Ad un filosofo viene immancabilmente posta la domanda: “Di che cosa ti occupi?” E non è facile rispondere. Un sociologo risponderebbe: “Mi occupo della società e del comportamento della gente“. Altrettanto saprebbe fare lo storico o lo scienziato. Il filosofo potrebbe cavarsela dicendo: “Prima ascoltami poi capirai“. Così come capì il centurione davanti a Gesù crocifisso: “Costui era veramente il Signore!”. Aveva visto e aveva creduto.
La parola filosofia si capisce meglio se accompagnata da una parola come religione, scienza, linguaggio e diventa filosofia della religione, filosofia della scienza, filosofia del linguaggio. Per lo meno il campo è circoscritto. Ma cosa pensare della filosofia teoretica stante che la rivista Il pensiero si presenta come rivista di filosofia teoretica?
In modo molto prosaico il Ronzinante di Don Chisciotte spiegava al superbo cavallo di El Cid che chiedeva: “Perché così magro? Sei un metafisico?” “No, semplicemente non mangio!” riecheggiando il detto primum vivere deinde philosophare.
Aristotele risponde: “La filosofia teoretica è la proteron philosophia, la filosofia prima, che viene prima di ogni conoscenza“. Kant parla di giudizi trascendentali, ciò che si presuppone ad ogni conoscenza, il punto da cui si parte per arrivare ad ogni conoscenza. Poi qualcuno (P. F. Strawson) obietterà: “Quel punto o quel luogo su cui si costruisce tutto, esiste Come fa Kant a dire di averlo trovato? Come fa a definirlo luogo decisivo da cui muovere per ogni sapere?“.
Lo studente universitario costruisce il suo format dopo essersi informato su materie, contenuti, indirizzi. Il cybernauta cerca nel mare magnum di internet ciò che lo interessa. Hanno un loro schema i giornali, che iniziano con le pagine di politica per passare alla cronaca, alla cultura, allo sport. Costruiscono un proprio giornale i giovani internauti, guardando, scorrendo, leggendo, fermando, saltando, tornando sulle varie piattaforme. Ogni telegiornale ha il suo palinsesto, il TG3 come il TG4, costruito secondo algoritmi poco sbandierati, perché dietro si nascondono ragioni economiche o politiche.
Così funziona una rivista di filosofia, a parte i finanziamenti che sono scarsi. Rivendica un luogo di indirizzo del pensiero. Il pensiero vuol essere un luogo di mediazione culturale, un pensiero attivo non di sudditanza.
Massimo Adinolfi
Sassari, Aula Magna Liceo Classico Azuni 2017 (seconda parte)
a cura di Mauro MalighettiAd un filosofo viene immancabilmente posta la domanda: “Di che cosa ti occupi?” E non è facile rispondere.