambini siciliani o anche quelli pugliesi, l'ho raccontato anche l'altro giorno, a Bergamo c'è la Santa
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Lucia, ma a me fino a 8-9 anni guai se mi toccavi la Santa Lucia. Per me la Santa
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Lucia era vera, perché il mio la mia struttura cerebrale
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porta davvero a sognare qualcosa che con che fa parte della tua
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età. Gesù bambino. È certo che esiste. Gesù bambino, a parte che esiste,
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ma parlo del Gesù bambino che porta i doni, no? Babbo Natale.
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Se tu parli un bambino di 5 anni, certo che esiste Babbo Natale, certo che esiste Santa Lucia, certo che esiste
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anche la Befana e San Nicola.
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E anche se tu gli dici che non esiste, lui crederà fin quando la sua capacità
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di capire gli dirà "Ah, attenzione, perché la realtà è diversa, ma è una
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cosa normale, spontanea, naturale, biologicamente
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equilibrata, il giusto momento." Mi ricordo sempre quello che lui dice,
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sto concetto del giusto momento del grande pedagogista che è nostro bergavasco Aldo Agazzi, indimenticato
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pedagogista. Il giusto momento, rispettiamo la crescita dei nostri ragazzi, il giusto
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momento. Sapete che sono bombardati sti ragazzini.
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Uno dei problemi davvero è è sono assediati da una serie di immagini.
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Io parlo anche eh a sfondo sessuale che non riescono a capire.
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La vera questione anche della della pornografia dati minori è lì sta rovinando le menti di tanti nostri
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bambini che non sanno distinguere, vedono queste immagini ma non le capiscono perché non hanno la capacità, la
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struttura cerebrale per dire queste sono
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immagini che arrivano da attori, vengono girati in un determinato tempo, non sono
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immagini è una fiction, no? Qualcosa di costruito
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è una rappresentazione ti rappres No, perché se tu mostri
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quelle immagini un bambino innanzitutto è scioccato, traumatizzato.
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Traumatizzato come traumatizzato da tanti videogiochi.
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Certo che il virtuale poi rischia di diventare reale. i fatti
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di cronaca di questi ultimi mesi abbiamo avuto un'estate davvero critica.
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C'è tutta uno sconfinamento. Tu pensi di vivere ancora in una parte virtuale,
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invece no, terribilmente reale, perché sei arrestato, vai a combinare
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dei guai, cadi nei reati. Eh beh, ma chi lo sapeva? Eh sì, beh, chi lo sapeva? Ma
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lo sapevi? Se picchi una persona, la stai picchiando. Eh beh, ma l'ho visto fare
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su GTA. E beh, grazie tanto. Cosa vuol dire? Queste guardate che sono le giustificazioni che danno, ma ragazzini
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di queste di questi queste tribù le chiamano baby gang che girano le
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periferie delle grandi città, vanno a rubare, a derubare. Adesso nemmeno fanno
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più notizie perché sono stufi i giornali di raccontare queste cose, ma è un fenomeno crescente,
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cioè li stiamo distraendo con delle immagini che vanno a interferire con il proprio
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percorso evolutivo di educazione. Un ragazzino poi a un certo punto è talmente confuso che non riesce più a
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capire dov'è la verità e dove finisce la fantasia e inizia la verità.
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I videogiochi sono l'emblema. Ma sapete quanto tempo che passano i nostri ragazzini sui videogiochi? Quelle
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famose 4 ore e mezzo. Gran parte sono videogiochi. Chiedi a loro che
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videogiochi? Eh, sono tutti videogiochi che eh genitori, insomma, qui abbiamo cercato
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un po' di aiutarli. Andate a vedere che tipo di videogiochi. Prima di comprare un videogioco di vostro ragazzo, andate a vedere il codice PG. che è scritto
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piccolo, per carità, lo dovrebbero scrivere un po' più grande, ma quel codice si chiama PG.
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ti dice l'età del fruitore, o meglio, è suggerito a un
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ragazzo che ha 10 anni, 13 anni, 15 anni, 16 anni, 18 e lì, ma non dare, no,
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non acquistare un videogioco che vedi che è vietato ai minori di anni
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16, perché gli devi darlo impasto a un bambino di 10 anni?
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Sapete, una delle cose che mi segnalano i gli insegnanti da quando sono iniziate queste guerre, ormai 3 anni e e comunque
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i ragazzi ne risentono, eh tutto questo bombardamento mediatico sulla guerra che
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per loro ormai, cioè dicono gran parte ah è come quella dei videogiochi,
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è come quello che vediamo nei videogiochi. L'Ucraina è distrutta,
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Gazza distrutta, cari armati,
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militari, droni, cioè non fanno più differenza tra quello che vedono su uno schermo e poi quello
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che effettivamente un altro schermo ti dice. Non c'è più
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il giusto momento, il giusto momento non è più rispettato, purtroppo.
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E allora la capite anche la fatica anche degli insegnanti, capisco la fatica dei genitori.
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nemmeno i genitori è stata data la patente anche loro come me, come tutti,
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appunto, nel grande caos primordiale del digitale ci siamo dentro tutti, come
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dice un neurooncologo svedese che ho citato qui, noi siamo il
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più, come si può dire, clamoroso esempio
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di sperimentazione sul nostro sistema biologico. Siamo al centro di un grande esperimento
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biologico, il più grande di tutti i tempi. Come dice una recente ricerca, siamo
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all'interno di un cambiamento che non è più reversibile e fa paura questo, eh. E sapete da dove
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si capisce? da quando questi ragazzi entrano nel tunnel dell'isolamento,
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sempre in questo piccolo libro provocatorio, eh, perché qualcuno poi mi dice "Quanto mai l'ho
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letto?" E vabbè, bisogna bisogna saperle un po' di cose perché gran parte poi ce le nascondono.
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Abbiamo ormai un 300.000 ragazzi. Questo numero l'ho letto anche su Avenire. a
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venire. Io mi è un giornale serio e rispettabile.
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Ragazzi ormai si chiamano ritirati sociali. Abbiamo in Italia già 300.000
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giovani ritirati sociali. li chiamano i chikomori, anche se il termine io non lo
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condivido perché fa riferimento alla tradizione giapponese del ritiro, cioè
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del dell'eremitaggio, cioè come i nostri eremiti, i nostri o le suore di
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clausura. Ma no, ma non tiriamo in ballo questi termini applicandoli, no? Sono
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isolati o ritirati i sociali. Guardate che la fatica che fanno i genitori quando un proprio figlio entra
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nel tunnel di questa esperienza, guardate che nessuno ancora
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sa immaginare come uscirne. A Milano si è formata un'associazione, la signora
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Carollei, io l'ho intervistata, m'ha detto delle cose
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che ti fanno anche paura. La dipendenza tecnologica è la più dura
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da risolvere, è la più drammatica da risolvere. La
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dipendenza tecnologica supera qualsiasi altro tipo di dipendenza
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perché sfugge, non ci sono studi ancora finora,
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non abbiamo armi e soprattutto ha degli effetti devastanti all'interno delle famiglie,
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per cui il ragazzo si isola, non vuole più parlare coi genitori, non vuole più parlare con i compagni, tronca la scuola
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perché sta aumentando la dispersione scolastica. superiori. Uno dei motivi è questo, eh, lo dicono le ricerche, la
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dispersione scolastica, effetto del ritiro sociale. Non vado più nemmeno a scuola, mi sto nella mia
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camera, passo il giorno su internet. Attenzione,
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internet non è la causa, eh, sono le situazioni che vengono generate magari da internet, ma internet in sé
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è una grande invenzione. Attenzione, non vorrei che mi accusaste di fare la
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guerra. No, io lo uso internet. Diceva Papa Francesco che internet è un dono di Dio. Questo, appunto, ci siamo
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dimenticati di riconoscere lo dono di Dio in quanto espressione della ricerca della creatività e dell'ingegno umano.
