Intervista a Luciano Carminati, Maestro di baghèt, la cornamusa bergamasca

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Il baghèt, la cornamusa bergamasca, uno strumento che richiede destrezza e precisione. Luciano Carminati, esperto suonatore, ci svela i segreti e le tradizioni legate a questo antico strumento musicale. Le origini e la particolarità del baghèt Il termine baghèt deriva da "baga", la sacca in pelle di capra o pecora che viene compressa per far fluire l'aria nella "diana", la canna melodica, e nei due "orghen" o bordoni, che producono note fisse a un'ottava di distanza. A differenza della zampogna, il baghèt è uno strumento completo, capace di combinare la melodia della diana con l'accompagnamento dei bordoni, cosa che nella zampogna richiede due suonatori. L'apprendimento e la tradizione Carminati ha imparato a suonare il baghèt da suo zio Giacomo Ruggeri (detto Fagot), ultimo suonatore della tradizione alpina. Ruggeri, attraverso il ricercatore Valter Biella, ha contribuito a mantenere viva questa tradizione millenaria. "Era un uomo umile, un contadino che ha scelto di vivere nel solaio di una casa di riposo," ricorda Carminati, sottolineando l'importanza della continuità culturale trasmessa dal suo zio. Esperienze e occasioni speciali Carminati ha suonato il baghèt in occasioni sia felici che tristi. Dalle serenate notturne per le promesse spose, agli eventi funebri come quello di un alpino e di suo nipote morto di Covid, la musica del baghèt ha accompagnato momenti importanti della vita. Ha anche partecipato a eventi televisivi come lo Zecchino d'Oro e Paperissima, portando la tradizione bergamasca a un pubblico più ampio. La tradizione e il futuro del baghèt Nonostante la tradizione antica che limitava l'uso del baghèt al periodo dall'Avvento al Carnevale, oggi ci sono molte occasioni per suonarlo tutto l'anno. L'associazione "Il baghèt" di Casnigo, fondata nel 2004, si impegna a salvaguardare l'autenticità dello strumento. Il gruppo Tèra de baghècc Con l’associazione si è formata una nuova realtà, il gruppo Tèra de baghècc, composto da 15 membri, tra cui due donne. Il gruppo, diretto da Monica Bonandrini, ha recentemente debuttato durante i festeggiamenti per San Giovanni Battista, dimostrando come la tradizione possa essere vivacizzata dalle nuove generazioni. Un sogno in musica Luciano Carminati ha un sogno: suonare davanti al papa. Nonostante il baghèt non sia adatto per l'Inno di Mameli a causa della sua estensione limitata, l'idea di portare questa tradizione bergamasca sul palcoscenico internazionale resta forte.

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