Purtroppo per l’uomo però, il bidone era stato usato in precedenza per contenere una resina infiammabile utilizzata per alcune lavorazioni in azienda: ecco perché i residui di materiale hanno generato una fiammata improvvisa che ha investito l’uomo.
Il primo intervento di soccorso è stato quello del collega che ha aiutato il 44enne a liberarsi dei vestiti avvolti dalle fiamme e ha chiamato i soccorsi. Sul posto è intervenuta un autoambulanza del 118 che ha trasportato l’uomo in codice giallo al Pronto soccorso dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, con ustioni al viso e agli arti inferiori.
Dopo le prime cure, l’uomo è stato trasportato al Centro Grandi Ustionati dell’Ospedale di Verona.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri e il personale tecnico di Ats, Ufficio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro di Bergamo Ovest per gli accertamenti del caso.
Queste le parole del dottor Sergio Piazzolla, Responsabile Area Specialistica Igiene e Sicurezza del Lavoro – Ufficio Direzione, UOC Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro, Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria ATS di Bergamo.
“La pratica di accendere fuochi nei cortili e spazi aperti delle aziende e nei cantieri per scaldarsi è purtroppo ancora diffusa: occorre ricordare che ciò non è consentito. E nel modo più assoluto non si devono utilizzare a questo scopo latte e contenitori che abbiano in precedenza contenuto sostanze chimiche a base di solventi, colle, vernici o comunque infiammabile, perchè i residui restano altamente infiammabili per un lungo periodo. Per riscaldare il personale che opera all’aperto esistono apparecchiature riscaldanti a irraggiamento, sicure ed appositamente progettate, che possono essere installate nei luoghi di lavoro aperti”.