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Per noi ormai internet è diventato un gioco. internet qualcosa così di di poi certo,
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sapete il primo che ha capito che qualcosa sta andando male è colui che l'ha creato. Io apro questo
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libro citando le le parole di Tim Bern Lee. è riconosciuto come il padre
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fondatore di internet, questo ingegnere che poi ha lavorato assieme a agenzie
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mondiali, agenzie militari, perché internet è nato all'interno prima delle comunicazioni
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militari. dice parole testuali in un'intervista,
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dice che eh la rete era stata creata per essere uno strumento che avrebbe
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cambiato in meglio il volto del mondo. Bellissima questa frase, il volto, eh,
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non il mondo, il volto, perché il volto presuppone che ci siano delle persone,
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no? Noi siamo il volto del mondo, sono le persone. Invece ha detto, internet ha rovinato
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l'umanità. Invece che servirla, come avrebbe dovuto
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fare, l'ha rovinata sotto molto aspetti, sotto molti aspetti.
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è arrivato a produrre un fenomeno su larga scala chi è antiumano.
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Se non andiamo a vedere i dati, le ricerche su quanto avviene, su tutto quello che è eh
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l'aspetto antiumano di internet, davvero ci sguazziamo dentro.
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Ci sguazziamo dentro. Non sappiamo nemmeno, ad esempio, le dimensioni del deep web, del dark web,
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dove passano i traffici più folli, più criminali.
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Certe notizie sono sparite perfino dalla dalla faccia della cronaca, perché
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la grande criminalità viene qui eh sulla rete attraverso dei canali che nemmeno
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la stessa polizia internazionale riesce a intercettare. Tratta da delle persone, tratta di
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organi, commercio di armi, traffici, illeciti, tutto viene ormai
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sulla rete. Tutto, tutto. Come vai tu a fermare questo?
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leggevo pochi poche ore fa una cosa agghiacciante
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che diceva che tutto sommato Israele ha in mano, in quanto Israele ha
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prodotto una una tra le più fenomenali tecnologie della rete. Eh sapete che i
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governi europei hanno appaltato Israele tutta la tecnologia. Israele
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praticamente controlla tutti i dati a livello governativo. Si capisce qualcosa allora? No,
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è una potenza tecnologica di primordine. Israele, il famoso Spyware Paragon con
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cui sono stati spiati dei giornalisti è stato prodotto ad Israele.
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Le migliori macchine per quanto riguarda il funzionamento, l'ingegneria, la
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raccolta dati, gli algoritmi prodotti in Israele.
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C'è un perché. Capiamo un perché poi perché le cose non riescono a essere viste nel nello
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Israele è una potenza sul piano tecnologico. Non c'è niente da fare. Non c'è niente da come la Cina. Come la
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Cina. L'emblema della Cina qual è? È il più
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potente social network al mondo. TikTok.
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1 miliardo ormai e 700 milioni di persone al mondo sono su TikTok. Gli
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italiani sono 21 milioni. TikTok è il social più potente a livello
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ingegneristico. Facebook non riesce a competere con la
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potenza di TikTok, ma nemmeno Instagram che fanno parte della stessa casa Meta,
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Zuckerberg, insomma, nemmeno Google, nemmeno nemmeno gli altri. No, TikTok è
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il più potente perché ha sviluppato un algoritmo che crea dipendenza.
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Non sappiamo che ci sta dietro TikTok. Sì, c'è questa società B dan Dance, ma chi c'è dietro B dance? C'è la raccolta
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dati nostra personali, i nostri dati personali, chi è in TikTok, che è impressionante.
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Ragazzini e ragazzine senza il limite, senza rispettare il limite di accesso,
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entrano in TikTok. Ma voi sapete cosa accade con TikTok una
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volta che tu sei dentro? Bisogna dirlo ai nostri ragazzi, eh,
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perché circano sì le notizie. Noi informatori, divulgatori, cerchiamo anche di
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informare le persone. Qui c'è un capitolo su TikTok. In alcuni paesi del mondo, tipo la
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Francia, paesi del Nord Europa, hanno messo la lente su questo
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social network prodigioso. Certo che è bellissimo, certo credibile, ma è
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qualcosa anche di micidiale. La macchina di TikTok è dotata di un
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accelerometro, per cui come io prendo ed entro nel nell'account
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di TikTok, prendo in mano il mio cellulare, in questo momento io già comunico come tengo in mano il cellulare.
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al mio algoritmo di TikTok in gabbia immagazzina una serie di dati
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a partire dalla temperatura del mio corpo, come tengo in mano il cellulare, come lo scrollo, come lo uso. Comunico
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una serie alla fine di emozioni, di reazioni del mio corpo.
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Quando il ragazzino si mette a scrollare TikTok in cerca del video e sapete che i
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video di TikTok sono ad alto tasso di creazione di dipendenza perché sono
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video di pochi secondi, tu cominci a scrollare, vai in cerca, in cerca, in
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cerca. Certo che ti passano 20 minuti, tu pensi di averne passato cinque in cerca, incerca, scrolli, scrolli,
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scrolli. Intanto tu comunichi dei dati. La cosa più sconcertante che come attivi
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eh io è l'unico social che non ho, cioè l'unico è uno dei social che non ho,
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proprio perché eh stiamo attenti a dare dei dati personali che possono essere utilizzati finché tu non mi dici chi
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sei. Io, permetti, voglio vedere prima chi sei. Sappiamo
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che con Facebook sappiamo chi è il signore di Facebook e infatti più volte
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è stato anche sanzionato dalla Comunità Europea. Il signore di Google lo sappiamo chi è. LaUnione Europea l'ha
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sanzionato. Miliardi che deve pagare adesso perché ha fatto azioni contrarie
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alla alle leggi del mercato. Idem e il signor Amazon. Non li conosciamo. Li
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conosciamo. Andiamo, sappiamo dove andarse andarsi a prenderla. e a prendere e a prendersela con loro. By
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dance, nessuno sa nulla. Il problema è che quando tu accedi a TikTok viene chiesto, c'è una scheda che tu devi
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compilare sennò non ti danno l'accesso. Tra cui una domanda chiave, quella
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permetti che TikTok possa racc La fanno tutti, eh, ma su TikTok è più subdola.
