Il presepe dei lavandai si estende per mille metriquadrati e ogni anno aggiunge un tassello originale alla sua composizione.
Ancora una volta alle Ghiaie di Paladina si rievoca un passato, neanche troppo lontano, quando la sussistenza delle famiglie si declinava con tovaglie e lenzuola lavate e battute nel canale, stese ad asciugare nei campi e portate di lunedì su carretti in città dalle famiglie agiate e negli alberghi. Con il presepe allestito al lavatoio di via dei Lavandai si indende conservare la memoria di un’attività perduta, almeno nella sua dimensione manuale, caratteristica di quel borgo antico sviluppato sul versante sinistro del Brembo.
Un presepe a grandezza naturale con i personaggi (ogni anno aumentano di numero) costruiti artigianalmente nelle ore serali dal gruppo “gere@gire” nel garage di Battista Crippa. È lui il promotore dell’iniziativa, giunta alla nona edizione e benedetta nei giorni scorsi dal parroco don Vittorio Rossi. Accanto alle statue di Maria e Giuseppe (per il Bambin Gesù occorre aspettare la mezzanotte del 24) fanno la loro comparsa personaggi tipici del posto ricostruiti e abbigliati con cura. E il presepe dei lavandai è diventato un’attrazione in Bergamasca con tanto di frecce segnaletiche dal ponte di Briolo agli Almenno.
«Per un mese abbondante – spiega Crippa – abbiamo combinato ferro, legno, polistirolo per creare fattezze umane da vestire e poi colorare». I risultati sono lì da vedere. Una coppia si sporge da un ballotoio della via con un’insegna al parapetto che indica una locanda. Un gruppo di donne dall’altra parte del canale sta stendendo ceste di panni. Il presepe resterà visibile fino all’Epifania, tutti i giorni, dalle 9 alle 21. Nei giorni festivi è attivo un ristoro con tè, cioccolata, caffè e vin brulè. (Bruno Silini)
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