L’alimentazione negli sportivi è cambiata. Il progresso scientifico e le ricerche degli ultimi anni hanno ridisegnato l’approccio nutrizionale da affiancare all’attività agonistica a tutti i livelli. Argomento quanto mai gettonato affrontato a Valmarina (sede del Parco dei Colli) grazie all’Asd Ponteranica Calcio con l’Amministrazione comunale. Sono finiti i tempi nei quali gli allenatori imponevano, prima di scendere in campo, risotto alla parmigiana e filetto alla griglia come hanno ricordato Beppe Savoldi (fratello di Titti Salvoldi) e Oliviero Garlini, star indiscusse del grande calcio bergamasco.“Ora, pur non essendoci una dieta standard – ha precisato il nutrizionista Francesco Galante – ogni giocatore si personalizza il suo regime in base alle varie fasi agonistiche (pausa, preparazione, campionato) facendo attenzione a tutta una serie di consigli che, se elusi, potrebbero causare cali di prestazione”. Bandita la classica zolletta di zucchero (o simili) prima del fischio d’inizio. “Genera un picco insulinico e dà inizio a un processo digestivo che toglie energia a gambe e cervello”. Allo stesso modo sono da evitare focaccine, grissini. Piuttosto idratarsi 40 minuti prima della gara. E dopo l’incontro una buona dose di proteine (senza esagerare) sarebbe auspicabile. L’elenco è lungo.
Tuttavia anche nella preparazione degli allenatori da qualche tempo figura una materia in più da studiare: medicina e alimentazione sportiva per non lasciare al caso o a miti personali la tavola dei propri giocatori. Se poi anche in famiglia c’è consapevolezza alimentare un atleta in erba potrebbe imparare che patatine, merendine e cibi super raffinati sono “spazzatura” che non serve. Ovviamente l’energia per correre in campo arriva dai carboidrati. “Meglio – aggiunge il biologo Daniele Pietrucci – se integrali. Inoltre, insieme alle vitamine al potassio e e al magnesio, un nutriente che non deve mancare in chi fa sport è la glutammina, un amminoacido che compone i due terzi del pool proteico dei nostri muscoli e che troviamo nella carne, nei legumi, in latte e derivati e nella frutta secca”. Fortunatamente a Bergamo, soprattutto nelle produzioni diversificate nel territorio del Parco dei Colli, i cibi salutari non mancano. Pasquale Bergamelli, Responsabile del Servizio Tutela Ambientale di Valmarina, ha fatto l’elenco: “Oltre cinquanta aziende nei dieci comuni del Parco danno olio di oliva, mais spinato, zucchine, miele, patate, cipolle, insaccati, vino, ortaggi, legumi, scarola, ciliegie, mirtilli giganti, meloni. Da noi manca solo il riso”.“Tutto cio – ha precisato Renato Ferlinghetti, docente all’Università di Bergamo – sono il risultato di scelte oculate di chi ci preceduto che ha voluto salvaguardare il tanto verde che ancora Bergamo ha”.