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Permetti che io possa raccogliere dei dati personali come eh il fatto eh di
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come tu usi la rete, di come tu usi TikTok e noi innocent per accedere al
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servizio diciamo di sì. Diciamo ok. Bene, TikTok forte di questo consenso,
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tra virgolette, nel momento in cui tu guardi TikTok viene attivato quella che
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è la rilevazione biometrica del volto. Non lo sapevate? Eh,
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TikTok rileva come tu stai leggendo in quel momento le sue pagine,
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perché è stato proibito già in in 14 stati in America? perché stava ha creato
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dipendenza fortissima, soprattutto nei ragazzi. TikTok ti rileva il volto, rileva le tue
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espressioni, rileva come tu in quel momento di fronte a un video, se se ti senti turbato, se gridi,
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se sorridi, viene comunicato al tuo algoritmo. Poi cosa accade? Nel giro di
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qualche secondo i video verso i quali tu hai mostrato un gradimento sorridendo son quelli che
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prevalgono. Per cui nel giro di qualche secondo sulla pagina For you per te, per
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te tu troverai una serie di video che vanno in quella direzione. Cosa accade? sta
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accadendo, ma anche in Europa c'è l'allarme a livello di Comunità Europea. La Francia due settimane fa ha detto
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Commissione diinchiesta parlamentare ha detto al governo
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bloccate TikTok sui minori di 15 anni perché dalle risultanze, dalle analisi,
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dalle indagini risulta che fortemente eh crea dipendenza ai ragazzi, alle
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ragazzine. Problemi di bulimia come nascono così, problemi di anoressia come nascono così.
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Perché se tu vedi la l'attricetta e o o chi o l'influencer per modo di dire che
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non sono influencer, sono dei criminali, per cui tu li vedi, ti dice di fare
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questo, di fare quest'altro, cioè noi stiamo consegnando miliardi,
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milioni di bambini, di ragazzi in mano a questa gente, queste tragiche challenge,
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queste sfide assurde di cui Sì. altro che la balena blu. Io mi hai l'epoca la
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balena blu. Adesso sono sfide davvero che vanno a
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colpire il carattere, la personalità, i sogni, l'interiorità di un ragazzino.
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Sono delle sfide assurde. Ve ne dico solo quella che che sta impressionando di più perché alcuni presidi mi hanno
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segnalato queste cose, ragazzini. la la la sfida della cicatrice francese, perché cretini, criminali di influencer
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cominciano col dire "Ogi ti fai un taglio sul polso, domani fai un altro
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taglio sull'altro taglio e continui e continui e continui, mi devi mostrare il
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braccio finché non è tutto tagliuzzato." Cioè una istigazione all'autolesionismo che è un reato, è un reato.
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Allora, davvero imploro chi anche smanetta magari sui social, se vedete
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sia su Facebook sia su Instagram, sia soprattutto TikTok e a YouTube, ma
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denunciateli. C'è un modulo garante della protezione dei minori e
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della privacy. Utilizzatelo, segnalate il sito, segnalate l'influencer o un
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account dove davvero, cioè vengono fatte queste gare, queste
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assurde sfide che rovinano i ragazzi. Un'altra che mi han detto recentemente,
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una preside perché era la bambina, poi è stata assente ed è accaduto in questo
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giocos. Ma io dico, ma non ci credevo e m'ha raccontata, non so. Io dico la gara
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delle uova, praticamente eliminare dalla dieta tutto il cibo, cominciare a mangiare un uovo al giorno, dopo due
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giorni due uova, dopo tre giorni tre uova. Ma voi ma immaginate? Il problema,
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ripeto, è il fatto che un minorenne non riesce a capire proprio strutturalmente
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che quello è una cosa pericolosa e accetta la sfida e accetta queste
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queste proposte che arrivano dai da criminali. Da criminali.
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È certo che è fatica. accompagniamo allora sti ragazzi, è fatica accompagnarli anche in questo percorso
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della rete. Eh, io ripeto la chiave di accompagnamento
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stare vicino e dire, ma far vedere al ragazzino come tu ti
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comporti con la tecnologia. Facciamo vedere genitori e a tuo figlio che il momento in cui c'è da spegnere il
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cellulare spegniamolo. Parlavo dell'alimentazione, uno dei
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delle aree educative più problematiche, proprio l'alimentazione. Ci stanno
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attaccando nell'alimentazione, stanno alterando davvero un ritmo anche
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biologico di assunzione del cibo. ci stanno attaccando violentemente.
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Sapete ragazzini lo raccontano loro, che noi abbiamo fatto tanti questionari, non
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abbiamo proprio una ricchezza di dati eh importante proprio che ci aiutano anche
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quando andiamo dalle scuole, diciamo subito al docente, andate a vedere come vivono la vita digitale i vostri
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bambini, è la prima cosa. Escono delle cose inimmaginabili dalla maestra di
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quarta o di terza elementare. Importante però è chiedere, coinvolgeteli in un
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percorso. Guardate che è fondamentale per non ritrovarsi poi
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una serie di problematiche. Ah, sì, che poi le risolviamo tutti i certificati DSA. Ma come mai da
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15 anni a questa parte sono esplosi i titolari, i portatori di disturbi
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specifici dell'apprendimento? Sono ragazzini che non stanno attenti, che non sanno fare le matematica, che non sanno scrivere, non sanno leggere, non
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sanno far di conto, non sanno più distinguere, non sanno più tenere la penna in mano. Disturbi specifici
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dell'apprendimento. Il medico fa il certificato e alè, allegria. Abbiamo medicalizzato un problema che invece si
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risolve a tu per tu, non con i farmaci.
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il farmaco vero, la vicinanza, la relazione anche con tuo figlio.
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Sono stato durante l'estate perché mi hanno fatto lavorare anche con questi progetti PNR in una istituto comprensivo
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bergamasco sulla parte che guarda Brescia verso l'ovover, insomma, no? un
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grande istituto comprensivo. Abbiamo fatto eh due settimane con questi ragazzi bellissimi, due settimane
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e la preside mi diceva, "Guardi, all'inizio eh guardi che lei
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troverà nelle questo gruppo dei ragazzi che hanno delle problematiche, hanno dei certificati eccetera eccetera eccetera".
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Boh, ho detto "Ma quanti sono? Guardi, la nostra scuola ha ormai
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superato il 50% di certificazioni. Io dico, ma sono tutti rincretiniti sti
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bambini. Poi tu li vedi, li incontri, ma dove?
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Ve lo dico, eh, dove sanno ragionare meglio degli adulti?
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Cioè perché al minimo di difficoltà, ma no.
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Cioè qui davvero genitori riscopriamo il nostro ruolo di educatori anche in questo senso. Non lasciamo. Io
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sinceramente vedere c'è queste cose, questo sfacelo, no? A
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livello educativo, questi infatti i certificati, ma che senso ha? Vuol dire
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che poi alla fine tu genitore sei tranquillo. Tanto mio figlio prende cinque e vabbè è certificato.
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Mio figlio prende quattro è certificato. Vabbè non riesce a leggere è un certificato.
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Io vi dico mia figlia che aveva problemi in matematica, ma mi
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sono permesso di di vare a certificare che senso ha.
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Siccome anch'io non riuscivo bene con la matematica, la mia esperienza è che ho cercato di
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impegnarmi, ho cercato di fare un po' di doposcuola, ho cercato di trovare un insegnante che
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mi facesse piacere la matematica e così sono arrivato anche alle
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superiori senza problemi. Anche mia figlia, gli ultimi tre anni delle superiori, meno male arrivava anche con
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la sufficienza. Va bene, ma non dobbiamo subito
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metterli così nella bambia anche su queste difficoltà.
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Un'altra cosa, guardate come scrivono i nostri ragazzi.
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A me è capitato nelle superiori in questi gruppi per il PNR devono firmare la presenza, no? Le 3 ore che stanno in
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classe devono firmare la presenza. Oh, è successo che la prima le prime
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volte sti ragazzi non firmavano, mettevano
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nome e cognome in stampatello. Lo stampatello non è una firma. Non sapevano scrivere in corsivo,
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non sanno scrivere in corsivo. Ma è la prima cosa che dobbiamo
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imparare, alimentare. Fateli scrivere in corsivo.
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Corsivo è bellissimo perché vuol dire che tu crei una catena tra le lettere
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che diventano parola. Stiamo perdendo il senso di tante cose,
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piccole cose, ma che a noi hanno consentito di fare un percorso di vita. Da me è consentito di individuare quale
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cosa mi piaceva fare nella mia vita lavorativa, di formarti la tua famiglia,
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di stare con gli altri, di vivere un la socialità, di vivere la cultura, la
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bellezza di abitare dove abito, nel tuo territorio, nella tua bergamas, cioè
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l'amore per dove sei che nasce dal fatto che tu vivi lì, vedi le cose. Adesso i
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ragazzi manco vedono, non vedono più niente, non sanno più distinguere tante volte.
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Certo che poi non distinguono il vero dal dal falso perché tutto è tutto qui, tutto è mediato da questo da questo
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oggetto per cui fanno un pastrocchio enorme, cioè la
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rallentiamo, ecco, rallentiamo, troviamo il tempo per rallentare. Non
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facciamo che questi 30 anni tra po l'anno prossimo, secondo me, questo è un
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dato, vedrete che nella nuova indagine cambierà, arriveremo già a 32 anni
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perché ci sono dei segnali che velocemente poi lascerei spazio a chi vuole. Guardate un po', sono dei dati
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raccolti anche da società che fanno, come dire, indagine vera, insomma, non
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sono inventati da me. Ecco, 18 secondi abbiam parlato, ecco, 80 sono le volte
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che gli italiani guardano ogni ora il cellulare, ogni ora 80 volte.
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Però il problema è che ogni volta magari ti soffermi. Questo è fonte census wide Amazon. Eh,
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arriva da fonte sicura, il 59% si sente e beh, frastornato dal
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bombardamento di E meno male, io dico meno male se cominciamo a sentire il
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frastornamento. Meno male.
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Il 91% degli intervistati controlla ogni ora aggiornamenti e notifiche. Qui siamo
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a livello già di dipendenza, eh. Suggerimento che do spassionato perché
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anch'io io ho eliminato tutte le suonerie delle notifiche. Decido io quando voglio andare a vedere chi mi ha
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mandato un messaggio su WhatsApp. Guardate, è terapeutico, vi fa stare meglio, ve lo dico. Decido io quando
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voglio andare su Facebook a vedere chi mi chiede l'amicizia o chi
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decido io quando devo andare a leggere le email. Io ho eliminato, almeno a
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livello di schermo, le notifiche. Guardate, è fondamentale per vivere un
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attimo di respiro la nostra vita. Vedete la possibilità c'è per convivere. Non
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l'ha mica scritto Tim Berners Lee o Bill Gates che noi dobbiamo andare. Anzi,
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sono preoccupati questi signori della dipendenza, eh, lo sapete. Tim Cook ha messo recentemente sì,
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stiamo Tim Cook, famoso manager di Apple. Sì, sì, stiamo davvero troppo. Qui bisognerà fare qualcosa. È uscito
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così. E certo. Sapete perché? Più la gente si isola, meno cose acquisterà.
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Sì, acquisterà con le cose poche che meno gente si isola.
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Attenzione al crollo dei consumi. Già si sta notando, eh? Sta notando più gente
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isolata. Guardate che è lo scambio che ci fa vivere.
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Stanno chiudendo il cinema. Caspita, la bellezza di vedere un film insieme non è
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come vederlo da soli su questo piccolo schermo che è un rettangolino,
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ma io insomma i film i film sono nati perché
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cioè le immagini, le riprese, il suono, la musica, le inquadrature, i colori, il
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la bellezza. Oh, siamo in un cinema noi. La bellezza è qua di vederlo sullo schermo, ma insieme agli altri.
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Ma sapete che il fatto di vederlo insieme è il cinema allo stesso tempo?
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Bell ce lo stanno togliendo, stanno chiudendo. Anche ho visto attorno a Bergamo, a Curno, hanno chiuso han
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chiuso luci. Cioè, brutto, brutto, brutto, brutto. Ci vogliono sempre più
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lì dentro casa tua, tra quattro mura, due mura, sì. Isolati
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sociali. Tante volte io dico dico mi ribello proprio e lo dico anche sia a
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mia moglie, alla figlia, anche ai miei amici. No, no, no, no, fammi una telefonata. Ecco, recuperiamo anche il
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valore del telefono. Era nato per parlare, adesso basta. Non è più non c'è più telefono per parlare. E poi quest
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Allora, una cosa, una spia, sapete qual è? E come poi noi usiamo il cellulare,
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ormai lo usiamo per tutto, per tutto. Per cui se noi lo
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smariamo smariamo noi stessi. Il nostro alterego, andiamo in crisi. Panico, eh,
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capita. Gli psichiatri dicono che una fonte di guadagno è proprio dalle persone che non vivono più, non riescono
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più a vivere col cellulare, per cui cadono in crisi. È drammatico. Eh,
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penso che più o meno qualcuno l'abbia sperimentato. Ti immagini che tu hai perso il cellulare, perdi tutto. Abbiamo
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caricato questo oggetto di tante cose togliendole alla normalità. Ad esempio
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l'orologio non c'è più l'orologio. La macchina fotografica non c'è più la macchina fotografica,
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la mole skin. A me a me piace comunque andare in giro, prendere gli appunti scritti a mano sulle cose che vedo, le
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cose che mi interessano. Sparito. Tante cose sono sparite dentro tutto
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qua. Per cui se viene perso smarito, a parte i dati, poi carte di credito, conto in banca e sì, è coperto. Sì, ma
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tu pensi che un hacker non sia in grado di andare a a ravanare dentro e a
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trovare le tue cose? Eh, hai voglia, insomma, no? Abbiamo caricato troppo
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questo oggetto, per cui se ci manca andiamo andiamo nel panico. Abbiamo gli psicologi che stanno curando questa
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sindrome. La la chiamano la sindrome del FOMO o del vamping.
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FOMO fear of missing out. Perché gli inglesi hanno inventato internet e hanno inventato anche le varie sindromi, cioè
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la paura di rimanere senza il nostro cellulare, senza la possibilità di
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andare a vedere chi ci ha mandato un email, chi ha mandato una notifica, chi ha mandato un WhatsApp, la paura, il
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panico, insomma. Andiamo a vedere cosa c'è. Andiamo, andiamo a vedere. Allora,
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prima cosa davvero è terapeutico, eh, vi vi fa stare meglio perché siamo noi che
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dobbiamo padroneggiare la tecnologia, eh. In questo piccolo libro ho recuperato
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una frase di un grande pensatore, tra i grandi pensatori europei che è Gustav
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Jung che dice "L'uomo sbagliato,
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se usa il mezzo giusto agirà in modo sbagliato.
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L'uomo sbagliato se usa il mezzo giusto, perché questo è
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un mezzo giusto, no? Ma se è sbagliato, nel senso che ha qualche problema, vive qualche trauma,
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difficoltà, userà il mezzo giusto in modo sbagliato.
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Nel Vangelo cosa c'è scritto? Non sono i pensieri, le parole che entrano dentro
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di te, ma quello che tu. Cioè Jung poi, come dire, ha tradotto in senso
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psicologico quello che è un insegnamento evangelico. Gesù la vedeva lunga, no? la
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vista lunga, insomma, aveva perché è vero, è vero, non dipende dal
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mezzo, dipende da come noi lo usiamo. Tutto dipende da noi, la nostra capacità
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di usare il mezzo. Io dico sempre ai ragazzini, allora quando dici questa immagine capiscono subito.
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Spesse volte mia moglie mi dice "Dammi una mano in cucina, io sono una frana, però almeno le patate le so sbucciare".
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No, sbucciami le patate. Ok, capita che prendo il coltello, però è facile
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tagliarsi. Ok, quel taglio, qual è la causa di quel taglio? Il
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coltello o il sottoscritto che non è capace di tagliare? Eh, il coltello è un
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mezzo. Dipende sempre poi come noi li usiamo questi mezzi.
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E allora io davvero anche l'aiuto che posso dare ai ragazzi è molto personale
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e quando li vado a incontrare a scuola faccio leggere, mi fanno sorridere
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perché vogliono da noi risposte, eh,
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vogliono sapere come noi viviamo, non come noi ci presentiamo sui social. Tu,
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mamma, papà, fammi vedere, dammi delle risposte.
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Quanto tempo passa sui dispositivi elettronici? A me lo chiedono.
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I suoi figli hanno il telefono? A che età l'hanno avuto?
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Quanto tempo li lascia giocare con il cellulare? I tuoi figli hanno mai fatto qualcosa di
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sbagliato con il cellulare? Tu hai mai subito atti di bullismo e di
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cyber bullismo? Hai mai ricevuto foto volgari da sconosciuti?
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Hai mai avuto problemi o la o le sensazioni che hai descritto nel libro
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nella vita reale? i tuoi profili
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hanno, cioè i tuoi profili hanno fatto reati, cioè hanno combinato dei dei guai.
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Sei iscritto ai social media, quante foto posti al giorno?
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Son queste le domande, per cui se tu li accompagni in questo
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giro di risposte, ma ti seguono 3 ore, ti stanno lì a sentire 3 ore perché tu comunichi la tua
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vita e allora davvero lo sforzo è dire anche loro sì, questo è uno strumento,
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usiamolo bene per imparare, per giocare, sì, ma nel rispetto anche,
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come dire, della nostra età, nel rispetto dei tuoi genitori non vai, non andare,
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non entrare nei siti che sai che questi siti possono fare del male, puoi farti
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male, cioè dobbiamo
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tirarli un po' giù, appunto, da questa dimensione virtuale che per loro comunque è terribilmente reale.
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Voi pensate che questo 91% di persone controllare ogni ora aggiornamenti e
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notifiche sia qualcosa di virtuale? No, è reale perché ti tocca nella vita.
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80 volte se guardo e io sono convinto che sono anche di più.
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Se 80 volte in un'ora guardi il cellulare, quello è reale ragazzi, non è virtuale, eh.
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Se stai a scrollare mezz'ora è reale, caspita. È mezz'ora
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che tu perdi che potevi fare altro. Anche perché
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guardate adesso sono iniziato molto severo io con me stesso su queste cose. Mi chiedo ma sei stato lì a seguire
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questa cosa? Ma che cosa hai ricevuto? Che cosa ti ha dato? Era proprio
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necessaria. Mi faccio queste domande, me le faccio. Era proprio necessario perdere quel
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tempo. Devi finire un libro, senò il mese prossimo mica esce. Ti hanno detto
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che devi finirlo entro il 15 novembre. E no, se faccio così mica lavoro.
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Questo libro fatto per i ragazzi inizia con una sfida. Dice loro quando fate i compiti, la
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prima cosa da fare è prendere il cellulare, spegnerlo e portarlo in un'altra stanza. e racconto un
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esperimento fatto all'Università di Austin nel Texas su gruppo di universitari.
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Solo la visione del cellulare spento spento sul desk, sul tuo tavolo di
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lavoro da studente disturbava lo studio, solo la visione
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del cellulare, proprio un esperimento seguito da
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equipsatri, neurologi, insomma, no? Perché? Perché
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la visione di quell'oggetto faceva chiedere a te, ma sono arrivate
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che email avrò ricevuto? Che chi mi avrà chiamato? La fidanzata cosa avrà st ci
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vediamo stasera. Il mio giochino che ho avviato a che punto sarà? Dovrò pagare di qui? Dovrò
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pagare di là? La mente era disturbata dall'oggetto. Questo guardate che disturba questo
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oggetto. Prima cosa da fare che dico ai ragazzi, se volete fare un compito in
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mezz'ora, portate questo oggetto in un'altra stanza, vedrete che quel compito lo
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farete mezz'ora, ma se continuamente lo tenete lì e rispondete, partecipate,
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fate interazione con l'oggetto, quel compito durerà un'ora e mezza. Ma in che
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modo lo farai quel compito? Che qualità avrà? Scrolliamo velocemente questi dati
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perché non vorrei lasciarveli perdere perché alcuni sono anche recenti e vabbè il il 28% controllano Tifiche prima di
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dormire. 60-90 secondi il tempo per rifocalizzarsi su ciò che si stava
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svolgendo. Se noi togliamo la nostra attenzione e la portiamo qui sul
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cellulare, il nostro cervello fa fatica a riprendere la strada di prima, ma
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proprio per ovvi motivi fisici. Vi dico solo una cosa, uno dei problemi che
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abbiamo con i ragazzi è ehm l'esposizione alla luce blu. Cos'è la
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luce blu? un po' qui li spieghiamo, eh perché sono sono nozioni importanti eh da fare. Si
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chiama benessere digitale. La luce blu è questa. Quando noi accendiamo un cellulare sono le emissioni di questa
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luce che comunque ha una frequenza del 30% in più rispetto alla luce solare. La
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luce blu ormai è scientificamente provato. Abbiamo in Italia un istituto di ricerca a Vicenza che monitora gli
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effetti della luce blu, sta comportando dei gravissimi problemi: maculopatie,
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retinopatie, diminuzioni della melatonina. Diminuzione della melatonina vuol dire
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che tu avrai i problemi del sonno, ragazzi che non riescono più a dormire
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di notte. La sindrome del sonno determinata che tu prima di addormentarti non ti
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addormenti più. Arrivano le 2, le 3: lo dicono loro, eh, ce lo confidano. Quando
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incontro poi i ragazzi delle superiori, guardate, l'80% tiene acceso il
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cellulare giorno notte, si sveglia di soprassalto per le notifiche. No, ma come puoi dormire? Come puoi andare il
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giorno dopo scuola, rimanere attento, presente, cosciente di quello che ti viene detto?
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Dobbiamo aiutarli a capire che la tecnologia non è un massacro
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della tua mente, del tuo corpo. 60-90 secondi ci impieghiamo.
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Io ho incontrato due medici a Bergamo. Io ho avuto un problema a un occhio, ipermetropia,
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per cui anche la l'esposizione devo stare attento, espormi giusto il giusto tempo. Capito quello? Anch'io mi adeguo,
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però mi hanno parlato delle cose che io dico "Ma voi dovreste andare in tutte le scuole a dire queste cose che avete
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detto a me". La chiamano riduzione della distanza di
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fissazione. Ogni volta che, soprattutto un bambino, porta lo sguardo che noi
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abbiamo a 180°. Ciao Carlo,
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patrono di internet, eh, lo vogliono fare. 180°
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e abbiamo una visione, appunto, di
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della metà di 360, quando noi ruotiamo poi eccetera. portare il nostro sguardo che vuol dire
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un impegno visivo dei nervi ottici, dei nervi cerebrali di tutto il nostro campo
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visivo su un rettangolino che riduce la lettura, che la comprime,
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si chiama riduzione della distanza di fissazione e mi han detto che è uno stress che sta provocando gravissime
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conseguenze, ma non solo a livello di miopia, non solo a livello di miopia o
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presbiopia, sta comportando davvero effetti a
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livello mentali, a livello percettivo. È certo che sono poi nervosi, non riesce
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a tenerli. riduzione e sono fatti chimici, fisichi,
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fisici ed ha ragione questo neurooncologo. Stanno sperimentando su di noi cose che
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mai in milioni di anni hanno sperimentato sugli esseri umani. È vero, eh, ripeto,
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25 anni fa io non immaginavo queste cose. Mi ricordo 25 anni fa un titolo
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che forse non so se avevo fatto io, ma che diceva era tra il 1999 e l'inizio
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del 2000. uscimo con l'Ecoo di Bergamo con questo titolo, non so se a otto colonne all'epoca arriva il giornale
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300 milioni al mondo sono sulla rete. 300 milioni. Ci pensavamo che quello
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25 anni fa era il 2000, oggi 4 miliardi e mezzo stabilmente.
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Avete capito cosa vuol dire? Avete capito? 300 milioni. Certo,
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abbiamo portato un servizio universale a tutti. Abbiamo messo
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persone nella condizione di apprendere, di imparare, di conoscere. Allora,
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appunto, appunto, dico è questo che dovevamo fare
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e anche formare all'uso, capire che certe dinamiche innescano
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altre dinamiche. Guardate qui, non riusciamo più a eh a gestire, vediamo un
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po', circa 30 milioni gli account attivi in Italia, sui social, 30 milioni di
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italiani sono lì al giorno. 30 milioni. Al quinto posto, l'Italia al quinto
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posto nel mondo tra i paesi a rischio di sex tortion a base di intelligenza
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artificiale. Cos'è la sexion? l'estorsione a scopo sessuale utilizzando immagini
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appunto sessuali a Bergamo. Mi diceva il polizia postale
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da un anno all'altro l'estorsione a scopo di ehm ricatto
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sessuale è aumentata del 300%. Tra i minorenni.
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Ok? 300%.
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I ragazzini si mandano alle fotografie estorcendo denaro.
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Famiglie, apriamo gli occhi. Apriamo gli occhi perché poi son
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problemi, eh, son problemi dopo ingestibili.
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Il fatto che toccano Bergamo, l'abbiamo letto qualche giorno fa sull'eco di Bergamo, stavo partendo appunto per la
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Puglia. ormai all'ospedale Riuniti di Bergamo ogni mese 10 casi davvero di
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problematiche mentali. E sapete il riferimento qual è? È certo,
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qua stiamo perdendo delle generazioni,
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non sanno più riconoscere la realtà, hanno paura della realtà, pensano che tutto sia quello propagandato da questi
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influencer. Poi certo che l'impatto poi è duro quando non è così.
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Devi entrare nel mondo del lavoro. Certo che è duro. Non è come te lo dice
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il Mister X o il Mister Y. 10 ragazzi ogni mese entrano e hanno
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problematiche di questo tipo. Vi posso dire invece quello che accade a Como, perché pochi mesi fa ero a Como per
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parlare ai genitori di una scuola e si alza, stavo parlando di queste problematiche, si alza una signora e
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posso prendere Sì, dica. Eh, sono lavoro in un nel reparto di neurologia
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dell'ospedale Luce di di Como. Eh, sa che gran parte dei nostri
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ricoverati sono ragazzi ormai colpiti dalla sindrome del sonno. Li dobbiamo
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addormentare chimicamente. Questa è la realtà. L'8% dei ragazzi usa
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foto o video per prendere in giro qualcuno. Sono dati incrociati, poi vedrete da dove arrivano. Sono dati
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seri, non sono sparati così. Questo è normale. Poi voi incontrate un
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ragazzino, eh beh, lo fanno tutti, cioè tutti no, però per loro normale prendere
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in giro qualcuno con le foto. E allora bisogna dire che internet non è uno
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scherzo. Genitori diciamoglielo, internet non va usato come se fosse un
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gioco, uno scherzo. Il 45% ha dichiarato di essere stato vittima di prepotenze,
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il 34 vittima di casi legati a violenza verbale, il 49% sono i minori che
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navigano senza alcun filtro. Dichiarati, eh sapete che poi su queste questioni
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qualcuno cerca di di dire di no quando magari è sì. C'è una buona percentuale,
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ve lo dico perché scarsissima la comunicazione con i genitori sugli strumenti di protezione online.
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Ragazzi, genitori, utilizziamo anche questi aspetti proprio per vedere, per accompagnare i nostri ragazzi. Prima o
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poi si imbatteranno in queste cose e come dicevo prima, capita sempre
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prima. Adesso diciamolo che possono capitare in questi
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siti, in queste, anche perché ti arrivano così violentemente che tu manco te ne accorgi.
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Il 42% crede che ciò che si legge sia attendibile, che si legge online.
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Dunque, boh, il 52% ha creduto almeno una volta ad una notizia rivelatasi
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falsa. abbiamo un 17% che verifica sempre ciò che si legge.
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Poi di questi ragazzini, uno su quattro, attenzione, ha un proprio canale per condividere video, tutorial, foto, live,
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attenzione, uno su quattro, un proprio canale. Cosa vuol dire
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clandestino? Che se anche voi siete genitori, volete vedere quello che vostro figlio
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comunica. Ah, che bravo! Ah, sì, hai messo la torta della mamma, poi sotto
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non sai che ha un proprio canale privato clandestino. Uno su quattro. Eh,
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il 9% dei minori condivide foto personali. Bisogna dire che le foto personali di
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minorenni diffusi in rete costituiscono reato. Reato. Reato. Diteglielo. Se non
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sanno cos'è reato. Attenzione. Questo è l'Istituto Piepoli,
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che è un istituto serio di ricerca con il Mogia, il movimento genitori che già da qualche anno sta seguendo questa
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problematica perché perché rischiamo di impazzire.
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Il 99,6% ormai dei nostri ragazzi del della media
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allo smartphone tutti. 99,6 fonte studio pira.
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Il 98,7 tra gli 11 e 17. Eh, ormai sì,
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tantissimo. Ha un profilo sui social, altissimi dati. Ormai l'informazione per
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loro è lì, passa lì. Il 61,6 tra gli 11 e 17 anni usa
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WhatsApp e manda come minimo in media 100 messaggi al giorno. Guardate mandare
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100 messaggi al giorno, non so tu quanti ne mandi, quanti gruppi hai qua a Serina. Io rispondo poco i gruppi, vi
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lascio fare, fate tutto, bra. Però 100 messaggio al giorno. Io quando ho letto questo dato sono andato
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a vedere la mia WhatsApp. Cavolo, anch'io, insomma, faccio
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devo mandare in giro dei messaggi, ma dico 100 al giorno, ma dico
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cosa vuol dire che usano la rete così,
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ma non perché devono scambiarsi i compiti, eh, magari
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il 45, allo smartphone acceso giorno e notte.
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6 minori su 10. Vabbè, ormai TikTok, Instagram, i social
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dovrebbero almeno avere 14 anni. Per la legge europea 16. Governo italiano ha
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passato 14 qualche anno fa. Sapete perché? Perché adesso 14 anni
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teoricamente può anche essere stata una scelta e diciamo in linea con quello che
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vi sto dicendo adesso. A 14 anni un ragazzo adesso può essere imputato. Si dice imputabile.
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Se tu ragazzino di terza media, combini un pasticcio,
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crei problemi a un tuo compagno o i genitori o alla scuola, al professore, alla preside,
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puoi subire un procedimento, appunto, inizia un procedimento penale, sei un imputato, poi decidere al giudice
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a 14 anni, non a 18, 14 anni, diciamoglielo, si è abbassato il livello della
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criminalità. E esatto. TikTok e Instagram. Il 58. Pensate, abbiamo il 58,4
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tra i 6 e i 10 anni, ormai alla primaria, eh, scuola elementare e
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cellulare, fa pure rima elementare e cellulare.
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Non so se è necessario domanda. I pediatri han detto aspettiamo almeno
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almeno almeno che entrino tra i 12 e i 13 anni i
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pediatri. E il dato questo è preoccupante.
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14,5% attenzione dove nella nostra cara amata
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Lombardia. È una ricerca dell'Università Bicocca fatta su un campione di 6000 famiglie.
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Danno il cellulare a ragazzini, bambini, bambini, bambini.
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Il dato più preoccupante è questo. Dal mio punto di vista, il 69, cioè il 70%
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dei minorenni che entrano nei siti alterano la propria data di nascita,
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cioè commettono un altro reato, il 70%. Praticamente la rete sta creando piccoli
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piccoli, come si può dire, piccoli criminali.
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digitali, eh, più che nativi digitali, stiamo creando criminali digitali perché tu non puoi
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alterare. E sapete che quando io dico queste cose i ragazzi
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dico "Ma come è è reato? Ma non ve l'hanno mai detto, genitori, diciamolo,
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non falsificare la tua data di nascita. Tu sei nato eh il 4 ottobre del del 2000
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e 20 4 ottobre del 2020. Perché devi mettere 4 ottobre del 2010?
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Per inciso qualche maschio sapete cosa mi risponde? Lo dico sottovoce.
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È stato mio papà a dirmelo. Capito papà? No, facciamo queste cose,
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insomma, non mettiamo i ragazzi su quello.
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Allora, qui interessante. Noi abbiamo fatto lo scorso anno un questionario, abbiamo fatto un un'esperienza
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bellissima, ma per certi aspetti dolorosa anche per me. Abbiamo parlato a 1000 bambini della scuola primaria del
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distretto di Lecco per un per il progetto Le scuole che promuovono salute. Abbiamo fatto poi dei
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questionari, il 40% dei bambini della primaria soffre. Vi elenco bambini della
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primaria. Quarta era la quarta primaria.
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Cefalea, disturbi agli occhi, stanchezza, mal di pancia, disturbi alimentari, sindrome
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dell'insonnia, squilibri posturali, difficoltà di concentrazione e anche
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questo incrociati poi con una ricerca dell'Università Vicoc che hanno fatto
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quest'anno il 40%. Abbiamo bambini già inadati su
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queste problematiche fisiche che sono anche mentali.
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È una cosa interessante che esce sempre da questa ricerca dell'Università Bicocca, l'uso precoce dei dispositivi
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digitali comporterà meno competenze digitali. Prima tu cominci a usare il cellulare,
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meno competenze avrai. Sapete perché? si innesca la dipendenza. Dunque, tu
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cercherai le cose che ti rendono dipendente e non quelle che invece ti fanno
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crescere. non userà internet per crescere, per studiare.
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È fondamentale questo approccio. Eh, allora i genitori, un consiglio, non
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diamo in mano i cellulari troppo presto. Ormai ce lo stanno dicendo. Sì, certo.
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Vorremmo che anche alcune trasmissioni della RAI e dei memasset qualche minuto a queste cose dovrebbero
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dedicarle, non solo ai grandi fratelli, agli uomini e alle donne eccetera, no?
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Cioè, no, questa televisione, riservate qualche minuto a informare la gente.
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Stiamo creando delle degenerazioni, non le generazioni.
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Ma come si può? Eh, questo è il Sole 24 ore, uno studio
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condotto su 6000 studenti che è stato presentato a febbraio. L'uso precoce di
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smartphone e social abbassa i rendimenti scolastici.
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Velocemente. Qui dovremmo fare solo una serata perché qui siamo noi adulti
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più 5300 casi, cioè il 47% in più lo
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scorso anno rispetto all'anno precedente di denunce di pedopornografia online.
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Io dico, boh, italiani, ma non lo so, siamo adulti.
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1463 indagati, 149 arresti, 2622 siti nella
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blacklist, 9.278 casi di reati on 1167 le persone
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indagate, fonte polizia postale polizia postale, sempre la polizia
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postale ci dice che è aumentato del 44% il consumo di pornografia online, 14-17
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anni. in questo piccolo libro. Poi vi do quest'ultimo dato, smetto,
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perché sennò andiamo letto angosciati stanotte, però ogni tanto serve angosciarci un po'
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su queste cose. La polizia postale poi l'ho
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intervistato, ho raccolto dei dati e fa un parallelo tra il consumo di
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pornografia e i casi di violenza sulle donne. Chi consuma pornografia sviluppa che
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cosa? l'incapacità ad avere un rapporto normale, equilibrato con la donna,
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perché rimane vittima di stereotipi, di condizionamenti. È una vera propria sindrome che riduce
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anche la tua interiorità, la tua capacità di stabilire un ponte
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con chi può diventare tua moglie, con la tua fidanzata. e il consumo proprio della pornografia,
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perché poi la pornografia è codificata secondo determinati schemi che se però
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tu non fai capire a queste persone che quello che tu vedi non è la realtà, dicevamo prima è rappresentazione.
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Tu vedi ma quel quelle scene lì girate in 10 minuti sono state girate nell'arco
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di una settimana. Quello che tu vedi non è la normalità
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dei rapporti delle persone. Non fatemi scendere nei dettagli.
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Quello che vedete lì è una forzatura anche chimica. Andate a vedere le storie di alcuni di questi pornoi. Guardate che
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dopo 3-4 anni sono fuori, si fanno di droghe per tenere quel tipo
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di prestazione di ritmo, eh. E il ragazzino che vede quelle cose lì,
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guardate che mica sta lì è fortemente condizionato da quelle immagini, è
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fortemente condizionato da come è trattata la donna in quei video che generalmente è succube, è vittima,
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violentemente vittima in quelle scene. [Musica]
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Non è quello che quell'attore ti comunica che poi tu dovrai arrivare o
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aspirare, tutt'altro. Non è quella la realtà, ma bisogna dirglielo. Sapete
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quanti ragazzini lo dicono gli psicologi, gli psicanalisti? Io li incontro
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i casi proprio di sconvolgimento mentale.
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No, io non sono in grado, non sono capace, non sono
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il mio corpo non è come quello. Eh, certo che se tu vai a dare un bambino di 10 anni delle
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immagini, avrà quello di parametro, di giudizio.
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Attenzione, stiamo rovinando intere generazioni e e guardate che non c'è come il videogioco e la pornografia, lo
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dicono tutte le ricerche che crea dipendenza. E allora e infatti quando questo
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responsabile della polizia postale mi mostrava questi dati, la corrispondenza tra queste v questi autori di violenze
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sulle donne avevano generalmente un passato di grandi consumatori di
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pornografia. Perché è più facile prendersela così violentemente,
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perché è più difficile instaurare un rapporto, perché il rapporto con l'altra persona è
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un rapporto armonico, ma certamente complesso,
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com'è nella storia dell'uomo e della donna. è fatto di tante cose,
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è fatto da persone vere. Ecco,
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persone vere. E poi anche noi adulti diamo un pochino di esempi anche su questa cosa. 157
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miliardi di euro i giochi pubblici in Italia onine fisico. Agenzia Monopoli di
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Stato è una finanziaria del governo di 30 miliardi. Lo scorso anno ne abbiamo
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spesi 157 miliardi gioco onine e fisico,
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cioè quello dei dei vari bingo, dei vari slot che ci sono in giro per l'Italia
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che stanno crescendo come i funghi. L'altro giorno in questo incontro c'era
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un maresciallo dei carabinieri dietro generalmente coi locali attenzione
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perché soprattutto in certe aree sono delle lavatrici di provenienza
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molto [Musica] molto grave, insomma, ecco, per dirla
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tutta, cioè sono luoghi di facciata,
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dentro cui passano tante altre storie. Abbiamo comunque 17 eh milioni di
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italiani che hanno gli account su siti di giochi online, monopoli di stato, eh
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dati il 15,5 milioni di italiani che sono videogiocatori tra i 6 e i 64 anni.
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fonte idea che è l'osservatorio permanente del videogioco, quello che sta emergendo
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da una recente indagine che riguarda proprio i ragazzi e anche questi dati del videogioco vanno in
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questo senso. Ci stiamo tutti riducendo nel nostro nella nostra tana, l'effetto
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tana di coniglio. Gli chicomori sono quasi raddoppiati in
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Italia dopo la pandemia, dal 5-6 del 2019 al 97 del 22, uno su 10 appunto in
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questa fascia di età dei 14 e 19 anni. Questo è il fonte una ricerca molto
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seria, mutamenti sociali, valutazione e metodo del MUSA che è l'Istituto di ricerche sulla popolazione e le
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politiche sociali del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Ci sono le ricerche, ci stanno dicendo cosa sta
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avvenendo a noi. Ci sono anche le cause, si stanno anche
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sono lì, sono lì. Basta osservare la gente come si comporta e come ci comportiamo. Ma quello che è più
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preoccupante è proprio questo, queste tre righe e chiuderei qui poi.
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In 25 anni cosa è accaduto? Io non mi sognavo di arrivare a una sera, essere a
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Serina in 25 anni la popolazione italiana. è in atto la trasposizione
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delle relazioni umane reali in relazioni virtuali. ormai basta. conta proprio
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prevale la relazione virtuale, fenomeno storicamente mai accaduto,
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un mutamento non più reversibile. Questo è vero. Dunque, dovremmo fare in
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modo di aiutare i nostri ragazzi a recuperare il reale in questa velocità del
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virtuale, perché sennò non avremo più la possibilità di di comunicare, di di
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vivere una vita. Io mi auguro che quello che si diceva prima, che forse dalle
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piccole comunità, quelle che poi alla fine sono sottoposte a a cambiamenti più dolorosi, che
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vediamo anche noi in bergamasca, insomma, ecco, le piccole comunità, la gestione
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appunto dei rapporti umani, no, sicuramente è anche maggiormente
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favorita. È chiaro che però va anche aiutata, supportata da tanti servizi,
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dunque non più nelle centralizzare nei grandi centri, ma chiaramente è tutta
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una politica una politica più ampia e da quello che appunto che è un po' la
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sintesi di questo anche nostro lavoro mio, dei miei amici dei miei compagni di
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viaggio in questa in questi anni, ma davvero che anche noi ha stravolto. Io
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personalmente è anche uno shock quando poi vai nelle scuole e ti raccontano determinate cose.
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La raccomandazione è proprio questa. Cerchiamo di non sprecare il nostro tempo, recuperiamolo, valorizziamo,
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valorizziamo anche eh il tempo in casa. Lo dico ai
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genitori, fateli lavorare sti ragazzi, fateli lavorare ste ragazze. Come? Fatele aiutare in cucina, fate pulire il
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pavimento, fai tagliare la legna, fai vai nell'orto a raccogliere le patate, i
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peperoni e i pomodori. Cerchiamo di tirarli giù da questo virtuale,
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cerchiamo di portarli giù per terra al reale.
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C'è questa parola che è passata di moda, manco più la conoscono i nostri ragazzi.
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sacrificio. Eh, io lo dico sempre,
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scrivere un libro è un sacrificio, scrivere l'articolo è un sacrificio, fare il mio lavoro è un sacrificio, ma
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chiedetelo ai vostri genitori perché vi riescono a a comprarvi le
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scarpe della Nike o dell'Adidas o la maglietta alla moda o i jeans alle
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ragazzine alla moda, perché han fatto sacrificio. Guadagnare i soldi è sacrificio, il lavoro è sacrificio.
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Ma bisogna dirglielo. Guardate che i ragazzi aspettano queste cose. Ve lo dico perché me le chiedono in giro
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per le scuole sempre. Anche l'altro giorno avete visto cosa fai tu, cosa fai tu, cosa? Hanno bisogno di esempi di
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persone che vivono lo stesso problema.
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sacrificio. Poi dico loro, a me piace capire il senso delle parole. Sacrificio
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sapete cosa vuol dire rendere sacro quello che fai?
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Sacrumere sacrificio, rendere sa. pensate un po'
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in una società che sta desacralizzando tutto. Grazie per avermi ascoltato.
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[Applauso]
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